La potenza di Dio
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È cambiato qualcosa? Grazie a Dio, sì.
Prima eravamo perduti, ora siamo salvati.
Siamo diventati figli di Dio, con tutti i diritti e privilegi che loro appartengono.
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È vero, la nostra POSIZIONE nel cospetto di Dio è cambiata completamente.
Dobbiamo chiederci però, se siamo cambiati NOI. Siamo davvero cambiati?
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Hanno cercato la colpa dentro loro stessi pensando: “Certamente sono stato mancante verso Dio”.
Altri hanno dovuto sostenere una dura lotta contro qualche vizio o peccato che non voleva scomparire.
Altri ancora hanno cercato di condividere la gioia della loro salvezza con altri, sperando che questi si sarebbero convertiti.
Pensavano di aver raggiunto la terra promessa, ma si trovano nel deserto, pur essendo nel cortile.
Pensavano di aver ricevuto una nuova vita piena di gioia ... ma in realtà la gioia non c’è, invece c’è il peccato, la sconfitta e l’aridità.
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Rame tutto intorno ... non ci sarebbe una via di scampo? Dio vuole che le cose rimangano per sempre così?
No, certamente no!
Egli ci mostra una porta che conduce alla pace.
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Come la prima porta, anche la seconda porta è un simbolo di Gesù stesso.
Nello stesso modo in cui Gesù è stato la porta per la quale siamo entrati nel cortile, Egli vuole ora essere la porta che ci conduce nel santuario.
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La soluzione dei problemi di cui abbiamo parlato sopra, si trova in Gesù.
Le colonne e le pareti del tabernacolo sono fatte di legno di acacia, uno dei pochi alberi che riescono a sopravvivere nel deserto.
Arriva un Israelita con una scure, pronto a tagliare l’acacia.
Noi assomigliamo a questa acacia. |
Perciò è giustificabile la seguente domanda: abbiamo o no anche noi questo diritto?
Siamo cioè sacerdoti? La risposta è: SI.
Dio stesso ci ha costituiti «un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato» (1a Pietro 2:9).
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Sussurra: “Non puoi entrare nel santuario come se niente fosse. Devi prima PREGARE molto e SENTIRE qualcosa”.
Ad altri suggerisce: “Non puoi entrare nel santuario così come sei. Dio è santo e tu sei ancora pieno di peccati. Perciò bisogna che ti santifichi”.
Non si aspetta più nulla dalle sue preghiere, ma ha FEDE in ciò che Cristo ha compiuto sulla croce. Non lotta più contro la sua vecchia natura; sa che è già morta.
Non ha più fiducia in ciò che lui potrebbe fare per Dio; invece ora aspetta in fede tutto ciò che Cristo avrebbe fatto in lui.
Non si lamenta più dei suoi peccati e fallimenti; sa ormai che da lui stesso non sarebbe mai provenuto qualcosa di buono. Allora, perché essere deluso di se stesso?!

Il tabernacolo era composto da tre pareti di legno d’acacia; sopra queste pareti vi erano stese quattro tende o teli che servivano da tetto (Es. 26).
Quella esteriore, visibile da fuori, non era tanto bella. Infatti, Cristo non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare (Is. 53:2).
La tenda esteriore era una robusta coperta di pelli di delfino che serviva a proteggere le tende di sotto. 
Sotto la coperta di pelli di delfino si trovava una coperta di pelli di montone tinte di rosso.
Sotto la coperta rossa si trovava un telo di pel di capra.

Sotto questo telo, infine, si trovava il vero tabernacolo, la tenda dai molti colori con i cherubini!