LA POTENZA DELLA FEDE INFANTILE

LA POTENZA DELLA FEDE INFANTILE

Qualche tempo fa ebbi la gioia di ritrovare, credente, un antico compagno di studi, che ricopre attualmente una carica nella magistratura, e che avevo conosciuto all’Università come un incredulo inveterato.

La sua trasformazione non era stata l’opera né di un professore, né di un pastore, ma di un piccolo fanciullo.

Ecco in che modo la cosa avvenne e come egli stesso me la narrò.

 

Lei sa come da giovanotto io mi ero allontanato dalla fede. Le preghiere di mia madre per me sembravano completamente perdute. Dio mi pareva una nozione astratta e ritenevo Gesù come un uomo savio, virtuoso e martire del proprio insegnamento.

Quello che la Bibbia dice del cielo e dell’inferno era per me linguaggio biblico di fantasia.

Eppure, avendo io fondato una famiglia, educai i miei figliuoli nello spirito del cristianesimo: vedevo chiaramente quanto fosse pericoloso per lo sviluppo dell’anima di un bimbo, l’essere buttato giù di buon’ora nella braccia dell’incredulità, avevo visto abbastanza giovani inabissarsi in passioni di ogni genere dopo che il timor di Dio era svanito dai loro cuori.

Una sera mia moglie mi disse che il nostro piccolo Carlo era stato molto cattivo. Lo sgridai severamente e mi allontanai da lui col viso scuro.


Quando fu messo a letto, vi rimase tranquillo per un momento, poi subitamente cominciò a piangere forte e a singhiozzare. Mi avvicinai a lui e gli chiesi:

- «Perché piangi?»

- «Ah, babbo, gli angeli!»

Sorpreso esclamai:

- «E cosa c’entrano gli angeli?»

- «Gli angeli hanno scritto quel che ho fatto nel libro del buon Dio!» e la voce del fanciullo fu soffocata da un singhiozzo.


- «Eh già, proprio così - diss’io - e questo perché non si obbedisce alla mamma!» 

- «Si potrebbe cancellare questa brutta cosa da quel libro?» supplicò il fanciullo, volgendo verso di me il suo visino angosciato, inondato di lacrime.

Fui commosso alla vista di quel peccatore penitente, ma dovevo rispondere alla sua domanda e dissi:

- «Si, Carlo, la brutta storia della tua cattiveria può essere cancellata, però tu devi pregare il Signore che ti perdoni!»

- «Sì, babbo, - gridò il bambino rizzandosi - lo voglio fare. Devo mettermi in ginocchio? Sarà forse meglio!»

- «Si, ragazzo mio, fa pure!»

Con un salto Carlo fu giù dal letto; i suoi occhi brillavano. Dopo un momento di riflessione esclamò:

«Babbo, io credo che sarebbe meglio se tu t’inginocchiassi con me, perché il Signore risponderebbe ancora più presto».

Il mio imbarazzo fu grande davanti a questa insolita situazione, e per nulla al mondo avrei lasciato scorgermi dai miei colleghi in quella posizione; però m’inginocchiai, sì, m’inginocchiai a fianco del mio bimbo.

- «Babbo, ora prega per me, tu puoi dire tutto al buon Dio meglio di me!»

E pregai con una sensazione tutta particolare; qualcosa d’indescrivibile capitava nel mio interiore. Dopo l’amen ci alzammo e Carlo mi chiese con una serietà che mi fece trasalire:

- «Babbo, davvero che è cancellato quello che era scritto di me nel grosso libro?»

- «Si, ragazzo mio»

E, dopo una pausa, riprese:

- «Con che cosa l’hanno cancellato gli angeli? Con una spugna?»

- «No, Carlo, col sangue del nostro Salvatore».

Carlo fu a lungo silenzioso, poi serio serio volse di nuovo verso di me i suoi occhi ancora inondati di lacrime e disse:

- «Babbo, anche tu sei già stato nel libro?»

- «Si, sfortunatamente».

- «E anche la mamma ha commesso dei peccati?»

- «Si».

- «Ma i vostri peccati sono stati cancellati?»

Durante l’esame al quale il mio bimbo mi sottoponeva, ero agitato, tremavo; non mi sentivo punto davanti allo sguardo di un fanciullo, ma come davanti agli occhi del Giudice Eterno. Con voce bassa risposi:

- «Si, lo spero».

Dietro di me percepii un pianto sommesso. Mia moglie mi aveva seguito in camera e aveva ascoltata la nostra conversazione.
Essa abbandonò la testa sul mio petto, la invitai a inginocchiarsi e padre, madre e bimbo, pregammo l’Iddio della grazia e della misericordia, che sino allora era stato per noi un estraneo.

Ora crediamo ciò che il nostro Carlo ha creduto prima di noi, … e le preghiere di mia madre sono esaudite.

Come le vie del Signore sono misteriose!

O lettore, Egli troverà te pure!

 

da "Risveglio Pentecostale" - Anno 1952 - N° 7