LA RIFORMA PROTESTANTE

Il Protestantesimo sorse nel XVI secolo dopo uno scisma con la Chiesa Cattolica a causa del movimento religioso e politico noto come Riforma Protestante, derivata dalle idee luterane e calviniste.

Tra il 1521 e il 1529 venne redatto dai seguaci di Lutero un documento che determinava come inviolabili le direttive della Parola di Dio; questo documento iniziava con la parola “Protestamur” (dichiariamo Solennemente) e venne ripreso per nominare il movimento.

I punti salienti della teologia protestante sono:

  • l’importanza della scrittura biblica, 
  • l’idea che la salvezza sia un dono gratuito di Dio che si ottiene con la sola fede piuttosto che come premio per l’attuazione di buone opere e infine, 
  • la consapevolezza che la natura umana sia intrinsecamente malvagia e che sia meritevole di distruzione ma che si riesca a salvare grazie al sacrificio espiatorio del Cristo.

La Riforma scaturì principalmente da motivazioni religiose dettate dalla riscoperta del Vangelo come annuncio della libera grazia di Dio, donata al peccatore indipendentemente dai suoi meriti, e dalla critica della degenerazione morale e spirituale della Chiesa Cattolica Romana.

Data convenzionale di inizio della Riforma Protestante è il 31 ottobre 1517, giorno in cui Martin Lutero avrebbe affisso alla porta della chiesa del castello di Wittenberg le sue 95 tesi contro lo scandalo delle indulgenze, affrontando i problemi della penitenza, del peccato e della grazia.

La dottrina luterana divenne arma di lotta politica dei principi tedeschi, che videro in essa la possibilità di sottrarsi all'autorità imperiale e di incamerare i beni ecclesiastici.

Dopo le diete di Spira (1529) e di Augusta (1530), essi si unirono nella Lega di Smalcalda (1530) e lottarono contro l'imperatore Carlo V fino alla Pace di Augusta (1555), con la quale si sancì la divisione tra cattolici e protestanti in base al principio "cuius regio, eius religio" che imponeva ai sudditi di seguire la religione del loro principe, cattolico o luterano che fosse.

La dottrina luterana si affermò soprattutto in Germania, nei Paesi Scandinavi e Baltici.

 

I CALVINISTI

Contemporaneamente, a Zurigo, Huldrych Zwingli, italianizzato Ulrico Zuinglio, con l'appoggio delle autorità locali, aveva attuato un piano di riforme antipapali e anticuriali (diffuse in Svizzera e in Germania meridionale), ma alla sua morte (1531) il centro della Riforma divenne Ginevra, dove Giovanni Calvino attuò una rigida organizzazione teocratica e codificò le tesi riformate, accentuando il tema della predestinazione.

Giovanni Calvino nacque a Noyon, in Francia, il 10 luglio 1509 e morì a Ginevra il 1564. Studiò giurisprudenza e umanistica, per cui venne a contatto con l'idea riformatoria. 

Negli anni 1533/34 si dichiarò a favore della riforma protestante. Quando iniziò la persecuzione dei protestanti francesi (ugonotti), nel 1535 fuggì dalla Francia a Basilea, dove pubblicò la sua opera principale la "Institutio christianae religionis“.

La dottrina calvinista (o riformata) si diffuse in Europa e nelle colonie inglesi in America.

Il calvinismo viene praticato da diverse chiese protestanti-riformate più o meno severamente.
Il pensiero di Calvino ha formato decisivamente le chiese riformate dell'Europa occidentale e i Presbiteriani inglesi. Il termine stesso “calvinismo” sembra essere stato forgiato con intenti polemici da un teologo luterano, Joachim Westphal, tra il 1549 e il 1555, nel tentativo di screditare questo tipo di protestantesimo che in più luoghi stava soppiantando il luteranesimo.

Calvino stesso non accettò il termine “calvinismo” per la sua dottrina:

"Non riescono ad attribuirci un insulto più grande di questa parola: "calvinismo …..”

Il motto sulla lastra vicino ad una casa di Wittenberg in Germania ci fa capire come i calvinisti, e lo stesso Calvino, furono odiati dai luterani come furono odiati e insultati il Papa e i papisti.

"Gottes Wort und Lutheri Schrift ist des Bapst und Calvini Gift" 

(La Parola di Dio e le scritte di Lutero sono il veleno del Papa e di Calvino) 

 

GLI ANGLICANI

Generalmente si ritiene che la Riforma protestante in Inghilterra non sia stata il frutto di un movimento religioso popolare, ma che abbia avuto origini politico-istituzionali (Parlamentary Transaction).

In realtà essa poté avere tali origini solo perché era stata preparata per alcuni secoli da un vasto movimento popolare e intellettuale. Basti pensare alle teorie di John Wycliffe (1331-1384) e al movimento dei Lollardi che prese le mosse dalla sua predicazione.

Bisogna senz'altro anche considerare la naturale avversione della dinastia reale inglese verso il predominio e il controllo papale sugli interessi inglesi.
Già
ai tempi del re Giovanni Senzaterra (1199-1216) la corona inglese rifiutò di pagare al papa il tributo di mille marchi d'argento imposto dalla curia di Roma, poi nel 1353 il re Edoardo III aveva emanato una legge con cui vietava il trasferimento alla curia pontificia di Roma degli affari esaminati dai tribunali religiosi. Il re e il parlamento cominciarono a confiscare alcune terre ecclesiastiche inglesi, a motivo del fatto che la chiesa cattolica inglese non pagava le imposte statali.

La causa scatenante dello scisma anglicano va ricollegata al fatto che Enrico VIII non riuscì ad ottenere dalla Chiesa di Roma lo scioglimento del suo matrimonio e, approfittando del malcontento che serpeggiava nelle file del clero e del laicato cattolico inglese contro Roma, si rivolse all'arcivescovo Cranmer di Canterbury (cui praticamente erano stati trasferiti i poteri papali) e riuscì ad ottenere il divorzio da Caterina d'Aragona.

Subito dopo la scomunica fece approvare dal Parlamento (1533) una serie di leggi che rompevano i legami con Roma e sottomettevano interamente il clero inglese alla corona; non solo, ma egli stesso si autoproclamò "capo della chiesa inglese" con l'Atto di supremazia (1534).

Nel 1539 pubblicò i 6 articoli della dottrina anglicana, che non si differenziava di molto da quella cattolica.

Infatti Enrico VIII aveva respinto la richiesta di introdurre la Riforma in Inghilterra, comminando la pena di morte a chiunque negasse la transustanziazione, pretendesse la comunione dei fedeli sotto entrambe le specie e il matrimonio del clero.

Aveva anche fatto giustiziare William Tyndale, traduttore della Bibbia in inglese.

Naturalmente il divorzio fu solo un pretesto: la causa profonda va vista nel generale processo di rivendicazione della sovranità regia contro ogni interferenza, soprattutto se proveniente dall'esterno.

Nell'ambito della crisi religiosa del Cinquecento si diffusero anche sette e movimenti di riforma radicale, duramente contrastati sia dai cattolici sia dai riformatori. Tra questi gli anabattisti, gli antitrinitari e i sociniani.

 

LA TEOLOGIA DELLA RIFORMA

Sulla base del principio basilare della Riforma Protestante, ossia la giustificazione per sola fede, la parola biblica (suggellata dai sacramenti di battesimo ed eucaristia) divenne l'elemento centrale della fede e il fondamento della Chiesa.

Il principio d'autorità venne sostituito dal libero esame e dal principio della responsabilità personale del credente davanti a Dio e al prossimo.

Venne inoltre eliminata la differenza tra clero e laicato nella Chiesa e affermato il sacerdozio universale dei credenti. Fu infine introdotta la distinzione tra potere civile ed ecclesiastico che avviò il processo di secolarizzazione della società.