SARA: LA DONNA CHE CREDETTE ALLE PROMESSE DI DIO.

SARA: LA DONNA CHE CREDETTE ALLE PROMESSE DI DIO.

(Per studiare a fondo la vita di Sara, studiare la Bibbia da Genesi 11:29 a Genesi 23:20)
 

SARA

 

Riportiamo, per cominciare, due diverse versioni del passo in esame per meglio evidenziarne la bellezza:

 

«Per fede anche Sara, sebbene sterile e fuori dell'età, ricevette la forza di concepire perché ritenne fedele Colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare» (Ebrei 11:11-12)

 

«Per fede anche Sara, benché fuori d’età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele Colui che aveva fatto la promessa. Perciò da una sola persona, e già svigorita, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva del mare che non si può contare» (Ebrei 11:11-12 – Nuova Riveduta)

 

 

PUNTI PRINCIPALI DELLA VITA DI SARA NELLA BIBBIA

 

Viene citata per la prima volta nella Bibbia in Genesi 11:29 come moglie di Abraamo.

 

- È la sua sorellastra ed è la madre di Isacco.

 

Visse 127 anni (Gen. 11:29; 20:12; 21:3; 23:1Is. 51:21° Piet. 3:6).

 

Era sterile (Gen. 11:30), ma, quando aveva 65 anni, Dio le promise che avrebbe avuto un figlio.

(In Genesi 17:17 apprendiamo che Abramo e Sara avevano una differenza di età di dieci anni e da Genesi 12:4 impariamo che Abramo aveva 75 anni quando fu chiamato partì da Charan e ricevette (Genesi 12:7) la promessa di Dio di una progenie.

 

- Dovette però attendere fino a 90 anni perché nascesse Isacco (Gen.16:1; 17:15-21; 18:2-15; 21:1-8Rom. 4:19; 9:9Gal. 4:22-31Ebr. 11:11).

 

Morì a Chiriat-Arba (Ebron) e fu sepolta nel campo di Macpela che Abraamo aveva comprato da Efron (Gen. 23:2-20).

 

Si chiamava Sarai prima che Dio le cambiasse il nome in Sarah (Gen. 17:15).

 

 

IL NOME E IL PIANO DI DIO

 

"Sara", il cui nome significa «principessa», è citata 35 volte come Sara e 16 volte come Sarai.

 

Questa donna, sterile, incarna la sofferenza per la maternità mancata, ma al contempo ha dentro di sé una grande forza di volontà a non rassegnarsi e ricorre ai metodi allora consentiti.

 

Sara non è l’unica donna nella Bibbia che si trovi impedita, sterile: vedi per esempio Anna moglie di Elkana (Cfr. 1° Sam. 1,1ss).

Per questa sua grande forza le viene mutato il nome: «Dio disse ancora ad Abramo: non chiamare più tua moglie Sarai; d’ora in poi il suo nome è Sarah. per mezzo di lei ti darò un figlio» (Gen. 17,15-16).

 

Il Signore la benedice per questa sua forza di volontà, visita Abramo e fa una promessa gloriosa che presto si adempirà.

 

 

Perché questo cambiamento di nome da parte di Dio?

 

Nella Bibbia, il cambiamento del nome, indica un progetto di Dio sulla persona, sul popolo.

 

Infatti, il nome Sarai significa “nobile, distinta”; mentre Sarah significa “Mia principessa”; Sarah, infatti, sarà madre di numerosi re.

 

Qui, passando da Sarai a Sarah, abbiamo un gioco di parole che nella lingua ebraica assume vari significati.

 

In certi casi, in ebraico il suffisso (lettera che si aggiunge alla fine del nome) in i indica un  suffisso di possesso.

 

Il fatto che il primo nome di Sara fosse Sarai (terminante in i) sembra sottolineare la sua presunzione di assumere delle decisioni e valutare la soluzione da prendere per un certo problema, così da poter decidere in cuor suo di dare la sua ancella al marito per aiutarlo a garantire la discendenza; discendenza che ella desiderava tanto, ma che Dio le aveva già promesso.

Ma non era quello l’aiuto che Sarai poteva dare a suo marito!

 

Il significato del suffisso h = naturale (indica, appunto, naturalezza, semplicità) riferito a Sararivela, questa volta, la sua capacità di rinunciare a ogni possessiva presunzione di sé a vantaggio della propria semplice natura di donna e di madre responsabile di figli autentici.
 

 

LA SUA CONDIZIONE                                                                

 

Ella segue silenziosamente e docilmente Abramo nel suo pellegrinare dietro la voce del Signore verso la terra promessa (cfr. "Genesi 12").

 

Lungo questo viaggio pieno di peripezie, di fatiche, di notti oscure, seppure trapuntate di stelle, ella gli è sempre accanto come sposa, come sorella, come madre, come donna saggia che gli attira benevolenza...

 

Ma nasconde nel cuore una ferita che vela di tristezza la sua esistenza: è sterile.

 

Ed ecco che un giorno, mentre ormai anziana dimora con Abramo nella tenda presso la quercia di Mamre, il Signore la visita e le dà l’annunzio di una maternità umanamente impossibile.

 

"JHWH" si rivela così come Colui che può e vuole operare meraviglie di grazia nell’estrema debolezza e impotenza umana.

 

Al tempo stabilito, davanti al tanto desiderato dono, Sara esclama: «Motivo di lieto riso mi ha dato Dio», e chiama il bambino Isacco.

 

- SARA ASPETTò 25 ANNI DALLA PROMESSA ALLA SUA REALIZZAZIONE!

 

- VIENE CITATA TRA GLI EROI DELLA FEDE!

 

La caratteristica che la contraddistingue è la seguente:

 

- “nonostante sia stata provata,

- abbia dovuto aspettare,

- sia stata derisa,

- sia caduta tante volte,

 

non ha mai perso la consapevolezza che Dio è fedele e quello che Egli ha promesso lo mantiene!

 

- ROMANI 4 : 18 – 21 è la sintesi della vita di Sara e di suo marito!

 

- Le promesse di Dio sono fedeli!

Non smettere di credere alle sue promesse. (Ebrei 10 :23 1° Re 8:56; 2°Cor. 1:20)

 

 

SARA SI TROVA NEL POSTO GIUSTO PER RICEVERE  LA PROMESSA

 

GENESI 18:9-15.

 

“Dove è tua moglie Sara?” fu chiesto ad Abramo.

Notate la risposta, “Nella tenda”. Ovvero subito a disposizione, e nel posto giusto; occupata nelle sue faccende familiari.

 

Non si ottiene niente andando a destra e a sinistra in cerca di soluzioni umane.

È più probabile che si ricevano le consolazioni di Dio e le Sue promesse solo se si è nel posto giusto e si compie rettamente il proprio dovere (Luca 2:8,12).

 

I credenti sono i destinatari dalla promessa Divina che li rinfranca e li fa riposare al sicuro.

 

 

QUALI SONO LE PROMESSE CHE DIO HA FATTO AI CREDENTI?

 

 Vita eterna (Giovanni 3:14-16)

 

 Adozione divina (Giovanni 1:12)

 

 Salvezza (Romani 1:16)

 

 Nutrimento per l’anima (Salmo 37:4)

 

 Benedizioni spirituali (Marco 9:23)

 

 Esaudimento di preghiera (Marco 11:24)

 

  Pienezza spirituale (Giovanni 6:35)

 

 Luce nel cammino (Giovanni 12:46)

 

 Potenza nel servizio (Giovanni 14:12)

 

 Liberazione (Salmo 34:19-20)

 

 Sostegno nella malattia (Salmo 41:3)

 

 Conforto nella prova (2° Corinzi 4:17)

 

 Una dimora eterna (Giovanni 14:1-2)

 

 Regno eterno con Cristo (Apocalisse 3:21)

 

 Battesimo nello Spirito Santo (Atti 2:38-39)

Ce ne sono tante altre, ma non basterebbero fogli per poterle scrivere. Quello che è sicuro è che le promesse di Dio hanno delle caratteristiche:

 

- Si realizzano sempre (1° Re 8:56)

 

- Sono garantite dal potere di Dio (Rom. 4:21)

 

- Sono fondate su Cristo (2° Cor. 1:20)

 

- Hanno valore eterno (1° Pietro 1:4)

 

- Hanno per fine la vita eterna (1° Giov. 2:25).

 

 

TAPPE DELLA VITA DI SARA

 

-  Moglie di Abraamo (Gen.11:29)

 

-  Segue il marito nella chiamata a Canaan (Genesi capitolo 12)

 

-  Segue il marito e gli è sottomessa quando scendono in Egitto (12:10-20).

 

Le nostre scelte sbagliate ci portano sempre a commettere degli errori.

 

Nonostante la sua fede, Abramo non era un uomo perfetto e lo dimostra qui quando organizza questo piano per cercare di prosperare con i propri mezzi recandosi in Egitto: egli infatti sa di non poter chiedere a Dio che non accada nulla a Lui e alla sua famiglia dal momento che si stava allontanando dal luogo che invece Dio aveva stabilito per Lui; usa la mezza verità [effettivamente Sara era figlia di Tera e sorellastra di Abraamo], ma Dio lo salva da un grave peccato.

 

Ricordiamo che l’infedeltà non paga mai, anzi genera solo ulteriori problemi a chi la esercita e quelli che lo circondano.

 

-       Nonostante il Signore rinnovi per ben 2 volte le sue promesse ad Abramo  (Cap. 13:14-18; cap 15) dopo  averle già preannunciate alla sua chiamata nel capitolo 12, Sara vive un momento di debolezza e di sconforto che la porta a  guardare e scegliere una soluzione umana e materiale (16:1 -3)

 

-       La sua umana e sconsiderata decisione di non aspettare i tempi del Signore le portano come risultato una situazione ancor più amara della prima : non solo è ancora sterile, ma ora è anche disprezzata! (Gen. 16: 4-5).

 

-       La sua collera arriva al punto che caccia via di casa la schiava Agar (Gen.16:6).

 

I latini amavano citare un proverbio che dice: “homo faber fortunae suae”, volendo intendere che l’uomo è responsabile con le proprie azioni e decisioni di quello che gli accade in bene e in male.

La Bibbia, invece, ci esorta a riporre la nostra sorte nel Signore (Salmo 37:5).

 

Egli ha sempre il pieno controllo di tutto quello che ci accade ed ha un piano glorioso per la nostra vita!  (Geremia 29:11).

 

Dobbiamo saper aspettare con pazienza i Suoi tempi poiché «sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio ...» (Romani 8: 28).

Non lasciamoci prendere dal desiderio umano e carnale di voler vedere realizzate le promesse di Dio, i nostri sogni e desideri, quando e come decidiamo noi!

 

Ricordiamoci chi siamo noi e chi è Dio!

 

Se abbiamo scelto di credere in Lui e Gli abbiamo affidato la nostra vita, beh allora dobbiamo continuare a sperare e ad attendere, perché Egli farà ogni cosa buona a suo tempo. (Salmo 121; Salmo 123:2; Isaia 60:22; Giobbe 35:14).

 

Quale fu il risultato di questa sua collera?

Nessuno!

Accrebbe soltanto la sua tristezza, quella di suo marito e dell’unico SUO “Figlio” che stava per nascere.

 

C’è di più.

 

Pensate che da quella scelta scellerata di Sara di far unire Agar ad Abramo è nato Ismaele dal quale è nato il popolo Arabo!

 

Ancora oggi la critica situazione del Medio Oriente vede contrapposti in una guerra fratricida i discendenti di Ismaele con quelli di Isacco, il Figlio della promessa, dal quale discendono gli Ebrei . . .

 

Quanto può costare non aspettare i tempi e le promesse di Dio?!

 

 

È meglio aspettare e confidare nella Parola di Dio (cfr. Abacuc 2:3).

 

-  Dio cambia il suo nome da Sarai “nobile” a Sarah (che noi abbiamo italianizzato in “Sara”) “principessa” (17:15)

 

-  Riceve la benedizione di Dio tramite Abraamo (17:16)

 

- Sara ascolta in prima persona le parole di Dio e le promesse rivolte alla sua vita (18:9-1)

 

-  Sara, ormai vecchia, mette in dubbio la promessa di Dio e ride! (18:11-12)

 

-  Viene rimproverata dal Signore (18:13)

 

 Dio le chiarisce un concetto: “Egli è l’Iddio dell’impossibile!” e ribadisce la Sua promessa. (18:14).

 

 

Pensa per un attimo alla situazione che stai vivendo, e pensa alle promesse che hai ricevute …

 

Bene! Probabilmente le due cose sembrano viaggiare in senso opposto, come le auto su due corsie opposte dell’autostrada: non è possibile che queste promesse si realizzino, come non è possibile fare inversione di marcia su un autostrada ad alta velocità!

Questa è la logica umana, ma la logica di Dio ha delle leggi e dei fondamenti secondo i quali i morti risuscitano (Giov 11:43-45), le acque del mare si aprono (Esodo 14), i ciechi recuperano la vista (Giov 9:1-32) (Luca 7:22) e le sterili partoriscono (Gen. 21:1-2).

 

Dio può creare un ponte sull’autostrada  del tuo cuore per permettere ai tuoi sogni di conciliarsi con la sua volontà!

Allora anche per te si compirà il miracolo divino e tu potrai scoprire ancora una volta che niente è impossibile a Dio! (Luca 18:27; Zaccaria 8:6; Matteo 17:20 e 19:26; Giov 11:40)

 

 

-  Cerca di nascondere i propri errori e la sua incredulità quando è scoperta da Dio (18: 15).

 

Non possiamo nascondere nulla a Dio, il Quale conosce i nostri pensieri ancora prima che noi li formuliamo (Salmo 139); non cerchiamo quindi di riparare ai nostri errori cercando di rattoppare i buchi di un’illusoria veste di giustizia; piuttosto confessiamoli e rendiamoci disponibili nell’accettare le nostre debacle e nell’ammettere i nostri fallimenti, confidando in Dio che ci accoglie perché è un grande Perdonatore e pieno di misericordia! (Isaia 29:15-16; 1° Giov 1:9)

 

-  Ancora una volta la Bibbia ci mostra come Sara sia sottomessa ad Abraamo in tutto il periodo che va dalla promessa alla sua realizzazione, ma anche come ella spesso sia debole e incapace di riparare agli errori del marito (Capitolo 20).

 

Vogliamo noi invece essere pronti a incoraggiare i coniugi e i familiari e saperli riprendere quando si stanno allontanando dalla volontà di Dio, per non sciupare il Suo piano per noi.

 

 

-  Il Signore visita Sara (21:1-2) e le dona Isacco (verso 3).

 

 Dio dona a Sara il vero sorriso, non momentaneo e incredulo come quello che aveva avuto all’udire la promessa, ma quello duraturo e pieno di fede nel momento in cui abbraccia la promessa (21: 6-8).

 

 

IL SORRISO DI SARA

 

La storia di questa donna insegna che non esiste situazione disperata che Dio non sappia capovolgere: «Tornerò da te alla stessa data e Sarah avrà un figlio» (18,14).

 

Nella Bibbia il riso ha vari significati, ma nel riso di Sarah e nella sua autodifesa possiamo leggere il nostro riso, le nostre finzioni dinanzi alla Parola di Dio, dinanzi a quella Parola che continuamente chiama.

Ma è un riso che Dio sa trasformare in nuova umanità, promessa, certezza, vita, dono per l’altro… perché il Signore «non ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata» (Is. 62:4).

 

Il figlio che nasce prenderà nome Isacco, cioè “JHWH ha riso”.


Sì, Dio ride dinanzi agli ostacoli.

Il Suo riso spazza via ogni nostra perplessità, paura, ogni male degli uomini: «Colui che è assiso nei cieli se ne ride, il Signore si fa beffe» (Sal. 2,4; cfr anche Sal. 37,13; 59,9).

 

«È un riso che disarma nel senso più vero, privando della sua forza l’apparente potente predominio dell’incredulità e dell’arroganza»

 

Possa Dio mutare il nostro effimero sorriso di incredulità, in uno splendido sorriso di Gloria nel realizzare le sue promesse!

 

Dio è fedele, ma noi, come Sara, non dobbiamo mai smettere di sperare e confidare in Dio; è vero che questa donna ebbe dei dubbi e dei ripensamenti, che venne meno nel cammino, ma, stando a quanto dice la Bibbia, fu proprio la sua fedeltà e la sua speranza certa in Dio la condizione mediante la quale Dio poté manifestare la Sua fedeltà nella vita di questa donna (cfr. Ebrei 11:11).

 

Fidiamoci delle promesse di Dio e, come Sara, riceviamo da Lui la forza per credere a queste promesse anche quando siamo deboli!

 

 

«Nel tempo che Dio aveva fissato» (21:2).

 

C’è un tempo che Dio fissa per Sarah, per ciascuno di noi, per farci visita. Nel tempo stabilito, il riso di Dio visita Sarah portando vittoria sulla sua sterilità, portando il dono di generare, il miracolo della nascita, il passaggio dall’essere infecondo ad essere fecondo: la vita; perché essere visitati da Dio è incontrare la vita.

 

-  Scaccia di nuovo Agar con suo figlio Ismaele per gelosia! (Genesi 21:9-13).

Ricordiamoci sempre che l’adempimento delle promesse di Dio in nostro favore, non dipende dal fallimento degli altri: nessuno mai potrà toglierti ciò che Dio ti ha dato o ti ha promesso!

In cielo non ci si arriva sgomitando, ma tendendo le mani verso gli altri.

 

Dio è così grande eppure noi lo facciamo tanto piccolo quando con le nostre capacità umane cerchiamo di metterlo comodo per attuare il Suo piano nella nostra vita, forse cercando pure di scalzare qualcuno e di liberarci la strada davanti a noi!

Non è così! L’unica cosa che ci è richiesta è la fedeltà e la sottomissione alla sua Parola, e quello che Egli ha decretato per la nostra vita quello avverrà.

 

Non sono gli altri che possono impedire il piano di Dio nella tua vita, solo tu stesso puoi farlo! Che Dio ci aiuti a restare sottomessi alla sua Parola e alla sua volontà, volgendo lo sguardo verso di Lui e vivendo in funzione delle promesse che ci ha rivolte, non con spirito di gelosia e contesa, ma con amore e sincerità, desiderando la prosperità non solo nostra, ma anche di tutti quelli che ci circondano ( Giobbe 38; Proverbi 16:1 e 21:5).

 

 

La morte di Sara a Ebron - FIGURA SIMBOLICA E ALLEGORICA  DI SARA COME GERUSALEMME!  (Genesi 23)

 

San Paolo nella lettera ai Galati 4,22-31 scrive che Sara e Agar (la sua schiava) rappresentano due patti.

 

Agar rappresenta il Patto della Legge stipulato con Mosè sul monte Sinai e la città di Geru­sa­lem­me «che genera figli per la schiavitù».

 

Sara invece rappresenta la «Gerusalemme di sopra» in base al nuovo Patto stipulato con Gesù, durante l'ultima cena e che rende liberi i figli di Dio.

 

 Ismaele deve la sua nascita al connubio carnale di Abramo con Agar; egli non è l'oggetto di alcuna promessa e nasce in virtù delle leggi naturali senza alcun intervento speciale della potenza di Dio.

Non così Isacco, il quale nacque in virtù di una promessa divina che implicava un intervento speciale di Dio per ridare ai vecchi genitori Abramo e Sara il vigore naturale necessario.

 

 Isacco è un bellissimo esempio della nostra nuova nascita che avviene per un miracolo di DIO, per la promessa che, chi Crede in Gesù e Lo accetta come personale Salvatore, diviene una nuova creatura (2° Cor. 5:17 ), ed eredita la Gerusalemme celeste, cioè la vita Eterna con il Signore.

 

 

L’INTERPRETAZIONE FILOSOFICA vs  QUELLA DI PAOLO

 

Per quanto concerne la storia di Abramo e delle sue mogli, è istruttivo il confronto tra l'interpretazione allegorica datane da Filone, noto filosofo, e quella che ne dà Paolo apostolo nel brano citato.

 

Filone vede in Abramo l'anima umana che progredisce verso la conoscenza di Dio. Prima egli si unisce con Sara, poi con Agar. L'unione con Sara che rappresenta la divina sapienza è prematura, perciò sterile. Ad Abramo vien consigliato di unirsi con Agar il cui nome vale "soggiorno" e che significa l'educazione transitoria e preparatoria delle scuole: la scienza mondana.

 

Dopo esser passato per questa preparazione, Abramo si unisce nuovamente con Sara e questa volta ne ha una progenie che moltiplica grandemente.

 

Isacco rappresenta la sapienza o i sapienti, Ismaele i sofisti e i loro sofismi che devono alla fine cedere il posto alla sapienza.

 

Da questo esempio si vede quanto più alto, più vero, sia l'intuito di Paolo secondo il quale, nella famiglia di Abramo che è, in miniatura, la Chiesa di Dio di quel tempo, siano raffigurate in miniatura le grandi esperienze del popolo di Dio nel corso dei secoli.

 

 

QUINDI:

 

 Il monte Sinai da cui procedette il patto della servitù corrisponde alla Gerusalemme presente, cioè alla Gerusalemme capitale e centro del giudaismo, per opposizione alla Gerusalemme di sopra, capitale del regno messianico, centro del popolo dei figli di Dio che godono della libertà data loro da Cristo.

La Gerusalemme d'ora, come già Agar, è in istato di schiavitù spirituale sotto alla legge, insieme coi suoi figli che sono la nazione intera, finche ricusa d'accettare la libertà in Cristo.

 

 

 L'altro patto, è quello che procede dal Golgota e che genera la libertà.

Esso è rappresentato da Sara che risponde alla Gerusalemme di sopra, la quale è libera insieme coi suoi figli.

 

Ed è questa Gerusalemme ch'è la nostra madre».

 

La Gerusalemme di sopra (o da alto) non è una città materiale situata in qualche luogo nei cieli; ma è la capitale ideale del popolo dei credenti in Cristo, la capitale di quel regno messianico ch'è chiamato «il regno di Dio» e «il regno dei cieli», perché di natura non carnale e terrena, ma spirituale, santa e celeste.

 

Questa Gerusalemme nuova che è la Chiesa degli eletti, ora militante, e a suo tempo trionfante, è libera dal giogo della legge; vive sotto la grazia ed è animata e guidata dallo Spirito che è il principio della vita superiore dei redenti di Cristo (Romani 6:2; Galati 5:18,25).

 

Perciò Paolo la chiama la nostra madre, madre dei cristiani tutti, sia etnici che giudei.

Il verso 27 del testo conferma questa considerazione citando appunto la promessa di Isaia 54:1

 

 

Attenzione!!!: è vero che qui Paolo ha usato un’allegoria e lo dice espressamente, ma questo non significa che dobbiamo interpretare i testi della Bibbia in chiave allegorica come alcuni fanno, ricordandoci invece che la stessa Parola ci dice che «Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare all giustizi, perché l’uomo di Dio ia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2° TIMOTEO 3:16).

 

 

Riporto in chiosa a queste considerazioni, la sinopsi di un famoso teologo e studioso della Bibbia, il quale a proposito di questa narrazione dice:

 

 

AGAR

 

“Agar ebbe da Abramo un figlio che nacque per virtù delle semplici leggi naturali, un figlio che dovea essere schiavo come sua madre, un figlio che nutrì odio e disprezzo verso il vero erede delle promesse.

Agar è il tipo del patto legale originato al Sinai, patto che dà grande importanza alla discendenza carnale da Abramo e che mantiene il popolo in servitù sotto il giogo della legge senza potergli dare il senso della pace con Dio.

Ma Agar può considerarsi ancora, per analogia, come il tipo di tutte le chiese, di tutti i sistemi dottrinali ed ecclesiastici che danno una importanza vitale a tutto quel ch'è esterno e rituale, fino ad attribuire per es. la rigenerazione dei cuori al battesimo d'acqua, fino a trasformare la commemorazione della morte di Cristo in una ripetizione del suo sacrificio, valevole per i vivi e per i morti; sistemi che insegnano ai loro adepti la salvazione per mezzo delle opere umane, e mantengono per tal modo le anime nella servitù di una perpetua paura di Dio, perchè resta lor nascosto l'amor del Padre manifestato da Cristo il quale solo può dare alla coscienza la pace e l'allegrezza della salvezza; sistemi che sono, per loro natura, intolleranti e persecutori perchè attribuiscono alla Chiesa visibile (talvolta ad una sezione di essa) dei poteri dommatici e disciplinari che Cristo non le ha mai conferiti.

Ogni sistema che, nell'ordine religioso, crea degli schiavi, dei minorenni perpetui, è in contraddizione collo spirito del nuovo Patto ch'è spirito di libertà filiale”.

 

 

SARA

 

La Gerusalemme di sopra, la Chiesa del Nuovo Patto simboleggiata da Sara è qui descritta con rapidi tocchi che ne mettono in risalto i gloriosi privilegi.

 

a)    Essa è libera: libera dalla maledizione e dal giogo della legge, perchè Cristo l'ha riscattata col suo sangue.

 

b)    Essa è madre d'innumerevoli figli d'ogni nazione, d'ogni lingua e d'ogni paese, i quali sono stati generati a vita nuova mediante la predicazione del Vangelo della grazia a tutti i popoli.

 

c)    Essa è madre dei figli che son nati non in virtù della carne, poichè quel ch'è nato dalla carne è carnale; ma son nati per la virtù divina dello Spirito che solo crea la vita spirituale unendo le anime al Cristo ch'è via, verità e vita.

 

d)    Essa, coi suoi figli, è odiata dal mondo degli uomini che sono alieni dalla vita dello Spirito; ma le beffe e le persecuzioni del mondo non durano che per un tempo e non la possono distruggere.

 

e)    I suoi figli possiedono fin d'ora le primizie dei beni della salvazione, la pace del perdono, l'adottazione, lo Spirito, la libertà, beni che nessuno può loro rapire e di cui godranno appieno nel tempo determinato da Dio.

 

Ben possono proclamarsi beati coloro che sono figli diuna tal madre spirituale.

AMEN!!!

 

CONCLUSIONE

 

Vogliamo anche noi essere ricordati come questa donna: “uomini e donne che credono alle promesse di Dio, che non si scoraggiano davanti agli eventi avversi, che aspettano il tempo del Signore, e alla fine realizzano le meraviglie della grazia di Gesù Cristo il benedetto in Eterno!

 

Dio ci benedica