CAPITOLO 2

LA TENDENZA AD ALLONTANARSI DA DIO

 

Essendo stato ognuno di noi schiavo del peccato, siamo pronti ad ammettere che le cose peccaminose sono sataniche; ma crediamo che le cose del mondo sono ugualmente sataniche?

 

Molti di noi, credo, sono ancora indecisi a proposito.

 

La Scrittura, comunque, afferma chiaramente che, «tutto il mondo giace nel maligno» (1a Giovanni 5:19).

 

Satana sa bene che, in linea di massima, cercare di adescare i veri cristiani per mezzo delle cose che sono chiaramente peccaminose è vano e futile. Essi in genere intuiscono il pericolo e lo eludono. Perciò, egli ha progettato piuttosto una seducente rete, così abilmente intrecciata da intrappolare l’uomo più innocente.

 

Noi sfuggiamo i desideri peccaminosi, e a ragion veduta, ma quando si tratta di cose che sembrano così innocue come la scienza, l’arte e l’istruzione, quanto presto perdiamo il nostro senso dei valori e cadiamo preda delle sue seduzioni!

 

Ad ogni modo la sentenza di giudizio del nostro Signore implica chiaramente che tutto ciò che costituisce il “mondo” non è in armonia con lo scopo di Dio.

 

Le sue parole: «Ora avviene il giudizio di questo mondo», implicano chiaramente la condanna di tutto ciò che compone il kosmos, e non sarebbe mai stato emesso se non ci fosse stato in esso qualcosa di radicalmente malato.

Inoltre, quando Gesù dice: «Ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo», sta ponendo l’enfasi non solo sull’intima relazione fra Satana e l’ordine del mondo, ma anche sul fatto che la condanna di questo è vincolata alla sua.

 

Ci rendiamo conto che Satana oggi è il principe dell’istruzione e della scienza, della cultura e delle arti, e che esse, con lui, sono votate alla distruzione?

Ci rendiamo conto che egli è il vero padrone di tutte le cose che insieme compongono il sistema del mondo?

 

  Quando si menziona una sala da ballo o un night-club, la nostra reazione come cristiani istintivamente è di disapprovazione. Per noi quello è il “mondo” per eccellenza.

 

  Quando, invece, per andare all’altro estremo, si discute della medicina o del servizio sociale, la reazione non è la stessa. Queste cose hanno il nostro tacito assenso, e forse anche il nostro entusiastico sostegno.

 

E fra questi due estremi si trovano una schiera di altre cose che variano molto nella loro influenza per il bene o per il male, fra le quali probabilmente nessuno di noi è d’accordo su dove tracciare una esatta linea di separazione.

 

Affrontiamo di nuovo però il fatto che il giudizio è stato pronunciato da Dio, non su certe cose in particolare che appartengono a questo mondo, ma imparzialmente su tutte.

 

Esamina te stesso. Se ti avventuri in uno di questi campi approvati, e poi qualcuno ti dice: Qui hai toccato il mondo, sarai scosso?

 

Probabilmente niente affatto. Ci vuole qualcuno che tu veramente stimi che ti dica chiaramente e seriamente: Fratello, sei stato coinvolto da Satana qui!” per evitare che tu reagisca negativamente. Non è così?

 

Come ti sentiresti se qualcuno ti dicesse: “Hai toccato l’istruzione qui?” , o “Hai toccato la medicina?”, o “Hai toccato il commercio?”

Reagiresti con la stessa misura di cautela che faresti se lui avesse detto “Hai toccato il Diavolo qui”?

 

Se veramente credessimo che tutte le volte che tocchiamo una qualunque di queste cose che costituiscono il mondo noi tocchiamo il principe di questo mondo, allora la tremenda serietà di essere in qualsiasi maniera coinvolti nelle cose mondane non potrebbe non colpirci profondamente.

 

«Il mondo intero giace nel maligno» - non una parte soltanto, ma l’intero!

 

Non dobbiamo pensare neanche per un istante che Satana si opponga a Dio soltanto per mezzo del peccato e della carnalità nel cuore degli uomini; egli si oppone a Dio per mezzo di qualsiasi cosa di questo mondo.

 

Certo, sono d’accordo con te che le cose di questo mondo in un senso sono tutte materiali, senza vita, senza alcun potere intrinseco di nuocerci; tuttavia anche questo stesso fatto suggerisce che esse sono resistenti allo scopo di Dio, com’è, difatti, qualunque cosa nella quale non c’è il tocco della vita divina.

 

La frase ricorrente in Genesi 1, «secondo la sua specie», rappresenta una legge di riproduzione che governa l’intero regno della natura biologica.

 

Essa, comunque, non governa il regno dello Spirito.

 

Generazioni dopo generazioni, i genitori possono generare bambini secondo la loro specie; ma una cosa è certa: i cristiani non possono generare cristiani!

 

Nemmeno quando entrambi i genitori sono credenti i loro figli lo saranno automaticamente; no, neanche nella prima generazione. Ogni volta ci vuole una nuova azione di Dio.

 

E questo principio non è meno vero quando si applica agli affari dell’umanità.

 

Tutto ciò che appartiene alla natura umana continua spontaneamente; tutto ciò che appartiene a Dio continua solo se continua l’opera di Dio.

 

E il mondo è tutto ciò che può continuare indipendentemente dall’atti­vi­tà divina, cioè, può andare avanti da sé, senza bisogno di atti specifici di Dio per mantenerlo in vigoria.

 

Il mondo, e tutto ciò che appartiene al mondo, lo fa naturalmente - è la sua natura – e, ciò facendo, si muove in una direzione contraria al volere di Dio.

 

Cercheremo di illustrare questa affermazione sia dalla Scrittura che dall’esperienza cristiana.

 

 

 Prendiamo innanzitutto il campo della politica.

 

La storia d’Israele nel Vecchio Testamento ci offre l’esempio di una nazione molto privilegiata e del suo governo. Gli Israeliti, ci viene detto, vollero essere uguali alle nazioni circonvicine, così anch’essi desiderarono con tutto il loro cuore un re.

Per un momento, lasciamo da parte Saul e andiamo al punto dove finalmente, a Suo tempo, Dio diede loro il re scelto da Lui per stabilire il regno sotto la Sua propria guida.

 

Ora, anche se questo chiaramente era da Dio, si vide in seguito che la tendenza naturale del regno, come le nazioni”, era di allontanarsi da Lui.

 

Infatti un regno è una cosa di questo mondo, e come tutte le cose mondane, esso tende a una collisione con lo scopo divino.

 

Dovunque nel mondo il governo di una nazione è lasciato a se stesso, segue la sua tendenza naturale che è sempre più lontano da Dio. E ciò che è vero per la politica nazionale secolare si rivelò inevitabilmente vero anche per Israele, la nazione scelta da Dio.

 

Ogniqualvolta Dio cessava la Sua azione specifica nei loro confronti, il Regno d’Israele andava alla deriva, trasportato verso alleanze politiche idolatre.

Ci furono dei recuperi, è vero, ma ognuno d’essi fu chiaramente causato dall’intervento divino, e senza quell’intervento, la tendenza era di scendere sempre più in basso.

 

 


Non ci sorprenderà che la stessa cosa si verifica anche nel campo del commercio.

 

Non posso pensare a nessun’altra sfera dove la tentazione alla disonestà e alla corruzione sia così grande come nel commercio.

Sappiamo tutti qualcosa in proposito. Sappiamo tutti quanto sia difficile rimanere retti e condurre gli af­fari onestamente nel mondo competitivo del commercio. Molti diranno ch’è impossibile, e senz’altro richiede una vita gettata in modo insolito su Dio.

 

Ricordiamo che il nostro Signore ci parla di due uomini contrastanti, uno che ha guadagnato il mondo intero ed ha perso la sua vita, e un altro, un mercante, il quale andò e vendette tutto ciò che aveva per comprare una perla di grande valore.

 

All’ultimo di questi Gesù paragonò il regno dei cieli (Matteo 16:26; 13:45,46).

 

Lo Spirito di Dio spesso ha mosso uomini nel commercio ad agire allo stesso modo. Ci sono state diverse ditte note i cui profitti sono stati devoluti per la propagazione del Vangelo, o usati in altri modi per fini divini.

 

Penso di una società che, all’inizio fu fondata da un uomo d’affari timorato di Dio. Ora, il pio timore è una qualità che può esistere soltanto se è sostenuta dal cielo, ma l’acume per gli affari e l’orga­niz­zazione efficiente che questo crea sono cose che possono perpetuarsi da sole.

Nella prima generazione della storia di queste società troviamo che è stata trasmessa abbastanza vita divina per mantenere ciò che era anche allora una società mondana, ma sicuramente sotto l’autorità di Dio.

Ma con la seconda generazione quella restrizione svanì e, come uno s’aspetterebbe, il commercio scivolò automaticamente nel sistema del mondo.

Il timore di Dio è scomparso, ma il commercio stesso è ancora fiorente.

 

 


Prendiamo, per esempio, un campo apparentemente innocente come l'agricoltura.

 

Qui la Genesi, scritta in un mondo primitivo di pastorizia e agricoltura, ha qualcosa da dirci.

Dopo la caduta di Adamo, Dio fu costretto a dirgli: «ll suolo sarà maledetto a causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu ne mangerai l'erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto».

 

Nessuno direbbe che in Eden, dove fioriva l’albero della vita, lavorare la terra o fare del giardinaggio fosse sbagliato. Era stato stabilito da Dio. Ma, non appena Dio la lasciò andare, essa si deteriorò.

L’uomo fu condannato ad un giro senza fine di lavoro faticoso e delusioni, ed un elemento di perversità ne segnò il frutto.

 

La salvezza di Noè fu il grande movimento di recupero di Dio, nel quale fu dato alla terra un nuovo inizio.

Ma quanto rapido, quanto tragico fu il ritorno dell’uomo allo stato precedente!

Noè, che «era agricoltore, cominciò a piantar la vigna; e bevve del vino e s’inebriò e si scoperse in mezzo alla sua tenda».

 

Naturalmente l’agricoltura in sé non e peccaminosa, ma qui già si dirige nella direzione opposta a Dio. Lasciamola seguire la sua tendenza naturale ed essa farà in modo di prendere un corso diametralmente opposto a Lui.

 

Riconosciamo qualcosa di questo oggi in alcuni di quei disastri fisici come il prosciugamento dei continenti?

 

 


Quanto è diversa la Chiesa, "il campo di Dio"!

 

Per la grazia di Dio e per lo Spirito che dimora in essa, possiede un innato potere vitale che è capace, se essa vi ubbidisce, di tenerla sempre sulla strada che va verso Dio, o di richiamarla su questa strada quando se ne svia.

 

 


Quando passiamo all'istruzione, la Bibbia e l'esperienza hanno entrambe qualcosa da dirci.

 

Parlando allegoricamente, possiamo dire che, rigettando Saul e scegliendo Davide, Dio stava trascurando un uomo scelto per la sua testa (perché era più alto dei suoi pari) in favore dell’uomo del Suo cuore!

Ma, seriamente, uomini come Giuseppe, Mosè e Daniele, della cui sapienza Dio si servì pubblicamente, ricevettero direttamente da Dio l’intelligenza di cui avevano bisogno.

 

Essi tenevano in poco conto la loro istruzione secolare. E l’apostolo Paolo pone chiaramente il sapere fra “tutte le cose” per le quali dichiara: «Ma ciò che per me era un guadagno, l’ho considerato come un danno a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo»  (Filippesi 3:7-8).

 

Egli fece una chiara distinzione fra la sapienza del mondo e la sapienza che viene da Dio (1a Corinzi 1:21, 30).

 

Ma è l’esperienza che dimostra la fondamentale mondanità del sapere in quanto tale.

 

La maggior parte delle università dell’Occidente furono fondate da uomini cristiani il cui desiderio era di dare ai contemporanei una buona istruzione sotto l’influenza cristiana.

Durante la vita dei loro fondatori il tono di queste istituzioni era alto perché questi uomini vi misero un vero contenuto spirituale. Quando, però, morirono, anche il controllo spirituale morì e l’istruzione seguì il suo corso inevitabile verso il mondo del materialismo, lontano da Dio.

 

In alcuni casi ci sarà voluto molto tempo, perché la tradizione religiosa e ben radicata è lenta a morire; ma la tendenza è stata sempre ovvia, e nella maggior parte dei casi è stata ormai raggiunta la destinazione.

 

Quando le cose materiali sono sotto il controllo spirituale esse svolgono il giusto ruolo subordinato.

 

Liberate da questo freno, esse manifestano molto presto la potenza che giace dietro di esse.

 

Si afferma la legge della loro natura e il loro carattere mondano viene dimostrato dal corso che esse prendono.

 

 



L'estensione dell'impresa missionaria nella nostra era ci dà l'opportunità di esaminare questo principio nelle istituzioni religiose dei nostri giorni e del nostro paese.
 

Oltre un secolo fa la Chiesa cercò di stabilire in Cina scuole e ospedali con un tono spirituale ed un obiettivo evangelistico.

In quei giorni non venne data molta importanza agli edifici, mentre venne posta enfasi sul ruolo delle istituzioni nella proclamazione del Vangelo.

 

Dieci o quindici anni fa potevi andare sullo stesso posto e trovavi istituzioni molto più grandi e più belle delle originali, ma in confronto ai primi anni, molto meno convertiti. Oggi molte di quelle splendide scuole e università sono diventate puri centri d’istruzione, privi del tutto di ogni vero motivo evangelistico, e quasi allo stesso modo, molti degli ospedali esistono solamente come luoghi di guarigione fisica e non più spirituale.

 

Gli uomini che li fondarono avevano, dal loro cammino stretto con Dio, mantenuto queste istituzioni salde nella volontà di Dio; ma quando essi morirono, le istituzioni stesse presto gravitarono intorno a valori e fini mondani e, cosi facendo, si qualificarono come cose del mondo.

 

Non dovremmo sorprenderci che sia così.

 

Nei primi capitoli degli Atti leggiamo di un caso che portò la Chiesa a istituire un soccorso per i santi poveri. Quell’urgente istituzione di servizio sociale fu chiaramente benedetta da Dio, ma fu di natura temporanea.

“Come sarebbe stato bello se fosse continuata!” dirai. Solo una persona che non conosce Dio potrebbe dire questo.

Se quelle misure di soccorso fossero state prolungate indefinitamente, senz’altro avrebbero virato in direzione del mondo, una volta che l’influenza spirituale in azione all’inizio fosse cessata. È inevitabile!

 

C’è, infatti, una distinzione fra la Chiesa costruita da Dio e quei validi sottoprodotti sociali e caritatevoli, cha sono stati creati da essa di tanto in tanto tramite la fede e la visione dei suoi membri.

 

Questi, benché siano stati originati da una visione spirituale, posseggono un potere di sopravvivenza che la Chiesa non ha. Sono opere cha la fede dei figliuoli di Dio può iniziare e sperimentare, ma che, una volta mostrata la via e stabilito il livello professionale, possono facilmente essere sostenute o imitate da uomini del mondo cha non hanno nessuna fede.

 

La Chiesa di Dio, ripeto, non cessa mai di dipendere dalla vita di Dio per il suo mantenimento.

  • Immagina, in una città d’oggi, una chiesa vivente con la sua comunione, preghiera e testimonianza del Vangelo, e i suoi numerosi focolari e centri di attività spirituale. Da qui a qualche anno cosa troviamo?

Se il popolo di Dio Lo ha seguito fedelmente e in obbedienza, essa sarà un posto pieno più che mai della luce a della vita del Signore e della potenza della Sua Parola; ma se, infedele a Lui, abbandona la visione di Cristo, essa potrebbe essere diventata facilmente un posto dove si predica l’ateismo.

 

In quel momento come Chiesa avrà finito di esistere, perché la Chiesa dipende da una continua infusione di nuova vita da Dio per poter esistere, e non può sopravvivere un giorno di più senza di essa.

 

  • Ma supponiamo cha a fianco di questa chiesa ci sia una scuola o un ospedale o una casa editrice, o altra istituzione religiosa, creata in feda dagli stessi membri della chiesa.

Diciamo che il loro servizio sia ancora necessario e continui ad esistere da qui a dieci anni e non sia stato rimpiazzato da alcun ente privato o statale, allora è probabile che quell’opera funzioni ancora ad un livello di servizio e d’efficienza non meno lodevole di prima.

Data per scontata una conoscenza pratica dall’ordinaria amministrazione, un collegio o un ospedale può continuare ad andare avanti in modo efficiente ad un livello puramente istitutivo senza alcun nuovo influsso di vita divina. La visione può essere svanita, ma l’istituzione va avanti a tempo indeterminato.

 

Essa è diventata non meno mondana di qualunque altra cosa che può essere sostenuta senza la vita di Dio. E tutte le cose come questa sono incluse nella sentenza di Dio: «Ora avviene il giudizio di questo mondo».

 

 

Supponiamo che ti chiedessi: “Che lavoro svolgi?” e che tu risponda: “il medico”.

Tu dici questo senz’aver coscienza d’altro se non d’orgoglio per la natura compassionevole della tua chiamata, e senz’alcun sentore del potenziale pericolo che stai correndo.

 

Ma se ti dicessi che la scienza medica è un’unità del sistema che Satana controlla, allora cosa dici?

 

Presumendo che come cristiano tu mi prenda sul serio, sei subito allarmato, e potresti reagire chiedendoti se non sia addirittura il caso di abbandonare la tua professione.

 

No, non cessare di fare il medico! Ma cammina adagio, perché sei su un territorio che è governato dal nemico di Dio, e a meno che tu non stia molto attento, sei esposto come qualsiasi altro a cadere preda dei suoi stratagemmi.

 

O supponi che tu sia un ingegnere, o un contadino, o un editore.

Fa’ attenzione, perché anche queste arti sono cose del mondo, proprio come andare in un luogo di divertimento o un luogo malfamato. A meno che non cammini attentamente, in qualche modo sarai preso nella rete di Satana e perderai la libertà che hai come figlio di Dio.

 

Allora, chiederai, come possiamo essere liberati dai suoi ingarbugli?

 

Molti pensano che fuggire dal mondo sia una questione di consacrazione, di dedicarsi di nuovo e in modo più completo alle cose di Dio. No, è una questione di salvezza.

 

Per natura siamo tutti intrappolati nel sistema di Satana, e non abbiamo nessuna via di scampo se non la misericordia di Dio.

 

Tutta la nostra consacrazione non può liberarci; dipendiamo soltanto dalla Sua compassione e dalla Sua opera redentrice per essere salvati. Egli è capace di farlo, e il mezzo per cui lo fa sarà il tema del prossimo capitolo.

 

Dio può porci su una roccia e non farci scivolare. Aiutati da Lui, possiamo porre il nostro mestiere o la nostra professione al servizio della Sua volontà per tutto il tempo che Egli vuole.

 

Ma lasciatemi ripetere ancora una volta che la tendenza naturale di tutte “le cose che sono nel mondo” è di andare verso Satana e allontanarsi da Dio.

 

È possibile che alcune istituzioni siano state stabilite da uomini spirituali con uno scopo diretto verso Dio, ma non appena il freno della vita divina viene tolto, esse automaticamente deviano e prendono l’altra direzione.

 

Nessuna meraviglia, dunque, che gli occhi di Satana sono sempre fissi sulla fine del mondo, e la prospettiva che in quell’epoca tutte le cose del mondo ritorneranno a lui.

 

Ora, e sempre, esse si muovono nella sua direzione, e alla fine dei  tempi dovrebbero raggiungere il loro scopo. Questo pensiero, qualunque sia l’unità del sistema che tocchiamo, dovrebbe farci fermare, per timore di essere trovati inavvertitamente ad aiutarlo nella costruzione del  suo regno.