LA GIOVENCA ROSSA - PARTE SECONDA

5. Il sacrificio perfetto di Cristo accettato da Dio e la pace del cuore

 
Il numero «sette» come sappiamo, esprime una perfezione divina. 
 
Qui è la morte di Cristo in propiziazione per il peccato, presentata a Dio in tutta la sua perfezione e accettata come tale da Dio. Tutto riposa su questo principio divino. 
 
Il sangue è stato sparso; poi è stato presentato ad un Dio santo come una perfetta espiazione per il peccato. 
 

Questo, ricevuto semplicemente per la fede, deve liberare la coscienza da ogni sentimento di colpa, da ogni timore di condanna. 

 

Non vi è altro, davanti a Dio, che la perfezione dell’opera espiatoria di Cristo. Il peccato è stato completamente cancellato dal prezioso sangue di Cristo. 

 
Credere ciò, è entrare in un perfetto riposo della coscienza.
 
Il lettore deve notare che non c’è alcun’altra allusione all’aspersione del sangue in tutto questo capitolo così particolarmente interessante. 
 
Ciò è precisamente in accordo con la dottrina di Ebrei capitolo 9 e 10. 
Non è che una nuova prova della divina armonia del volume sacro. 
 
 
 

6. Il sacrificio di Cristo unico nell’eternità

 
Poiché il sacrificio di Cristo è divinamente perfetto ed ac-cettato, non era necessario che si ripetesse. 
 
La sua efficacia è eterna e divina: «Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, Egli attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. Poiché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d’una giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dare la purità della carne, quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno, ha offerto Se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente!» (Ebrei 9:11-14). 
 
Notate la forza di queste parole «una volta per sempre» e «eterna». 
 
Vedete come esse mostrano la perfezione e l’efficacia divine del sacrificio di Cristo. 
 
Il sangue è stato versato una volta per sempre. 
 
Pensare di ripetere questa grande opera, sarebbe negarne il valore eterno e pienamente sufficiente ed abbassarla al livello del sangue dei tori e dei becchi.
 
«Era dunque necessario che le cose raffiguranti quelle nei cieli fossero purificate con questi mezzi, ma le cose celesti stesse dovevano esserlo con sacrifici più eccellenti di questi. Poiché Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi; e non per offrire Se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo; ché in questo caso, avrebbe dovuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli è stato manifestato, per annullare il peccato col suo sacrificio» (Ebrei 9:23-26). 
 
Il peccato è dunque stato abolito. Non può ad un tempo essere abolito e trovarsi ancora sulla coscienza del credente
 
Questo è chiaramente stabilito dai versi 27-28 che terminano il capitolo: «Come è stato stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che Lo aspettano per la loro salvezza» (Ebrei 9:27-28).
 
Vi è qualcosa di meraviglioso nella cura paziente con cui lo Spirito Santo discute il soggetto intero. Egli espone e sviluppa la grande dottrina della perfezione del sacrificio, e questo in modo da convincere l’animo e da alleviare la coscienza dal suo pesante fardello.
 
Tale è la sovrabbondante grazia di Dio: Egli, non solo ha compiuto per noi l’Opera eterna della redenzione, ma pure, nel modo più paziente e completo, ha discusso, ragionato e provato tutta la questione, in modo da non lasciar motivo ad alcuna obiezione.
 
Ascoltiamo gli altri Suoi divini ragionamenti, e lo Spirito santo li applichi con potenza al cuore del lettore timoroso!
 
«La legge, infatti, possiede solo un’ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che s’avvicinano a Dio. Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, se coloro che rendono il culto, una volta purificati, avessero sentito la loro coscienza sgravata dai peccati? Invece in quei sacrifici viene rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati» (Ebrei 10:1-4). 
 
Ma ciò che il sangue dei tori e dei becchi non avrebbe mai potuto fare, il sangue di Gesù l’ha fatto per sempre.
 
Tutto il sangue che colò attorno agli altari d’Israele, i milioni di sacrifici, offerti secondo le esigenze del rito mosaico, non poté cancellare una sola macchia dalla coscienza, né dare a un Dio che odia il peccato il diritto di ricevere un peccatore: «È impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati» (Ebrei 10:4).
 
«Ecco perché Cristo, entrando nel mondo disse: “Tu non hai voluto né sacrifici né offerta, ma Mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, Io vengo (nel rotolo del libro è scritto di Me) per fare, o Dio, la Tua volontà” ... In virtù di questa volontà noi siamo stati santificati, mediante l‘offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre» (Ebrei 10:5,10).
 

Questo, ricevuto semplicemente per la fede, deve liberare la coscienza da ogni sentimento di colpa, da ogni timore di condanna. 

 

Notate il contrasto: Iddio non gradiva la serie continua di sacrifici offerti sotto la Legge. Essi lasciavano interamente inadempiuto ciò che Egli aveva a cuore di fare per il Suo popolo, cioè di liberarli completamente dal pesante fardello del peccato, e di condurli a Sé in una pace perfetta di coscienza e libertà di cuore.

 
Gesù ha fatto ciò per mezzo d’una sola offerta del Suo sangue prezioso. Egli ha fatto la volontà di Dio e, sia benedetto per sempre il Suo Nome, non deve ricominciare l’Opera Sua.
 
 
- Noi possiamo rifiutare di credere che l’Opera sia stata fatta;
- rifiutare di sottomettere le anime nostre alla sua efficacia;
- d’entrare nel riposo che essa è atta a comunicare;
- di godere della santa libertà di mente che essa può procurare,
 
ma l’Opera rimane offerta alla nostra fede, secondo il suo valore imperituro davanti a Dio; gli argomenti dello Spirito concernenti quest’Opera sussistono pure nella loro forza e nella loro chiarezza incontestabili e né le suggestioni tenebrose di satana, né i nostri propri ragionamenti increduli potranno mai colpire alcuna di queste verità.
 
Essi possono impedire alle nostre anime di godere della grazia e lo fanno, ahimè!, ma la verità resta sempre la stessa.
 
«Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e a offrire ripetutamente gli stessi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati, Egli, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio e aspetta soltanto che i Suoi nemici siano posti come sgabello dei Suoi piedi. Infatti con un’unica offerta Egli ha reso perfetti per sempre quelli che son santificati» (Ebrei 10:11-14). 
 
 
 

7. L’accettazione del Padre del sacrificio di Cristo: sorgente della nostra pace.

 
In virtù del sangue di Cristo, un’eterna perfezione ci è stata comunicata, e noi possiamo aggiungere con certezza che, grazie pure a questo sangue, le nostre anime possono gustare e realizzare questa perfezione.
 
Nessuno pensi di onorare l’Opera di Cristo, o rispettare la testimonianza dello Spirito relativamente all’effusione e all’aspersione del sangue di Cristo, finché rifiuta d’accettare l’intera e perfetta remissione dei peccati che Gli è proclamata ed offerta dal sangue della croce. 
 
Non è un segno di vera pietà e di pura religione il negare ciò che la grazia di Dio ha fatto per noi in Cristo, e che lo Spirito eterno presenta alle nostre anime, nelle pagine del volume ispirato.
 
Lettore cristiano, investigatore inquieto, non è forse strano che quando la Parola di Dio presenta ai nostri occhi Cristo seduto alla destra di Dio in virtù d’una redenzione compiuta, noi non ci accorgiamo di essere in una posizione molto più elevata di quella dei Giudei i quali avevano soltanto un sacerdote umano che stava in piedi ogni giorno servendo e offrendo sovente gli stessi sacrifici?
 
- Noi abbiamo un sacerdote divino e in perpetuo. 
 
- Essi non avevano che un sacerdote umano che non poteva mai sedersi nella sua posizione ufficiale.
 
Tuttavia come mai non siamo noi, in quanto allo stato dello spirito e alla condizione reale dell’anima e della coscienza, in una situazione migliore della loro?
 
Poiché abbiamo un tale perfetto sacrificio sul quale possiamo appoggiarci, perché avviene che le nostre anime non conoscano mai il perfetto riposo?
 
Lo Spirito Santo, come abbiamo visto dalle diverse citazioni tratte dall’epistola agli Ebrei, non ha omesso nulla per soddisfare le anime nostre riguardo alla questione della completa abolizione del peccato mediante il prezioso sangue di Cristo.
 

Perché, dunque, non potreste voi, attualmente, godere d’una pace di coscienza perfetta e certa? 

Il sangue di Gesù non ha fatto forse nulla di più per voi del sangue d’un toro per un adoratore giudeo?
 
Può darsi tuttavia che il lettore sia pronto a dire in risposta a tutte le nostre insistenze presso lui: «Io non dubito affatto dell’efficacia del sangue di Gesù. Credo che esso purifichi da ogni peccato. Credo pienamente che tutti coloro che mettono semplicemente la loro fiducia in questo sangue siano perfettamente salvati ed eternamente felici.
La difficoltà per me non sta affatto in ciò. 
Quel che mi tormenta, non è l’efficacia del sangue in cui credo pienamente, ma l’interesse personale che trovo in questo sangue, di cui non ho testimonianza soddisfacente
In ciò consistono tutte le mie difficoltà. 
La dottrina del sangue è chiara come il giorno; ma la questione del mio interesse in questo sangue è avvolta da una tetra oscurità!».
 
Ora, se è questa l’espressione dei sentimenti del lettore su questo importante soggetto, ciò prova che è molto necessario per lui riflettere seriamente sul versetto 4 del nostro capitolo dei Numeri. 
 

Vedrà che la vera base di ogni purificazione si trova nel fatto che il sangue di propiziazione è stato presentato a Dio e accettato da Lui

 
È una verità preziosissima, ma poco compresa. È di somma importanza che l’anima realmente inquieta abbia una veduta chiara a riguardo dell’espiazione. 
 
Ci è così naturale d’essere occupati dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti sul sangue di Cristo, piuttosto che del sangue stesso e dei pensieri di Dio su questo sangue
 
Se il sangue è stato perfettamente presentato a Dio, se Egli l’ha accettato, se Dio si è glorificato abolendo il peccato, allora che resta dunque per una coscienza divinamente esercitata, se non di trovare un riposo perfetto in ciò che ha soddisfatto tutti i diritti di Dio, in armonia con tutti i Suoi attributi, stabilendo quel meraviglioso terreno dove possono incontrarsi un Dio che odia il peccato ed un povero peccatore perduto a causa del peccato? 
 
Perché introdurre la questione del mio interesse nel sangue di Cristo, come se quest’opera non fosse completa senza qualcosa di mio, sia che lo chiamiamo: mio interesse, miei sentimenti, mia esperienza, mio apprezzamento, o l’uso che ne faccio? 
 
Perché non riposarsi su Cristo solo? Ciò sarebbe realmente avere dell’interesse in Lui. 
 

Ma dal momento che il cuore è occupato della questione del suo proprio interesse - dal momento che l’occhio si distoglie da quel divino oggetto che la Parola di Dio e lo Spirito Santo ci presentano, allora sopraggiungono le tenebre spirituali e le perplessità: poi l’anima, invece di rallegrarsi nella perfezione dell’opera di Cristo, si tormenta guardando all’imperfezione dei suoi poveri sentimenti.

 
Ora, abbiamo qui, ne sia benedetto Iddio, il fondamento stabile della «purificazione per il peccato», e della pace perfetta per la coscienza. 
 
«L’opera espiatoria è fatta». Tutto è compiuto. 
 
Il grande Antitipo della giovenca rossa è stato sgozzato. Ha dato Se stesso alla morte sotto l’ira e il giudizio di un Dio giusto, affinché tutti coloro che mettono semplicemente la loro fiducia in Lui, possano conoscere, nell’intimo segreto della loro anima, la purificazione divina e la pace perfetta. Noi siamo purificati riguardo alla coscienza, non per mezzo dei nostri pensieri sul sangue, ma dal sangue stesso.
 
Dobbiamo insistere su questo. 
 
Iddio stesso ha fatto valere il nostro titolo e questo titolo si trova solo nel sangue. Oh! quanto questo prezioso sangue di Gesù parla di pace profonda ad ogni anima turbata, affinché si riposi semplicemente sulla sua eterna efficacia
 
Perché la dottrina benedetta del sangue è così poco compresa e così poco apprezzata? Perché si vuole persistere a mescolarvi qualche altra cosa? 
 
Che lo Spirito Santo conduca ogni lettore inquieto a fissare il suo cuore e la sua coscienza sul sacrificio espiatorio dell’Agnello di Dio.
 
 
 

8. L’azione del sangue e quella delle ceneri

 
Se nel sangue abbiamo la morte di Cristo in sacrificio come l’unica e perfetta purificazione del peccato, nelle ceneri abbiamo il ricordo e l’efficacia di questa morte applicata al cuore dallo Spirito, per mezzo della Parola, al fine di togliere le contaminazioni contratte nel nostro cammino giornaliero. 
 
Questo aggiunge una grande perfezione ed una bellezza particolare al nostro tipo, già così interessante. 
 

Iddio non ha soltanto provveduto ai peccati passati, ma anche alla contaminazione attuale, affinché possiamo sempre essere dinanzi a Lui in tutto il valore dell’opera perfetta di Cristo. 

 
 
Egli vuole che percorriamo i cortili del Suo santuario, i limiti sacri della Sua presenza come «interamente nettati». 
 
Ora, non soltanto Egli stesso ci vede così, ma, sia per sempre benedetto il Suo Nome, vorrebbe che facessimo altrettanto nella nostra coscienza intima
 
Vorrebbe darci per mezzo del suo Spirito, mediante la Parola, un sentimento profondo della nostra purezza ai Suoi occhi, affinché la corrente della nostra comunione con lui possa colare limpida e senza ostacoli.
 
«Se camminiamo nella luce, come Egli stesso è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Ge-sù Cristo, suo Figliuolo ci purifica da ogni peccato» (1ª Giov. 1:7). 
 
- Ma se non camminiamo nella luce - se trascuriamo ciò e, dimentichevoli, ci contaminiamo con cose impure, come sarà ristabilita la nostra comunione? 
 
- Soltanto togliendo la contaminazione. 
 
- E come ciò s’effettuerà? Per mezzo dell’applicazione ai nostri cuori e alle nostre coscienze della preziosa verità della morte di Cristo. 
 
Lo Spirito Santo produce il giudizio di noi stessi e ci rammenta la preziosa verità che Cristo ha sofferto la morte per le contaminazioni che noi contraiamo sovente tanto leggermente.
 
Non si tratta d’una nuova aspersione del sangue di Cristo - cosa sconosciuta nella Scrittura - ma del ricordo della sua morte apportato, in potenza nuova, al cuore contrito, dal ministerio dello Spirito Santo.
 
«Poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi ... Il sacerdote prenderà quindi del legno di cedro, dell’issopo, della stoffa scarlatta, e getterà tutto in mezzo al fuoco che consuma la giovenca…
Un uomo puro raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà fuori del campo in un luogo puro, dove saranno conservate per la comunità dei figli d’Israele come acqua di purificazione; è una purificazione per il peccato» (Numeri 19:5-9).
 
L’intento di Dio è che i Suoi figliuoli siano purificati da ogni iniquità e che camminino nella separazione da questo presente secolo malvagio ove tutto è morte e corruzione. 
 
Questa separazione si produce per l’azione della Parola sul cuore, per la potenza dello Spirito Santo. «Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato Se stesso per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre» (Galati 1:3-4).
 
E ancora: «Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù, il quale ha dato Se stesso per noi affiche ci riscattasse da ogni iniquità e si purificasse per Se stesso un popolo acquistato, zelante per le buone opere» (Tito 2:13, 14).
 
È notevole vedere come lo Spirito di Dio leghi costantemente ed intimamente il perfetto alleggerimento della coscienza da ogni sentimento di colpa, alla liberazione dall’influenza morale di questo presente secolo malvagio. 
 
Ora, dovremmo aver cura, diletto lettore cristiano, di mantenere l’integrità di questo legame. Naturalmente non possiamo farlo che per l’energia dello Spirito Santo; ma dovremmo cercare ardentemente di comprendere e dimostrare in pratica il legame benedetto che esiste fra la morte di Cristo considerata come espiazione per il peccato, e considerata come motivo e potenza morale per la nostra separazione da questo mondo.
 
Un gran numero di figliuoli di Dio non vanno mai al di là della prima verità, se pur vi arrivano.
 
Molti si contentano unicamente della conoscenza del perdono dei peccati per l’opera espiatoria di Cristo, senza realizzare la loro morte al mondo, in virtù della morte di Cristo e della loro identificazione con lui in questa morte.
 
Se, riflettendo sulla morte della giovenca rossa avvenuta per il fuoco, esaminiamo questo misti-co ammasso di cenere, che cosa scopriremo? 
 
Possiamo ben rispondere: Vi troviamo i nostri peccati. 
 
Difatti, grazie siano rese a Dio e al Figliuolo del Suo amore, troviamo i nostri peccati, la nostra profonda colpevolezza, tutto ciò ridotto in cenere.