PERDONO APPARENTE E PERDONO SOSTANZIALE; PERDONO UMANO E PERDONO DIVINO.

PERDONO APPARENTE E PERDONO SOSTANZIALE; PERDONO UMANO E PERDONO DIVINO.

Mi chiamo Caterina e desidero condividere la mia testimonianza di credente nella speranza che la mia esperienza di vita possa essere di aiuto e di edificazione a quanti possano trovarsi in situazioni simili e ricevere una mano a superare la propria difficoltà.

 

Devo riconoscere che gli interventi di Dio in grazia nella mia vita sono stati tanti e tali che, sia gloria al Suo Nome, per poterli descrivere dovrei avere molto più spazio di quello consentito in una testimonianza, sicché ho deciso di suddividere l’esposizione dei fatti in più parti, limitandomi in ciascuna di esse a raccontare solo un aspetto dei variegati interventi dell’amore di Dio verso di me.

  • A chi non è mai capitato di sentirsi abbandonato, ferito o incompreso proprio dalle perone delle quali ci si fida di più, quelle da cui ci si aspetta comprensione, aiuto o appoggio morale?
  • A chi non è mai capitato di aver ricevuto parole ed osservazioni che offendono e feriscono nel profondo del cuore?
  • A chi non è mai capitato di essere o sentirsi tradito dal proprio amici, parente o fratello in Cristo?

Anche a me sono capitate situazioni simili e reagivo, prima esprimendo rabbia e delusione, poi decidendo di passare sopra l’accaduto e perdonare.

Ma in realtà mi imponevo e mi autoconvincevo solamente di perdonare, perché, invece, assumevo un atteggiamento di indifferenza e di distacco, allontanando la persona che in qualche modo mi aveva ferita. Inoltre, mentre assumevo un atteggiamento esteriore calmo e gentile, nel mio intimo mi autocommiseravo credendomi vittima della cattiveria altrui e devo ammettere che, in realtà, anziché perdonare, come pensavo di aver deciso di fare, fingevo e mentivo a me stessa, sicché alla prima occasione in cui ero costretta ad incontrare quella persona, ero sì gentile e sorridente, ma nel mio cuore si scatenava una tempesta e quella ferita si approfondiva sempre di più.

 

Poco più di un anno fa, nel giro di dieci giorni, mi capitò di ricevere in contemporanea incomprensioni, accuse infondate e indifferenza da più persone del mio ambiente e proprio in uno dei periodo più difficili della mia vita.

Ero talmente ferita, delusa e sfiduciata che mi chiusi in me stessa e per ben tre mesi non uscii di casa.

 

Quello che era accaduto era troppo per me e non ce l’avrei fatta ad incontrare quelle persone. Non ce la potevo proprio a “far finta di niente”, per cui mi sentivo interiormente ipocrita nei loro confronti e soprattutto verso Dio che, lo sapevo bene, leggeva nel profondo del mio cuore e non si fermava certo all’apparenza.

 

Non riuscivo a capire perché mi stava accadendo quella situazione, non trovavo una valida spiegazione; mi sentivo tanto vittima di cattiverie ingiustificate e … mi autocommiseravo.

Tutti i giorni pregavo Dio di farmi giustizia, finché una mattina, dopo aver pregato e supplicato, aprii la Bibbia e lessi: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello» (Luca 6:41-42).

 

A quelle parole rimasi allibita.

Ma come, dopo aver ricevuto tutte quelle parole offensive, dopo aver dovuto sopportare tutte quelle accuse false ed ingiustificate, dopo essere stata ferita dall’indifferenza totale alle mie difficoltà ed al mio tentativo di trovare appoggio morale da parte di coloro che avrebbero dovuto starmi vicino, anziché darmi parole di consolazione, anziché far venire a galla la verità, come da tempo supplicavo che avvenisse, ora anche Dio mi bastonava rimproverandomi e dandomi dell’”ipocrita”!?

 

Ma quale trave avrei potuto avere io? Io ero la vittima, non la colpevole! … Questo era il colmo!

Eh sì, ora non ero più solo delusa e addolorata, ma proprio arrabbiata! Poi, dopo qualche oretta, mi calmai ed al posto della rabbia arrivò l’avvilimento.

 

Cosa mai aveva voluto dirmi Dio? Che cos’era che non vedevo?

 

Dio, sia benedetto il Suo Nome, non lascia mai le cose a metà ma sa sempre come e quando agire.

 

Infatti la sera, cambiando canale sul televisore, mi attrasse il titolo di un programma televisivo su un canale evangelico che diceva così: “Vuoi essere amico di Gesù? IMITALO!”

 

Il pastore predicava e le sue parole echeggiavano e si amplificavano a dismisura dentro di me.

 

Egli diceva che Gesù dichiarò i Suoi discepoli “amici Suoi”, definendo “amico” chiunque Lo avesse seguito ed avesse fatto la Sua volontà. Poi mi colpì la descrizione che fece sul modo di “amare incondizionato” di Gesù.

 

  • Egli amò Giuda, nonostante già sapesse che Lo avrebbe tradito vendendolo per pochi spiccioli, perché conosceva il suo cuore e antivedeva ciò che sarebbe avvenuto.
  • Gesù amò i dieci lebbrosi e li purificò tutti, nonostante già sapesse che solo uno di loro sarebbe tornato indietro a glorificare Dio.
  • Amò Pietro, sebbene antivedesse che Lo avrebbe rinnegato non una, ma ben tre volte. Non solo lo amò, ma, una volta risorto, si preoccupò anche di andare a confortarlo, a rincuorarlo e a ristabilirlo nel suo ministerio mentr’egli continuava a disperarsi per aver tradito il suo Signore.
  • … e Saulo? Questi Lo perseguitava, eppure fu proprio lui che Gesù amò e che scelse come Suo discepolo per evangelizzare i gentili (gli stranieri).

 

Che grande amore!

 

Cosa dire, poi, del fatto che Gesù ha subito offese, ingiurie, percosse fino alla croce, che ha dato la Sua vita con grandi sofferenze proprio per quelli che Lo offendevano, ma anche per tutti noi che continuiamo a perpetuare quelle ingiurie con le nostre offese personali a Lui?

 

Gesù ama incondizionatamente, in modo puro, e il Suo primo, più grande atto d’amore è il perdono.

 

In quel momento pensavo: “come vorrei riuscire a perdonare anch’io così!”

 

Poi il pastore fece una domanda: “Quante volte tuo fratello ha avuto bisogno di te e tu eri troppo impigrito per andare ad aiutarlo? Quante volte sei stato superficiale? Quante volte non hai compreso tuo fratello? Quante volte non sei riuscito a tenere a freno la tua lingua pronunciando parole cattive ed offensive?”

 

Erano domande impersonali, eppure in quel momento erano rivolte a me in modo assolutamente personale.

 

Poi esortò: “Quando tuo fratello sbaglia con te e ti offende, o ti ferisce, o ti delude, pensa a quante volte lo hai fatto tu con qualcun altro”

 

Era vero! L’avevo fatto anch’io e capii che tutti siamo limitati, spesso incapaci e sempre, comunque, umani.

 

Ecco qual era la trave nel mio occhio che il Signore voleva che io vedessi!

 

Ora sapevo, ma questo non mi dava affatto pace, anzi, ero molto turbata perché, quantunque ora desiderassi mettere in pratica ciò che il Signore mi aveva insegnato, mi vedevo assolutamente incapace di farlo.

 

Certo, potevo e dovevo provarci, ma il mio perdono non arrivava mai fin nel più profondo del cuore, ancora non riuscivo a guardare gli altri non con i miei occhi umani, ma con quelli di Gesù che sa vedere nella persona più abietta il grido di dolore del suo cuore dilaniato dal peccato, in quella più odiosa l’immagine di Dio deturpata che deve essere ristabilita, nella persona più inutile le infinite possibilità che lo Spirito Santo può seminare e far fiorire alla gloria del Padre, in me che mi ritenevo giusta e non lo ero affatto, una figlia da soccorrere, da rialzare, alla quale donare il collirio divino per “vedere”.

 

No, pur desiderandolo, pur sforzandomi, per me era impossibile! Che fare?

 

Pregai Gesù chiedendoGli aiuto; Gli chiesi di aprirmi gli occhi del cuore, di donarmi di “vedere” gli altri con i Suoi occhi, con il Suo amore e con la Sua misericordia.

 

La mattina dopo mi accorsi che qualcosa dentro di me era cambiato: mi sentivo leggera, allegra, i colori erano più vivi, i profumi erano più inebrianti … perfino quelli dell’erbaccia sul muro di fronte alla finestra della mia camera da letto che avevo sempre trovato orribile, ora la ammiravo trovandola bellissima.

 

Quella notte, durante il sonno, il mio cuore era stato trasformato, Gesù aveva operato …

 

Uscii e, confesso, che andando ad incontrare quelle persone che mi avevano fatto tanto male, avevo un po’ di timore, ma poi ho detto: “Gesù fammele vedere come le vedi Tu”.

 

Quando, poi, me le sono trovate davanti ho scoperto con meraviglia che in me non c’era più né dolore, né delusione, né rabbia, …Le vedevo meravigliose e, pensando a ciò che era accaduto, le vedevo fragili, o incapaci … come me.

Provavo tanta tenerezza ed affetto per loro, le amavo come mai prima.

 

Ringrazio Dio dal profondo del mio cuore anche per quel periodo doloroso perché Dio, attraverso di esso, mi ha prima corretta e poi ha compiuto un gran miracolo trasformando il mio cuore.

 

Da allora la mia via è cambiata, il mio rapporto con gli altro è cambiato.

 

Dio, comunque, mi ha donato molto più di quanto io avessi chiesto, perché proprio quelle persone mi hanno ricambiato con tante attenzioni e tanto amore.

È proprio vero che l’amore è contagioso!

 

Ringrazio il Signore perché, quando non perdoniamo, quella rabbia, quel senso di ingiustizia, quel dolore sono un peso talmente grande che ci portiamo e che, per quanto ci sforziamo, ottenebra ogni pensiero e atto d’amore, ci lega e ci limita.

 

Nella Prima Lettera ai Corinzi 13:4-7 Paolo dice: «L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa»

 

Sì, l’amore non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male.

Senza il perdono, non può esserci amore.

 

Perdonare scaccia l’orgoglio,

perdonare scaccia l’egoismo,

perdonare guarisce le ferite del cuore.

Perdonare è amore verso gli altri,

perdonare è amore verso se stessi,

perdonare è un comandamento.

Se Dio ha perdonato noi,

chi siamo noi per non perdonare

colui che Dio ama e che Egli ha perdonato?