CAPITOLO 9

L’ultima separazione

 

«Diletti, ora siamo figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo simili a Lui, perché Lo vedremo com’Egli è» (1ª Giov. 3:2).

 

 

 

9a Vicino, eppure lontano

 

Quanto è meraviglioso essere nel tempio di Dio! Già il salmista sospirò: «Una cosa ho chiesto all’Eterno e quella ricerco: ch’io dimori nella casa dell’Eterno tutti i giorni della mia vita, per mirare la bellezza dell’Eterno e meditare nel Suo tempio» (Sal. 27:4; 84:10). 

 

Quanto è grande il compito che svolgiamo là, come sacerdoti di Dio, nell’intercessione e nell’adorazione!

 

Nel Tuo tempio ben nascosto solo il pur di cuore sta;

egli svolge un ministero le cui forze niuno sa.

Lì l’amore dà se stesso, lieto e mosso di pietà.

Lì mi sveli i Tuoi segreti, la Tua piena volontà.

Dentro al tempio Tuo nascosto dove aspetto il Tuo vigor

voglio amarTi, vo’ servirTi, consacrato a Te ognor.

 

In questo santuario spirituale ci troviamo vicini al Signore: «ma ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo» (Efes. 2:13).

 

Siamo vicini al Signore ... e tuttavia siamo ancora lontani! 

 

«Sappiamo che mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore» (2ª Cor. 5:6). Questo e il prossimo versetto dicono letteralmente: «Sappiamo che essendo nella patria del corpo siamo fuori la patria e lontani dal Signore; ... desideriamo piuttosto espatriarci dal corpo ed essere nella patria presso il Signore». 

 

Nello spirito siamo vicini e uniti al Signore, nello spirito ci troviamo già con Cristo nei luoghi celesti (Efes. 2:6); ma il nostro corpo e la parte cosciente della nostra anima sono ancora separati da Lui da un velo, l’ultima separazione tra il trono di Dio e noi.

 

 

 

9b Dov’è il cielo?

 

Cosa ci separa dal trono di Dio, o con altre parole, dal cielo (Sal. 103:19; Matt. 5:34; Apoc. 4:2)

 

Non è una questione di chilometri, come se il cielo fosse dietro l’ultima stella. Nemmeno il razzo più potente e veloce potrebbe mai arrivarci! Invece il cielo è una realtà spirituale e invisibile all’occhio umano, una realtà che non è legata a un determinato posto topografico nell’universo.

 

Il cielo è lontano non a causa di una grande distanza in chilometri, ma per il fatto che delle creature quali siamo noi uomini, non sono in grado di vederlo e di entrare in esso: 

 

«L’uomo non Mi può vedere e vivere» (Es. 33:20; Giud. 13:22). 

 

Stefano, Giovanni, Paolo e altri hanno visto i cieli aperti; per loro il velo fu rimosso in parte e per un istante. 

A loro fu concesso di dare un’occhiata dietro la cortina, ma fu solo per un attimo e non potettero entrare nel luogo santissimo.

 

Carne e sangue non possono ereditare il Regno di Dio e perciò dobbiamo essere mutati prima di poterci entrare appieno (1a Cor. 15:50-52).  

 

Il nostro spirito è stato rigenerato quando ci siamo convertiti al Signore e da quel momento il nostro spirito si trova già nel cielo, o nei luoghi celesti, in un vivo e reale contatto con Dio che è Spirito

 

Per poter godere il cielo anche col nostro corpo e con la nostra coscienza, ci vuole un’altra “rigenerazione”, quella del nostro corpo. Gesù ci parla di questa “rigenerazione” in Matteo 19:28: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione (letteralmente “nella rigenerazione”), quando il Figliuol dell’uomo siederà sul trono della Sua gloria, anche voi che Mi avete seguitato, siederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele».

 

Nel momento di questa rigenerazione ... sarà tolto il velo che c’è sulle profondità della nostra vita incosciente e allora ci troveremo coscientemente nel mondo spirituale, ossia nel cielo, in altre parole: in noi si squarcerà “il velo”, la separazione fra il “luogo santo” (la nostra anima) e il “luogo santissimo” (il nostro spirito)

 

Allora ci sarà aperto il ‘luogo santissimo’ e ci troveremo in piena coscienza nel mondo di Dio.

 

Allora conosceremo appieno, come anche siamo stati appieno conosciuti (1ª Cor. 13:12). Quindi avrà luogo una “rivelazione” o uno “svelamento”, che è il significato letterale della parola “Apocalisse” (citazione Sidney Wilson).

 

Prima di parlare di altri aspetti di questo “svelamento”, ritorniamo di nuovo al tabernacolo.

 

 

 

9c L’ultima porta

 

Stiamo davanti al velo, una bellissima cortina con gli stessi colori e cherubini che abbiamo già visti nel telo interiore (o soffitto) del tabernacolo. 

 

Questo velo è la terza ed ultima porta che dà accesso al trono di Dio

 

Come abbiamo visto, la prima porta è  Gesù

 

La seconda porta è ancora Gesù

 

Pure la terza porta non può essere altro che Gesù

 

È Lui che ci porterà al Padre (Giov. 14:3,6); per mezzo di Lui il Padre ci ricondurrà con Lui (1ª Tess. 4:14); è Lui che trasformerà il corpo della nostra umiliazione, ren-dendolo conforme al corpo della Sua gloria (Filipp. 3:21).

 

La terza porta è differente dalle prime due in quanto nel suo disegno ci sono i cherubini artisticamente lavorati (Es. 26:31).

 

Questo significa che la terza porta ci conduce nella gloria celeste dove vi è Cristo. 

 

Il velo è sospeso su quattro colonne (Es. 26:32), come anche la cortina della prima porta (Es. 27:16). 

Secondo molti, il numero quattro è il numero della creazione, in questo caso la nuova creazione. 

 

Così la prima porta indica la rigenerazione del nostro spirito e l’ultima porta la rigenerazione del nostro corpo.

 

 

 

9d La cortina squarciata

 

Gesù è l’ultima porta; questo viene anche dimostrato dal fatto che la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, nel momento in cui Gesù morì (Matt. 27:51). 

 

 

In Ebrei 10:20 viene precisato che la cortina simboleggia la Sua carne

 

Morendo Egli aprì per noi la porta del cielo.

 

Nel giorno dell’ascensione Gesù entrò nel luogo santissimo del santuario celeste, al di là della cortina, come il nostro eterno Sommo Sacerdote (Ebr. 1:19-20). 

 

Egli è il nostro Precursore, cioè al Suo ritorno Lo segui-remo anche noi in questo luogo di gloria e di splendore, per essere sempre uniti insieme a Lui.

 

 

 

9e Il corpo glorificato

 

Anche noi, come i Corinzi, possiamo chiederci: «Come risuscitano i morti? E con qual corpo tornano essi?» (1a Cor. 15:35). Paolo spiega che il nuovo corpo uscirà fuori dal vecchio come una pianta dal suo granello. 

 

Al ritorno di Cristo i viventi che Gli appartengono saranno mutati e i morti in Cristo saranno risuscitati, lasciando vuoti i loro sepolcri. 

 

Saranno trasformati in gloria e nondimeno avranno ancora la loro personalità: Paolo rimarrà Paolo e Giacomo rimarrà Giacomo.

 

Troviamo una meravigliosa promessa in 1a Corinzi 15:49: «E come abbiamo portato l’immagine del terreno (Adamo), così porteremo anche l’immagine del celeste (Cristo)». 

 

La nostra somiglianza ad Adamo è stata completa: nel corpo e anche nel suo stato di peccato e di perdizione

 

Così pure sarà altrettanto completa la nostra assomiglianza a Cristo risorto e glorificato: Gli assomiglieremo nel corpo e anche nel Suo stato di santità e gloria. Saremo simili a Lui (1ª Giov. 3:2).

 

Possiamo formarci una pallida idea del nostro corpo futuro, guardando Gesù dopo la Sua risurrezione, durante i quaranta giorni in cui apparve ai Suoi discepoli.

 

Potremo mangiare, ma non avremo bisogno di cibo. 

 

Avremo carne e ossa, ma saranno di una struttura diversa. 

 

Le distanze non formeranno più alcun ostacolo. 

 

Potremo apparire in stanze chiuse 

 

La gente ci riconoscerà o non ci riconoscerà come preferiremo noi.

 

Potremo apparire a loro in un modo spaventevole oppure in un modo dolce.

 

Potremo andare al Padre celeste e ritornare in un batter d’occhio.

 

Saremo nello stesso momento in cielo e sulla terra. 

 

Saremo immortali e incorruttibili.

 

 

 

9f Manifestati con Lui

 

Al ritorno di Cristo Egli si manifesterà al mondo ed ogni occhio Lo vedrà (Apoc. 1:7).

Sarà tolto il velo che copre tutte le nazioni (Is. 25:7); tutti i popoli si prostreranno davanti a Lui (Sal. 22:27; Sal. 72:3-12).

 

Quelli che saranno risuscitati e trasformati, Gli andranno incontro (1a Tess. 4:15-17) e ritorneranno insieme a Lui con un corpo glorificato. Gesù ritornerà coi Suoi santi (1a Tess. 3:13) e saremo manifestati con Lui in gloria (Coloss. 3:4),

 

 

Quanto sarà grande lo stupore delle nazioni quando vedranno i cieli aperti e ritornare in gloria Colui che avevano disprezzato, scartato e trafitto (Is. 52:13-15)

 

Grande sarà anche il loro stupore quando vedranno ritornare insieme a Lui quelli che essi, durante tutti i secoli, avevano sprezzati, sminuiti, negati, perseguitati, maltrattati e uccisi per la loro fede in Gesù! 

 

I popoli vedranno con ammirazione Gesù stesso nei Suoi (2a Tess. 1:10) e così Egli sarà in loro glorificato.

 

 

Questa manifestazione dei figli di Dio è la speranza della creazione! (Rom. 6:19-23).

 

 

 

Fin quando il velo è chiuso, non si vede l’arca nel tabernacolo di Dio. Nello stesso modo non si vede ancora in noi il tempio vivente, la presenza e la gloria di Dio e dell’Agnello; se ne vede al massimo una parte o un’ombra in quelli che vivono nella potenza dello Spirito Santo. 

 

Grazie a Dio, non sarà sempre così. 

 

Al suono dell’ultima tromba sarà aperto il tempio nel cielo (Apoc. 11:19), il velo sarà tolto e noi vedremo Cristo faccia a faccia (1a Cor. 13:12), come la sposa toglie il velo alla presenza dello sposo nel giorno delle loro nozze. Quale gioia ci sarà, non solo per noi, ma anche per Cristo stesso!

 

Allora tutte le nazioni vedranno chiaramente manifestata la presenza del Dio Trino e del Suo trono in noi. La nostra gloria sarà indescrivibile.

 

 

 

9g Chi entrerà?

 

A chi spetta questo alto privilegio di entrare nel luogo santissimo al ritorno di Cristo per vederLo faccia a faccia come Egli è? 

 

Non sarà per tutti, nemmeno per tutti quelli che si chiamano cristiani. La Parola di Dio ne parla chiaramente.

 

Sarà solamente per coloro che si sono arresi a Cristo, per coloro che Lo hanno servito (Apoc. 22:4), per coloro che hanno conosciuto le sofferenze di Cristo (Rom. 8:17), per coloro che sono stati uccisi per la Sua testimonianza (Apoc. 20:4).

 

Sarà per coloro che sono entrati nel santuario e vi adorano (Apoc. 11:1), per coloro che si sono preparati, avendo le lampade piene d’olio e accese (Matt. 25:10), per coloro che Lo hanno aspettato per la loro salvezza (Ebr. 9:28), per tutti quelli che hanno amato la Sua apparizione (2ª Tim. 4:8), per coloro che hanno vegliato e pregato in ogni tempo (Luca 21:36).

 

Come potremo essere congiunti a Cristo come Sua sposa se in noi il desiderio di vederLo non supera ogni altro pensiero, se il Suo ritorno non è il movente principale della nostra vita?

Dovremo essere santi ed irreprensibili come una sposa gloriosa, senza macchia di impurità, senza ruga di amarezza o preoccupazione o cosa alcuna simile. 

 

Egli ci ha promesso che Lui stesso ci farà così comparire dinanzi a Sé (Efes. 5:27), perché Lui stesso ci santifica e ci purifica.

 

«Or l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è Colui che vi chiama, ed Egli farà anche questo» (1a Tess. 5:23-24).