CAPITOLO 7

DISTACCO

 

Abbiamo visto come la Chiesa sia una spina nel fianco di Satana, causandogli un acuto sconforto e riducendo la sua libertà di movimento.

 

Sebbene sia nel mondo, la Chiesa non solo rifiuta di aiutare nella costruzione del mondo, ma persiste nel pronunciare giudizio su di esso.

 

Ma se questo è vero, se la Chiesa è sempre fonte di irritazione per il mondo, è anche vero che il mondo è fonte di costante dolore per la Chiesa. E siccome il mondo si sviluppa costantemente, è in continua espansione anche la sua capacità di affliggere il popolo di Dio.

 

La Chiesa, infatti, deve far fronte ad una forza oggi che non doveva affrontare affatto nei primi giorni.

 

Allora i figliuoli di Dio erano minacciati da un’aperta persecuzione sotto forma di assalto fisico alle loro persone (Atti 12; 2ª Corinzi 11); si scontravano continuamente con cose materiali e tangibili.

Ora, invece, il principale nemico che devono affrontare nel mondo è più insidioso: è una forza intangibile che sta dietro le cose materiali, che non è santa ma spiritualmente malvagia.

L’impatto di questa forza spirituale oggi è più forte che mai. E non solo è più forte; c’è un elemento ora che non era presente nel passato.

 

In Apocalisse 9 leggiamo di uno sviluppo che, per l’autore di quel libro, si colloca in un futuro molto lontano. «Poi suonò il quinto angelo, e io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso. Ed aprì il pozzo dell’abisso; e dal pozzo salì un fumo simile al fumo di una gran fornace … E dal fumo uscirono sulla terra delle locuste; e fu dato loro un potere pari al potere che hanno gli scorpioni della terra. E fu loro detto di non danneggiare l’erba della terra, né alcuna verdura, né albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non avevano il suggello di Dio in fronte» (Apocalisse 9:1-4).

 

Questo e un linguaggio figurativo, ma la stella cadente dal cielo ovviamente si riferisce a Satana, e noi sappiamo che il pozzo dell’abisso è il suo dominio – il suo deposito, possiamo dire.

 

Così sembra che l’ultimo tempo debba essere segnato da una speciale emancipazione delle sue forze, e gli uomini si troveranno a combattere una potenza spirituale contro la quale non hanno dovuto combattere prima.

 

Certamente questo concorda con le condizioni dei nostri giorni.

 

Mentre è vero che il peccato e la violenza saranno più grandi che mai alla fine dell’età presente, è evidente dalla Parola di Dio che non è specificamente contro queste cose che la Chiesa dovrà lottare, ma contro l’attrazione spirituale delle cose di ogni giorno.

«E come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà pure ai giorni del Figliuol dell’uomo. Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, s’andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio che li fece tutti perire. Nello stesso modo che avvenne anche ai giorni di Lot; si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si edificava; ma nel giorno che Lot usci di Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti» (Luca 17:27-29).

 

Il punto che Gesù vuole fare qui non è che queste cose: cibo, matrimonio, commercio, agricoltura, ingegneria erano caratteristiche particolari dei giorni di Lot e di Noè, ma che esse in special modo caratterizzeranno gli ultimi giorni. «Lo stesso avverrà nel giorno che il Figliuol dell’uomo sarà manifestato» (verso 30): ecco il punto!

 

Queste cose non sono di per sé peccaminose; sono semplicemente cose del mondo. Avete mai in vita vostra dedicato così tanta attenzione al benessere materiale come ora? Alimenti e abbigliamento stanno diventando la preoccupazione speciale dei figli di Dio. Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo? Per molti questi sono quasi gli unici argomenti di conversazione.

 

C'é una potenza che vi spinge a considerare queste cose; la vostra stessa esistenza richiede che vi poniate attenzione.

 

Eppure la Scrittura ci avverte che «il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia» e così via. Essa ci comanda di cercare prima di tutto il regno di Dio e la Sua giustizia, e ci assicura che se facciamo così, tutte queste cose ci saranno sopraggiunte.

Essa ci comanda di non preoccuparci riguardo al cibo e al vestire, perché se Dio si cura dei fiori dei campi e degli uccelli del cielo, non si curerà Egli molto più di noi, i Suoi figli? A giudicare dalla nostra ansietà sembrerebbe che Egli si preoccupa di loro, ma non di noi!

 

Ecco il punto che dobbiamo sottolineare più volte: questo stato di cose è anormale.

 

L’indebita attenzione data al mangiare e al bere, sia al livello di sopravvivenza, sia a quello del lusso, che caratterizza tanti cristiani di oggi, non è normale, è soprannaturale.

 

Non è una questione solo di mangiare o di bere che affrontiamo qui; affrontiamo i demoni.

 

Satana ideò, ed ora controlla, ed è disposto ad usare una potenza demoniaca attraverso le cose del mondo per adescarci in esso. Il presente stato di cose non può essere spiegato senza tener conto di questo.

 

Oh, che i figliuoli di Dio possano destarsi davanti a questo fatto!

 

Nei giorni passati i santi di Dio affrontarono ogni sorta di difficoltà; ma in mezzo alle prove essi potevano guardare in alto e confidare in Dio. Nelle prove di oggi, invece, sono così confusi e disorientati che sembrano incapaci di fidarsi di Lui.

 

Oh, che possiamo renderci conto dell’origine satanica di tutta questa pressione e confusione!

 

La stessa cosa è vera del matrimonio.

 

Non abbiamo mai incontrato tanti problemi in questo campo come oggi. C’è confusione fra i giovani che rompono i ponti con le vecchie tradizioni, ma manca loro una nuova guida che rimpiazzi la vecchia. Questo fatto non va spiegato naturalmente, ma soprannaturalmente. Sposare e dare in matrimonio sono fatti sani e normali in qualsiasi epoca, ma oggi c’è un elemento che s’intromette fra queste cose che non è naturale.

 

La stessa cosa vale per il piantare e il costruire, e anche per il vendere e il comprare.

 

Tutte queste cose possono essere perfettamente legittime e benefiche, ma oggi la potenza dietro di esse fa pressione sugli uomini fin quando essi sono confusi e perdono il loro equilibrio.

 

La forza malefica che anima il sistema del mondo ha causato oggi una condizione con due estremi: un estremo di completa incapacità di affrontare le spese necessarie della vita, e l’altro di insolite possibilità di accumulare ricchezze.

Da una parte molti cristiani si trovano in difficoltà economiche senza precedenti; dall’altra parte molti hanno delle occasioni ugualmente senza precedenti per arricchirsi.

 

Entrambe queste condizioni sono anormali.

 

Entra oggi in una casa qualunque e ascolta la conversazione. Sentirai osservazioni come queste: “La settimana scorsa ho comprato la tale e tale merce a tale e tale prezzo, ed ho risparmiato tanto”. “Meno male che l’ho acquistato un anno fa, altrimenti avrei perso molto!”. “Se vuoi vendere, vendi ora, mentre il mercato è buono”.

 

Non avete notato il modo in cui la gente sta correndo qua e la febbrilmente, facendo affari?

I medici stanno immagazzinando farina; le industrie di confezioni vendono carta; uomini e donne che mai prima hanno avuto a che fare con queste cose, sono stati trasportati dalla corrente della speculazione. Sono stati presi in un turbine di compra-vendita che li sta trasportando furiosamente.

 

Non vi rendete conto che questo stato di cose non è naturale? Non vi rendete conto che qui c’è una potenza che sta seducendo gli uomini? La gente non sta agendo sensatamente; è fuori di sé.

Il boom della compra-vendita non è soltanto una questione di fare soldi - o perderli - è una questione di avere a che fare con un sistema satanico.

 

Stiamo vivendo nell’ultimo tempo, un tempo in cui una potenza speciale è stata messa in libertà e che spinge gli uomini, lo vogliano o no.

 

Cosi la questione oggi non è tanto di peccaminosità quanto di mondanità.

 

Chi oserà dirvi che mangiando e bevendo sbagliate? Chi oserà disapprovare il matrimonio e il dare a marito? Chi metterà in questione il vostro diritto di comprare e vendere? Queste cose in se stesse non sono sbagliate; il male si trova nella forza spirituale dietro di esse, la quale, per loro mezzo fa pressione inesorabilmente su di noi.

 

Oh, che possiamo destarci al fatto che, anche se queste sono cose talmente comuni e semplici, sono tuttavia usate da Satana per adescare i figli di Dio e farli cadere nella grande rete dell’ordine del mondo, del suo mondo.

 

«Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da crapula, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio» (Luca 21:3-4).

 

Notare il termine “vita” nelle parole di Gesù.

Nel Nuovo Testamento Greco sono usate normalmente tre parole per vita: zoe, vita spirituale; psuche, vita psicologica; e bios, vita biologica.

La parola usata qui, in forma d’aggettivo, è l’ultima, biotikos, “di questa vita”.

 

Il Signore ci sta avvertendo di stare attenti per evitare che siamo presi eccessivamente dalle cure di questa vita, ansiosi riguardo a faccende normali come il mangiare e il vestire che appartengono alla presente esistenza sulla terra. Fu proprio a causa di una questione cosi semplice che Adamo ed Eva caddero, ed è proprio per cose semplici come queste che alcuni cristiani possono trascurare la chiamata celeste di Dio.

 

 

È sempre una questione di dov’è posto il cuore.

 

Siamo esortati a non lasciare che i nostri cuori siano “sopraffatti” o “caricati” di queste cose a nostra perdizione. Vale a dire, non dobbiamo portare un peso riguardo ad esse che ci piegherebbe.

Dobbiamo essere distaccati in spirito dai nostri beni nella casa o nel campo (Luca 17:31).

 

Rendiamoci conto di chi siamo! Noi siamo la Chiesa, la luce del mondo splendente nelle tenebre.

Viviamo come tale la nostra vita quaggiù!

 

Ci fu un tempo quando la Chiesa rifiutava le vie del mondo. Ora non solo le usa, ne abusa!.

 

Naturalmente, dobbiamo fare uso del mondo, perché abbiamo bisogno di esso; ma non dobbiamo desiderarlo! Perciò Gesù continua: «Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire (letteralmente “essere posti”) dinanzi al Figliuol dell’uomo» (Luca 21:36).

 

Dio ci incoraggerebbe a vegliare e pregare se non ci fosse una forza spirituale contro la quale stare in guardia?

 

Noi non osiamo prendere il nostro destino alla leggera, ma dobbiamo essere costantemente all’erta per poter essere veramente districati in ispirito dagli elementi di questo mondo.

 

Ci sono cose del mondo che sono essenziali per la nostra esistenza. Avere a che fare con esse è legittimo, ma essere travolti da esse è illegittimo e può privarci delle migliori benedizioni di Dio.

 

Il libro dell’Apocalisse suggerisce che Satana stabilirà il suo regno dell’anticristo nel mondo politico (capitolo 13), nel mondo religioso (capitolo 17), e nel mondo del commercio (capitolo 18).

Su questa triplice base di politica, religione e commercio, il suo regno troverà la sua ultima e violenta espressione.

 

Negli ultimi due di questi capitoli, tale regno appare sotto la figura di Babilonia, lo strumento speciale di Satana. Babilonia sembra rappresentare il cristianesimo corrotto - forse Roma, ma molto più grande e insidiosa di Roma - ed è in base al suo commercio che è giudicata. L’intero capitolo 18 tratta dei mercanti e le mercanzie. Di coloro che si lamentano per la caduta della grande città, dal re al timoniere, tutti lamentano il fatto che il suo fiorente commercio è cessato improvvisamente.

Evidentemente non sarà né la religione né la politica, ma il commercio, che farà rifiorire lo spirito di Babilonia, e che sarà lamentato nella sua caduta.

 

Noi non osiamo dichiarare che il puro commercio sia sbagliato, ma in base alla Parola di Dio diciamo che il suo inizio e collegato con Satana (Ezechiele 28) e la sua fine con Babilonia (Apocalisse 18). E aggiungiamo, per amara esperienza, che il commercio è il campo dove, più che in ogni altro, «la corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza» (2ª Pietro 1:4) insegue inesorabilmente anche i cristiani più retti e, a parte la grazia di Dio, li può facilmente raggiungere e distruggere.

 

Siamo sensibili a Babilonia? I mercanti si lamentano, ma il cielo grida Alleluia! (Apoca1isse 19:1). Questi (dal versetto 1 a 6) sono gli unici Alleluia! registrati nel Nuovo Testamento.

 

Li riecheggiamo noi? Siamo infatti in una sfera pericolosa quando abbiamo a che fare con il commercio. Se a motivo della nostra chiamata c’impegniamo col commercio puro, e se lo facciamo con timore e tremore, potremo con l’aiuto di Dio sfuggire alla rete del Diavolo. Ma se siamo troppo fiduciosi in noi stessi, allora non c’è speranza di sfuggire dall’egoismo e dalla mancanza di scrupoli che tale attività genera.

 

Cosi il problema che ci sta di fronte in questi giorni non è come trattenerci dal comprare e vendere, dal mangiare e bere, dal maritarsi o dare a marito; il problema è di evitare la potenza che sta dietro queste cose per non permettere che essa trionfi su di noi.

 

Qual è, allora, il segreto per tenere le nostre cose materiali nella volontà di Dio?

Non è forse tenerle per Dio, vale a dire, sapere che non stiamo ammassando valori inutili, o accumulando immensi depositi in banca, ma che stiamo ammassando tesori sul Suo c0nto?

 

Voi ed io dobbiamo essere perfettamente disposti a lasciare qualsiasi cosa in qualsiasi momento.

Non importa se lascio duemila dollari o soltanto due. Ciò che importa è se posso lasciare qualunque cosa ho senza il minimo rimpianto.

 

Non voglio suggerire con questo che dobbiamo cercare di dare via tutto; non è questo il punto. Il punto è che come figliuoli di Dio voi ed io non accumuliamo per noi stessi. Se tengo qualcosa è perché Dio ha parlato al mio cuore; se lascio andare qualcosa è per la stessa ragione. Mantengo me stesso nella volontà di Dio e non ho paura di dare se Egli mi chiede di dare. Non tengo niente perché l’amo, anzi lo lascio andare senza rimpianto quando mi viene chiesto di lasciarlo. Ecco quello che vuol dire essere distaccato, libero, separato per Dio.