RISVEGLIO PENTECOSTALE" - ANNO 1947

RISVEGLIO PENTECOSTALE"  - ANNO 1947

Articolo tratto dalla Rivista "RISVEGLIO PENTECOSTALE" Anno 1947 - N° 4 - pag. 3-5

 

Non pochi fedeli e non pochi conduttori del Movimento Pentecostale, sorto com’è noto al principio di questo secolo, pensano che, dopo un’interruzione di 16 secoli, finalmente il Signore abbia nuovamente preso a costruire la Sua Chiesa e che essa sia costituita unicamente dalle assemblee del nostro Movimento.

Questo concetto non è stato privo di conseguenze; ad esso, anzi, si può imputare in gran parte il formalismo di molti fedeli e di molte chiese.

Perché?

Qui appresso, in sintesi, cercherò di giungere ad una conclusione che risponde alla domanda.

 

 

Il Signor Gesù disse: «Io sarò con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo».

 

«Con voi».

 

Non si riferiva all’umanità, ma unicamente ai Suoi discepoli, ai Suoi fedeli.
Ad essi Egli assicura assistenza in ogni tempo, dichiarando così che sempre ci sarebbero stati dei cristiani bisognosi di assistenza, e quindi che in ogni tempo ci sarebbe stata la Sua Chiesa, il Suo popolo.

 


Precedentemente aveva detto: «Le porte dell’inferno non potranno vincerla».

 

Queste parole, riferite in maniera esplicita alla Sua Chiesa, sono garanzia sufficiente della continuità o della sopravvivenza di essa attraverso i secoli.


Se, come molti affermano, la chiesa cristiana avesse cessato di essere al terzo o al quarto secolo, le promesse di Gesù e le Sua affermazioni risulterebbero false perché, con la scomparsa del cristianesimo e dei cristiani, verrebbe ad essere dimostrata la vittoria dell’inferno e, con la mancanza dei discepoli dell’evangelo, sarebbe resa vana la promessa: «Io sarò con voi in ogni tempo».

 

«Sia ogni uomo bugiardo e Iddio riconosciuto verace!». Le parole di Gesù risultano graniticamente ferme e solo la presunzione umana può ignorarle o metterle in dubbio.

 

La chiesa cristiana non è mai morta, non è mai scomparsa, non si è mai spenta. Le porte dell’inferno non l’hanno potuta vincere perché in ogni tempo Gesù ha assistito i Suoi fedeli in conformità alla Sua promessa.


Questa chiesa vivente, ardente, ha avuto cento nomi, cento diverse manifestazioni, ma anche fra queste cento diversità ha mantenuto coerentemente la sua inconfondibile caratteristica che ha chiaramente manifestato in essa la Chiesa di Cristo.

 

E qui non sono io ad affermare e non è solo il commento delle parole di Gesù, ma è la storia che parla, la storia che testimonia.

È essa che ci parla dei Risvegli Religiosi di tutti i secoli e che ce li presenta insistentemente come la dimostrazione della sopravvivenza della Chiesa.

E in tutti i secoli, in tutti gli ambienti, in tutte le nazioni, i risvegli religiosi hanno avuto:

  • un solo programma: la santificazione;
  • una sola finalità: la gloria futura;
  • una sola caratteristica: la manifestazione della potenza di Dio.

 

Un risveglio succede ad un risveglio precedente; una zona viene incendiata dopo un’altra zona. Tutto procede metodicamente, ordinatamente, irresistibilmente, e tutto questo segna il cammino della Chiesa.

 


Vengono fatti frequentemente i nomi di Valdo, Lutero, Fox, Penn, Wesley, Moody, Etter, Finney.

Ma questi nomi segnano soltanto delle tappe, parlano soltanto di episodi; essi non ci dicono di tutta la vita della Chiesa che, per essere descritta, avrebbe bisogno di altri mille e mille nomi e soprattutto di altri mille e mille episodi.

 

Il cuore di tutti trema di commozione alla considerazione delle vicissitudini della chiesa che, sempre vivente e trionfante, ha continuato il suo calvario, attraverso i secoli coi martiri e le contraddizioni, ma anche con la gloria e le beatitudini della grazia e delle benedizioni di Dio.


Ogni risveglio ha una parola; ogni sua manifestazione ci insegna qualche cosa.

 

Se ascoltiamo la voce della storia, comprendiamo che tutti i passi del popolo di Dio sono stati necessari, così come tutti i movimenti e tutte le riforme hanno avuto la loro ragione di essere.

 

Sotto un certo aspetto, movimenti e riforme costituiscono la membra di un corpo la cui ordinata conformazione è stata determinata da un succedersi di eventi, sapientemente guidati da Dio.

Quindi possiamo dire che ogni risveglio ed ogni movimento costituiscono l’effetto di una causa e che l’insieme di queste effetti forma l’affermarsi della Chiesa di Cristo.

 


Perché il popolo di Dio ha avuto avanti ai suoi passi un sentiero così variamente, se pure armonicamente, conformato?

 

Si può legittimamente pensare che sia stato nel piano dell’Eterno di evitare che il Suo Evangelo divenisse denominazione e la Sua grazia fosse monopolizzata.

 

I continui spostamenti di metodo, di zona ed anche di nome, tolgono la possibilità alla superbia umana di affermarsi; ed una vitalità varia nelle sue manifestazioni, ma, unica nei suoi effetti, sviluppa la sua lievitazione attraverso i secoli.

 

Un serio studioso affermava in epoca recente che, in linea generale, il moto di propulsione dei sani movimenti cristiani si è esaurito prima del loro cinquantennio, ma è stato sempre seguito dal sorgere di un altro od altri movimenti con metodi diversi.

Questa affermazione non è però assoluta e, soprattutto, non vuol dire che ogni movimento al termine del suo moto iniziale abbia esaurito il suo posto nella cristianità; ma ci parla della varietà e della continuità dell’opera cristiana.

 

In questo quadro il Movimento Pentecostale appare nella sua giusta luce.
Esso, che è sorto per necessità inderogabili, costituisce soltanto un anello della catena che unisce la croce del Golgota all’eternità.

Non può vantare superiorità rispetto agli anelli che lo precedono e non può garantire di essere l’ultimo della catena.

È un anello.

In un determinato momento l’Eterno potrà decidere l’aggiunta di un anello successivo che coincida col termine del moto impetuoso che ha fatto sorgere il Movimento.

 

 


Molti non hanno previsto, e nemmeno oggi prevedono, quanto abbiamo detto fin qui, perciò non si preoccupano che la potenza divina rinnovelli quotidianamente la vitalità del Movimento.

Essi pensano di aver ricevuto come per retaggio naturale un bene che non può essere trasferito e quindi non si preoccupano di vegliare perché sia salvaguardato.
Essi pensano che il Movimento Pentecostale sia l’unica, la vera Chiesa di Cristo, risorta finalmente dopo secoli e suscitata per il totale adempimento delle promesse del Redentore.

 

Perché molti fedeli e molte chiese si sono addormentati?

Perché essi non vedono i molti concorrenti il cui cuore è già pronto a ricevere, se essi non si risvegliano, il retaggio di Dio per la vita di un nuovo Movimento, dentro o fuori di quello denominato Pentecostale, che dia nuovo impulso al cristianesimo evangelico.

 

Il Signore non può mettere il Suo suggello su una chiesa la cui divisa sia il formalismo e la cui vita sia l’indifferenza: e questo essi non lo vedono, come non vedono e non comprendono che il popolo di Dio è solo quello nel quale è manifestata la potenza e la gloria.

 

Ma oltre a questa precisa situazione nei confronti dell’intero Movimento, non dovrebbe mai essere dimenticato che esiste una identica, rigorosa legge, nei confronti degli individui e delle comunità.
Ognuno dovrebbe ricordare che il Signore è Colui che toglie la vigna a quelli che non la fanno fruttare alla gloria del Suo Nome ed ognuno dovrebbe ricordare che il Signore è anche Colui che rimuove i candelieri dal loro luogo, e che, se trova degli individui indegni del Suo invito, li sostituisce con altri.

 


I patti di Dio sono fondati sopra impegni bilaterali e nessuno si deve mai illudere che l’Eterno sia obbligato all’adempimento delle promesse fatte quando da parte di chi le ha ricevute non è stata adempiuta la condizione essenziale: la fedeltà.

 

Molti cristiani e molte chiese dicono con gli israeliti antichi: «Noi siamo in sicurtà perché questo è il tempio del Signore», e non si accorgono invece che, né loro personalmente, né le comunità da essi formate rappresentano quel tempio che veramente dimora in sicurtà.

 

Temo che molti pentecostali saranno spettatori delle medesime cose delle quali furono spettatori gli israeliti quando Paolo disse: «Noi ci rivolgiamo ora ai gentili, perché voi ributtate questa parola e la vita eterna» (Fatti 13:46).

 

Possa la Parola di Dio scrollare e risvegliare molte chiese e molti cristiani.

Amen

I. R.