CARATTERISTICHE SPECIALI DELLA FORMA LETTERARIA DEL LIBRO

CARATTERISTICHE SPECIALI DELLA FORMA LETTERARIA DEL LIBRO

La Bibbia, oltre ad essere il “Verbo di Dio”, Parola Vivente che rivela il messaggio di salvezza, è anche un bellissimo esempio di forma letteraria che primeggia per lo stile, la forma ed ovviamente il contenuto.

 

Nella Bibbia ci sono diversi generi letterari differenti che rispecchiano la diversità del periodo storico di lettura e le caratteristiche individuali degli scrittori: si badi che, nonostante gli scrittori siano differenti, nonostante cambino le epoche e gli individui, il messaggio è inalterato perché l’Autore unico di tutta la Scrittura è Dio stesso.

 

Analizzando le forme letterarie possiamo annoverare:

  • I salmi di Davide (e anche Esdra, Asaf, i figli di Core)
  • I proverbi di Salomone
  • Le profezie di Isaia
  • Le lettere di Paolo e Giovanni
  • La descrizione degli avvenimenti dei Vangeli sinottici ( Matteo, Marco, Luca) e del Vangelo di Giovanni.

 

Alcuni scritti nella Bibbia sono espressi in una forma letteraria chiamata “apocalittica”.

 

ENCICLOPEDIA TRECCANI: Vasta letteratura giudaica, e in minor quantità cristiana, il cui contenuto è formato per la massima parte da asserite rivelazioni, che la divinità o altri esseri pretermondani avrebbero fatte a personaggi per lo più tradizionalmente celebri, e che ha quasi sempre relazione con credenze messianiche o escatologiche.

L'Apocalittica, come tipo ben definito di letteratura, comincia col sec. II a. C. presso i giudei, per prolungarsi, dopo essersi diffusa anche presso i cristiani, fino a qualche secolo d. C. Tuttavia non è da credere che essa fosse letterariamente e concettualmente una creazione ex novo, giacché buona parte dei suoi elementi già esistevano, più o meno sviluppati, nella precedente letteratura profetica legale e sapienziale; da questa essa li prescelse, come oggetto di predilezione, ampliandoli ed intrecciandoli con altri elementi estranei, fino a crearne un tipo letterario a parte, provocato dalle nuove circostanze storiche”.

 

PER ULTERIORI INFO SUL GENERE:

https://www.treccani.it/enciclopedia/apocalittica_(Enciclopedia_Italiana)/

 

Quattro sono i libri considerati apocalittici per la loro forma letteraria

 

Daniele

 

Ezechiele

 

Zaccaria

 

Apocalisse

 

Vi sono almeno 3 caratteristiche principali dello stile apocalittico che questi libri hanno:

 

1)      Segni e simboli sono usati per trasmettere delle verità spirituali.

 

2)     Mostrano la vittoria futura delle “forze di Dio” contro le forze di satana.

 

3)     Esseri angelici intervengono per spiegare gli eventi.

 

 

 

PRINCIPI PER L’INTERPRETAZIONE DEL MESSAGGIO PROFETICO

 

Fiumi di commentari sono stati scritti sul libro dell’Apocalisse e sulle profezie in esso contenute, ma noi vogliamo interpretare la Scritture secondo la guida dello Spirito Santo cercando di non derivare personali concezioni che sono in contrasto con la Verità del libro.

 

Le regole che seguono valgono per tutta la Bibbia, ma soprattutto per gli scritti profetici ed in questo caso apocalittici.

 

 

1)     La Bibbia si interpreta con la Bibbia!

 

Non possiamo estrapolare un versetto dal suo contesto, ma, volendo confrontare un’idea, dobbiamo cercare un concetto e controllare se esso sia ripetuto altre volte in contesti diversi nella Bibbia stessa.

 

Infatti nel caso dell’Apocalisse, Giovanni riporta diverse immagini e scene che vide ed è nostro compito interpretarle  basandoci sul resto degli insegnamenti Biblici.

 

Ricordiamoci quindi che: La Bibbia è la migliore interprete di se stessa!

 

Inoltre dobbiamo avere buon senso: L'interpretazione più ovvia è spesso la più sensata.

 

Il contesto dell’Apocalisse è l’intera Bibbia, pertanto non si può cercare di comprenderlo esulando il suo messaggio da quello di tutte le Scritture.

 

 

 

2)    Applicare la regola della prospettiva profetica. 

 

Come dice giustamente Pietro (1ª Pietro 1:11) i profeti avevano visioni di eventi futuri, ma non sempre le comprendevano o arrivavano a vedere i tempi riguardanti il loro compimento.

 

Spesso leggere una profezia è come guardare il cielo e vedere la moltitudine di stelle che contiene. Non possiamo realizzare quanto siano grandi per le enormi distanze che ci separano, né distinguere quelle più vicine da quelle più lontane.

 

Leggendo Isaia 61:1-2 e Luca 4:16–21 è possibile verificare la veridicità e la realizzazione della parola profetica.

 

Eppure Gesù leggendo si ferma un attimo prima  dell’annuncio, nello stesso passo di Isaia, del «giorno di vendetta del nostro Dio»: perché?

  • Perché Isaia vide i due eventi e li descrisse insieme nella sua profezia; infatti egli non poteva considerare l’effettivo lasso di tempo che separava, appunto, le due cose.

 

Il primo evento quindi , «l’anno di misericordia del Signore», si è adempiuto con la venuta di Gesù ed il suo ministero terreno, il secondo non sarà adempiuto fino all’avvento della grande Tribolazione.

 

Fino a questo momento il lasso di tempo tra i due eventi è quindi circa di 2013 anni.

 

 

3)    Esiste la possibilità di un duplice adempimento della profezia.

 

I profeti dell’Antico Testamento erano innanzitutto delle guide spirituali per gli uomini del loro tempo e quindi delle generazioni a loro contemporanee e non veggenti del futuro.

 

Quando parlano di giudizio nel giorno del Signore, di castigo per il peccato e l’idolatria, essi tentavano di distogliere il popolo dai propri peccati attuali per evitare l’ira di Dio.

 

Nello stesso tempo il loro messaggio conteneva anche una componente “futura”, qualcosa che andava oltre gli avvenimenti dei loro tempi.

 

Ad esempio Gioele cita il giorno del Signore più volte (Gioele 1:15; 2:1-2; 11:31).

 

Il suo messaggio era rivolto senz’altro al popolo di Giuda per il suo imminente futuro, tuttavia c’è un giorno del Signore che deve ancora avvenire ed è quello ripreso in Apocalisse 19.

 

Ecco come la profezia di Gioele abbia, dunque, un duplice adempimento: uno puramente storico, l’altro puramente profetico e uno non nega o esclude l’altro.

 

 

4)    Comprendere l’uso dei segni e dei simboli.

 

Vedi appendice 1” L’uso dei segni e dei simboli”.

 

 

5)    Le sette beatitudini dell'Apocalisse.

 

Tutti conosciamo le “9” beatitudini di Matteo 5:1-12.

Esse esprimono la realtà di una vita esteriore forse non eccelsa ed esalta quello che è importante agli occhi di Dio: “il cuore, i sentimenti”!

 

L’apocalisse ci dona altre 7 beatitudini, diverse, per certi versi più complete, che incoraggiano i credenti a proseguire il loro cammino con fedeltà ed integrità fino alla fine; queste beatitudini ci invitano a considerare i veri privilegi dell’uomo e la natura immutabile di queste realtà.

 

1)     Apocalisse 1:3

Abbiamo già parlato di questa beatitudine:  leggere l’Apocalisse e mettere in pratica i suoi insegnamenti mette il credente nella condizione di Beatitudine.

Questa realtà vale per questo libro, ma vale ovviamente per tutta la Bibbia.

 

2)    Apocalisse 14:13

Sono beati non quelli che godono di lunga e prospera vita (benché tutti la auspichiamo) , ma coloro che si “addormentano” in Cristo.

 

3)    Apocalisse 16:15

Sono beati non quelli che hanno raggiunto traguardi spirituali altissimi in slanci di fede e poi hanno abbandonato la fede pensando di aver meritato la gloria, ma coloro che avranno perseverato sino alla fine.

 

4)    Apocalisse  19:9

Sono beati quelli che sono “invitati” alle nozze dell’Agnello, cioè coloro che sono “iscritti” nel Libro della vita e al ritorno di Gesù (“parousia”, quindi al rapimento) saranno trovati fedeli (sia morti in Cristo sia viventi rapiti cfr. 1ª Tess. 4:13-18)

 

5)    Apocalisse 20:6

Questo verso fa riferimento al passo di 1ª Tessalonicesi 4 precedentemente citato che rivela una realtà: coloro che partecipano alla prima risurrezione, sono coloro che sono “invitati” alle nozze dell’Agnello e non passeranno per il giudizio (Giov. 5:24).

Alla seconda, definitiva risurrezione parteciperanno tutti gli uomini e compariranno dinanzi a Dio per essere giudicati.

 

6)    Apocalisse 22:7

Signore aiutaci a non essere uditori dimentichevoli, ma servi capaci di mettere in pratica la Tua Parola.

 

7)    Apocalisse 22:14

È beato chi si prepara in questa vita; colui che lava le proprie vesti nel sangue dell’Agnello per essere rigenerato, divenire una nuova creatura, capace di accostarsi e gradire dei benefici dell’albero della vita.

La salvezza non è per meriti, essa è frutto della grazia infinita di Dio e si ottiene per fede, ma richiede la nostra partecipazione volontaria, il nostro desiderio e la nostra intenzione per poter poi godere dei benefici che scaturiscono dalla grazia di Dio.