PREGHIERA DEL MATTINO

PREGHIERA DEL MATTINO

Questo salmo è una preghiera solenne elevata da Davide, quando si trovava in balia di nemici senza scrupoli, i quali lo avevano messo in gravi difficoltà.

 

Ed è proprio in questi momenti difficili, quando gli impedimenti aumentano e diventano insostenibili e irrisolvibili dal punto di vista umano che Davide si rivolge al suo Dio, per invocarne l'aiuto.

 

Quando in noi non c’è forza, quando tutto sembra venire meno, possiamo contare solo sul nostro Dio, perché Egli è il nostro punto di riferimento.

«Chi ho io in cielo fuori di Te? E sulla terra non desidero che Te. La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno» (Salmo 73:25-26).

 

 

    A) DAVIDE PREGA AD UN INDIRIZZO SPECIFICO (v. 2)

 

Nei Versi 1 a 3 Davide inizia la sua preghiera, ed è una preghiera che ha come presupposto fondamentale una profonda fiducia in Dio; questa fede lo spinge a rivolgersi al Signore e ad attendersi da Lui una risposta che certamente non tarderà «Odi il mio grido d’aiuto, o mio Re e mio Dio, perché a Te rivolgo la mia preghiera» (v. 2).

 

Davide non grida nel vuoto, la sua invocazione non si perde nell’aria, egli non prega ad un dio straniero che non conosce la sua preghiera, ma essa ha un indirizzo preciso, specifico: «A Te rivolgo la mia preghiera».

 

Al Signore, all’Iddio vivente e vero, al suo Re, al suo Dio egli rivolge la sua preghiera: «Odi il mio grido d’aiuto, o mio Re e mio Dio».

 

Davide prega al suo Re e questo ci dà la certezza che egli fosse profondamente consapevole che Dio regna al di sopra di ogni cosa. Sembra dire: “Io rivolgo a Te, mio Re, la mia preghiera perché Tu governi sull’universo intero; ogni cosa è sotto il Tuo controllo, Tu hai ogni cosa nelle Tue mani. Tu sei il mio Dio, sei l’Onnipotente e puoi fare tutto quello che vuoi; Tu puoi intervenire e liberarmi dai miei nemici e da tutte le mie difficoltà”.

 

Quando ci rivolgiamo a Dio, e solo a Lui, con questa attitudine di fede, il Signore non deluderà le nostre aspettative, perché «Egli è il Re dei re e il Signore dei signori» (Apocalisse 17:14). Egli è il nostro Re e il nostro Dio.

 

 

 

    B) DAVIDE PREGA IN UN MOMENTO PRECISO (v. 3)

 

Davide prega al mattino; quello è il tempo in cui egli innalza la sua voce a Dio; alle prime ore dell’alba egli offre la sua preghiera al Signore: «O Signore, al mattino Tu ascolti la mia voce; al mattino Ti offro la mia preghiera e attendo un Tuo cenno…» (v. 3)

 

Era una santa consuetudine per Davide pregare al mattino (Salmo 55.17; 57:8; 63:1; 119:147).

 

Per i credenti non c’è un momento più favorevole, più bello del mattino, per incontrarsi con Dio, perché in quel momento siamo nella migliore attitudine per pregare: svegli, rilassati, riposati dal sonno della notte, non immersi ancora negli affari o nelle faccende della giornata, possiamo prima di tutto dare al Signore le primizie del nostro cuore, adorando e lodando il Suo Nome.

 

In questa meravigliosa attitudine possiamo spandere il nostro cuore davanti a Dio e godere della Sua meravigliosa presenza.

 

È importante pregare al mattino anche in prospettiva delle difficoltà, dei pericoli, delle tentazioni alle quali possiamo essere esposti durante la giornata, in modo che fin dal mattino davanti al trono della grazia di Dio facciamo rifornimento delle forze di cui l’anima nostra necessita.

«Saziaci al mattino della Tua grazia, e noi esulteremo, gioiremo tutti i nostri giorni» (Salmo 90:14).

 

È da notare, inoltre, anche l’attitudine di fiduciosa attesa nella preghiera di Davide: «attendo un Tuo cenno».

 

Dopo aver pregato, Davide si aspetta che il Signore gli risponda, egli attende l’intervento di Dio e, se non arriva ancora la risposta, continua ad aspettare fiducioso, perché è convinto che Dio, nel tempo propizio, opererà.

«E tu, quando dici che non Lo scorgi, la tua causa Gli sta davanti; sappiLo aspettare» (Giobbe 35:14);

«Il Signore è buono con quelli che sperano in Lui, con chi Lo cerca. È  bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lamentazione 3.25-26).

 

 

 

    C) LA SANTITÀ DI DIO E L'EMPIETÀ DEI MALVAGI

 

Nei versi da 4 a10 Davide evidenzia in primo luogo la purezza e la santità del Signore.

 

«Poiché Tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà; presso di Te il male non trova dimora» (v. 4).

 

Il Signore è puro, santo, in Lui non c’è peccato. Egli non può sopportare la vista del peccato perché Gli è in abominio.

 

«Egli è la rocca, l’opera Sua è perfetta, poiché tutte le Sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto» (Deuteronomio 32:4)

«Ascoltatemi dunque uomini di senno! Lungi da Dio il male, lungi dall’onnipotente l’iniquità» (Giobbe 34:10)

«Tu hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e che non puoi tollerare lo spettacolo dell’iniquità» (Abacuc 1:13).

 

In secondo luogo, Davide ci parla dell'avversione che Dio ha verso il peccato e verso il peccatore impenitente.

Infatti le espressioni: «Tu non prendi piacere nell’empietà» (v. 4), «Tu detesti tutti gli operatori d’iniquità» (v. 5), oppure «Il Signore disprezza l’uomo sanguinario e disonesto» (v. 6), non fanno altro che far risaltare, appunto, l’odio che il Signore ha verso il peccato ed ogni forma di male, in quanto è totalmente opposto alla Sua infinita purezza e alla Sua santa volontà.

 

Inoltre questi operatori di iniquità, questi empi, questi ribelli che si ostinano a vivere lontani da Dio nel peccato, si attirano addosso un giudizio di condanna: «Condannali, o Dio! Non riescano nei loro propositi! Scacciali per tutti i loro misfatti, poiché si sono ribellati a Te» (v. 10).

 

Dio è amore, è misericordioso verso i peccatori che si pentono dei loro peccati, ma è un fuoco consumante verso i peccatori impenitenti.

 

Degni di nota sono, in particolare, i versi 7 e 8 in quanto Davide esprime la sua ferma decisione di rimanere vicino a Dio e al Suo servizio. Mentre i malvagi si allontanano sempre di più dal Signore, Davide desidera entrare nel tempio del Signore per adorare con timore.

 

Egli ha realizzato il privilegio che ha ricevuto da Dio di stare in comunione con Lui e di godere la Sua meravigliosa presenza.

«Ma io, per la Tua grande bontà, potrò entrare nella Tua casa; rivolto al Tuo tempio santo, adorerò con timore» (v. 7).

 

Infatti chi ha conosciuto Dio personalmente non può che desiderare di vivere nella Sua presenza.

«Una cosa solo ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore, e meditare nel Suo tempio» (Salmo 27:4).

 

Inoltre Davide prega perché Dio lo guidi e gli riveli la Sua volontà: «O Signore, guidami con la Tua giustizia, a causa dei miei nemici; che io veda diritta davanti a me la Tua via» (v. 8).

Egli desidera camminare nelle vie di Dio, nei sentieri di giustizia per amore del Suo santo Nome.

 

Questo deve essere il desiderio di noi tutti.

 

 

    D) LA BENEDIZIONE DEI GIUSTI

 

Nei versi 11e 12 Davide descrive la benedizione che Dio elargisce ai giusti, cioè a quelli che confidano in Lui, quelli che amano il Suo nome, camminano nelle Sue vie e Lo servono con timore.

«Perché Tu, o Signore, benedirai il giusto; come uno scudo lo circonderai con il Tuo favore» (v.12).

Mentre i peccatori impenitenti saranno rigettati, i giusti saranno benedetti dal Signore, essi si rallegreranno in Dio, in Lui confideranno perciò saranno protetti e circondati dalla sua grazia.

 

«Ecco, così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore» (Salmo 128:4)

 

DIO CI BENEDICA!