CAPITOLO 8

Non per quello che dà, ma per quello che è

 
«Dite a Dio: Come son tremende le opere Tue! Per la grandezza della Tua forza i Tuoi nemici Ti aduleranno. Tutta la terra si prostrerà dinanzi a Te e a Te salmeggerà, salmeggerà al Tuo Nome» (Salmo 66:3-4)
 
 
 

8a Davanti al velo

 

In fondo al luogo santo si vede un altro oggetto di legno d’acacia ricoperto d’oro: è l’altare dei profumi, dove i sacerdoti bruciano il profumo fragrante davanti all’Eterno (Esodo 30:1-10).

 

Lì si trovano proprio davanti al velo che li separa dal luogo santissimo dove c’è la presenza dell’Eterno.

 

Non possono andare oltre

 

Presso l’altare d’oro compiono il loro servizio più alto. 

 

 

La Bibbia stessa ci spiega il significato del profumo: «La mia preghiera stia nel Tuo cospetto come l’incenso» (Sal. 14:1-2).

 

«Avendo ciascuno una cetra e delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi» (Apoc. 5:3). 

 

«E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furon dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono. E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio» (Apoc. 8:3-4). 

 

È dunque chiaro che l’altare dei profumi ci parla della preghiera dei santi.

 

- Tutte le persone religiose pregano, ma non tutte le preghiere raggiungono il trono di Dio. 

 

- Tutti i cristiani pregano, ma non tutte le loro preghiere sono accettate da Dio. 

 

Abbiamo già parlato delle preghiere sbagliate che si fanno fuori del cortile e fuori del santuario.

 

Pregare è avere un colloquio con l’Onnipotente ed è chiaro che colui che prega deve avere il giusto rapporto con Dio, il giusto atteggiamento di cuore, e deve pregare nel  modo giusto per essere accettato (Prov. 28:9; Giov. 4:23).

 

 

 

8b L’intercessione

 

Ci sono molti tipi di preghiera: 

 

c’è la preghiera di umiliazione

 

di ravvedimento

 

la confessione di peccati

 

Una grande parte delle nostre preghiere è formata da semplici richieste quando chiediamo a Dio di darci forza, aiuto, guarigione, soccorso materiale e spirituale; ci sono preghiere in cui ci dedichiamo, ci arrendiamo e ci sottomettiamo a Dio. 

 

In altre preghiere esprimiamo la nostra riconoscenza per tutto ciò che Dio ha fatto per noi: Lo ringraziamo per le Sue benedizioni e soprattutto per Gesù Cristo che Egli ha mandato per salvarci.

 

Di tutti questi tipi di preghiera si trovano esempi nella Bibbia: essi hanno il loro posto legittimo. Sono però limitati a causa di una sola ragione: il loro movente; il loro punto centrale è sempre colui che prega

 

Egli chiede perdono per i SUOI peccati, chiede aiuto per i SUOI bisogni, sente la necessità di giungere ad un livello più alto nella SUA vita spirituale, arrende la SUA vita a Dio, esprime la SUA riconoscenza per ciò che Dio ha fatto per LUI. Chiede aiuto quando si sente bisognoso, ringrazia quando si sente riconoscente.

 

Un vero sacerdote, però, non cerca se stesso, nemmeno nella preghiera. Egli è rappresentante di Dio presso l’umanità e anche rappresentante dell’umanità presso Dio

 

Soffre le sofferenze altrui e porta i loro bisogni a Dio, supplicando per la loro salvezza e la loro crescita spirituale, affinché Gesù sia glorificato in loro. 

 

Una tale preghiera si chiama INTERCESSIONE.

 

Infatti, un vero sacerdote intercede per altri presso Dio (Ebr. 5:1). 

 

Paolo intercedette per gli Efesini (Efes.1:15-21; 3:14-19) e per tutte le chiese.

 

Ogni servitore di Dio ha il privilegio di supplicare Dio non per se stesso ma per gli altri. 

 

Egli ha il diritto di liberare la sua mente da ogni preoccupazione riguardo al proprio benessere materiale e spirituale, nella piena fiducia che Dio ci penserà.

 

Liberato così, egli può dedicare tutte le sue energie per la salvezza eterna dei perduti (Matt. 6:31-34; Filipp. 4:6-7; 2ª Tim. 2:3-4; 1ª Pietro 5:7).

 

 

 

8c L’adorazione

 

È grande il privilegio e la gioia di coloro che hanno scoperto il segreto e la potenza dell’intercessione! 

 

La loro preghiera cambia il mondo e la storia. Collaborano con Dio nell’esecuzione dei Suoi piani d’infinito amore verso l’umanità e verso questo pianeta.

 

Tuttavia, c’è ancora un altro tipo di preghiera che è più eminente dell’intercessione.

La preghiera suprema non ha come centro i bisogni e i sentimenti di colui che prega e nemmeno la salvezza del mondo e dei perduti.

 

La preghiera più eccellente è quella che ha Dio stesso come centro

 

Questo tipo di preghiera si chiama ADORAZIONE; in essa si loda e si magnifica Dio non per quello che Egli dà, ma per quello che Egli è.

 

Nell’adorazione esaltiamo la grandezza, il carattere e gli attributi di Dio, senza preoccuparci della situazione in cui ci troviamo, senza farci guidare dai nostri sentimenti personali di insoddisfazione o riconoscenza, senza caricarci del fardello schiacciante del bisogno del mondo.

 

Davide conosceva il segreto dell’adorazione, anche nei momenti più brutti della sua vita (Sal. 22:19-25; Sal. 57; Sal. 59:1-3 e 15-17; Sal. 69:29-30, ecc.).

 

L’adorazione rimane in eterno.

 

Ci sarà un tempo, quando saremo nella gloria, che non confesseremo più alcun peccato e che non formuleremo più alcuna richiesta perché non avremo più bisogni.

Ci sarà un tempo che non pregheremo più per i perduti perché avranno ormai raggiunto la loro destinazione definitiva.

 

Ma in tutta l’eternità non ci sarà mai un solo momento che non troveremo nuove ragioni per lodare ed esaltare Dio per tutto ciò che è, per il Suo amore, la Sua sapienza, la Sua giustizia, la Sua santità.

 

L’adorazione è eterna come Dio è eterno, Egli non cambia: «la Sua lode dimora in perpetuo» (Sal. 111:10). 

 

Se dunque in tutta l’eternità l’adorazione non si esaurirà mai, non sarebbe per noi ora di cominciare adesso ad adorarLo?

 

Sarà facile adorarLo quando saremo nella gloria! Allora Lo adoreremo più perfettamente, con più gioia e con grande pienezza. Tuttavia abbiamo adesso un privilegio che allora non avremo più: cioè di adorare l’Eterno nelle sofferenze! 

 

Pensiamoci un po’: in mezzo a tutti quei secoli infiniti dell’eternità si trova un piccolissimo intervallo di tempo in cui possiamo dare a Dio una gioia infinita, adorandoLo anche con le lacrime agli occhi. Gli rifiuteremmo questa gioia?!

 

 

 

8d L’adorazione inquinata

 

Come l’altare degli olocausti, anche l’altare dei profumi ha quattro corni, simbolo di forza.

 

Quelli dell’altare degli olocausti erano ricoperti di rame e ci parlavano della nostra guerra contro Dio; erano come pugni alzati verso il cielo.

 

I corni dell’altare dei profumi sono ricoperti d’oro e parlano delle nostre mani alzate verso il cielo in adorazione (Sal. 134:1-2).

 

Le stesse forze che prima consumavamo ribellandoci a Dio, le usiamo adesso per glorificarLo; infatti, Egli ci ha comandato di amarLo con tutta la nostra FORZA.

 

I corni dell’altare degli olocausti erano spesso coperti di sangue (Lev. 4:25,30) e questo ci sembra abbastanza chiaro: Cristo ha sparso il Suo sangue per purificarci da ogni peccato e ribellione contro Dio.

Potremmo però meravigliarci leggendo che anche i corni dell’altare dei profumi erano coperti di sangue (Es. 30:10; Lev. 4:7,18).


Infatti, anche nei momenti più intimi e sacri di adorazione, il peccato non manca. 

 

Possiamo addirittura chiederci che cosa rattristi ed offenda il Signore di più: le bestemmie dei peccatori lontani da Lui, o l’adorazione inquinata dei Suoi eletti, ai quali Egli ha dato tutto il Suo amore e tutti i Suoi privilegi! 

 

È un fatto triste che proprio quelli che Gli sono più vicini Gli infliggano spesso il più grande dolore.

 

Purtroppo, quanto spesso è inquinata la nostra adorazione! 

 

Abbiamo letto della vittoria che Dio diede a Giosafat in risposta alla lode d’Israele (2ª Cron. 20:22-24) ... e cominciamo a lodare Dio per ottenere vittoria da Lui. 

 

Abbiamo letto che i centoventi lodarono e benedirono Dio prima di ricevere la potenza dall’alto (Luca 24:52-53) ... e cominciano ad adorare Dio con lo scopo di ricevere così lo Spirito Santo o qualche altra benedizione spirituale. 

 

Il risultato è uno strano tipo di preghiera nella quale i nostri “alleluia” si mischiano con i nostri lamenti e nella quale, sotto il manto dell’adorazione, tutto il nostro interesse è concentrato su noi stessi e sui nostri motivi e desideri.

 

 

 

8e Il profumo

 

I sacerdoti, bruciando il profumo sacro, portavano così un “odore soave” all’Eterno, cioè una cosa che piaceva al Signore.

 

Il profumo sacro era esclusivamente per Dio (Es. 30:37-38). Solo a Dio spetta l’adorazione!

 

Secondo Apocalisse 8:3-4, le preghiere dei santi devono unirsi col profumo fragrante; è il profumo d’adorazione che rende le preghiere accettevoli e piacevoli a Dio. Perciò l’adorazione non deve mai mancare.

 

 

I sacerdoti non potevano portare a Dio qualsiasi profumo come pareva bene a loro. 

Il profumo sacro era preparato con componenti dettagliatamente prescritti (Es. 30:34-35).

 

Come è composto il profumo della nostra adorazione?

 

Il profumo del fariseo (Luca 18:11-12) era composto da tutte le buone cose che egli faceva per Dio, ma il Signore lo rifiutò. 

 

Noi cristiani moderni conosciamo questo passo della Scrittura, siamo dunque avvertiti, e allora facciamo i furbi!. 

 

Preferiamo quindi dire a Dio quanto siamo cattivi! Ci prodighiamo nell’esporGli tutte le nostre mancanze, tutti i nostri difetti e la nostra grande debolezza e crediamo che Egli senz’altro prenda piacere in questa dimostrazione di umiltà.

Per il Signore, però, quest’esposizione non è un “odore soave” ma piuttosto una “puzza nauseante”, ripugnante quanto l’esposizione dei meriti del Fariseo! 

 

Con lui abbiamo in comune che esponiamo qualcosa di NOI STESSI, senza capire che né i meriti, né l’esposizione della mancanza di meriti, potranno mai piacere a Dio.

 

L’unico che è veramente piaciuto a Dio, è stato Gesù Cristo (Matt. 3:17). Solo Lui ha dato Se stesso in offerta e sacrificio a Dio qual profumo d’odor soave (Efes. 5:2). 

 

PER MEZZO DI LUI dobbiamo offrire del continuo un sacrificio di lode a Dio (Ebr. 13:15). 

 

La nostra adorazione sarà accettevole a Dio se in essa Lo esaltiamo per tutto ciò che Egli ha fatto in Gesù, se glorifichiamo Cristo per tutto ciò che Egli è PER noi e IN noi, lodandoLo per il Suo carattere, per i Suoi meriti e per la Sua vittoria riportata su ogni potenza diabolica. 


Troviamo esempi di giusta adorazione in Apocalisse 4:10-11; 5:8-114; 7:11-12; 11:16-18; 15:3-4.

 

 

 

8f Le stanghe

 

Gli oggetti sacri dovevano essere portati sulle spalle attraverso il deserto e perciò erano provvisti di stanghe. 

 

Le stanghe indicano, dunque, che questi oggetti dovevano essere presenti in mezzo al popolo in ogni momento e in ogni luogo.

 

 

L’altare degli olocausti aveva delle stanghe. 

 

Infatti, potremmo vivere un solo giorno senza la virtù del sangue di Cristo che ci purifica momento dopo momento da ogni peccato? 

Potremmo vivere un solo giorno alla presenza del Padre senza l’olocausto di Cristo che ci ha resi perfetti? 

 

È chiaro, ci vogliono le stanghe all’altare degli olocausti. Grazie a Dio la potenza del sacrificio di Cristo è sempre presente e disponibile per coloro che si sono arresi a Lui!

 

 

 

Anche la tavola aveva delle stanghe. 

 

La presenza di Cristo in noi è perpetua; Egli dimora in noi ogni giorno con la Sua gioia, grazia e potenza. Anche nei momenti più tristi possiamo dire: «Cristo vive in me». Egli farà la Sua opera anche adesso che sono debole, anche adesso si vedrà la Sua presenza nella mia vita”.

 

 

 

Pure l’altare dei profumi aveva delle stanghe. 

 

Ogni giorno abbiamo il grande privilegio di adorare l’Eterno. Il nostro profumo fragrante è sempre disponibile e non finirà mai: esso è Gesù Cristo e tutto ciò che Egli è

 

Possiamo ogni giorno portare all’Eterno questo odore soave; Egli non ne sarà mai stanco. Questo è il nostro dovere e privilegio perpetuo (Es. 30:7-8). 

 

La nostra natura umana fugge l’adorazione; 

 

il diavolo si oppone perché l’odia e teme l’adorazione 

 

i nostri sentimenti ci distraggono dall’adorazione e i nostri fallimenti ci dicono che è ridicolo e impossibile adorare Iddio nello stato in cui ci troviamo ... eppure, ADORIAMOLO! 

 

Egli ha il diritto di ricevere la nostra adorazione, qualunque sia lo stato d’animo in cui ci troviamo.

 

«Degno è l’Agnello» (Apoc. 5:12). «A Colui che siede sul trono e all’Agnello siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio, nei secoli dei secoli» (Apoc. 5:13).

 

 

 

8g L’ultimo compito

 

«E quando Aaronne accenderà le lampade sull’imbrunire, lo farà bruciare come un profumo perpetuo davanti all’Eterno» (Es. :8).

 

Il profumo doveva essere bruciato ogni mattina: l’adorazione è il nostro PRIMO compito

 

Doveva essere bruciato anche ogni sera sull’imbrunire: l’adorazione è il nostro ULTIMO compito.

 

La notte sta calando su questo mondo e le nostre lampade devono essere accese per poter accogliere Gesù quando Egli ritornerà (Matt. 25:1-13; Luca 12:35). 

 

Nello stesso tempo la chiesa deve dedicarsi all’adorazione. Purtroppo questo suo ultimo compito l’ha tanto trascurato!

 

Nell’Apocalisse leggiamo del libro che contiene la piena rivelazione del piano di Dio.

Questo libro è suggellato con sette suggelli che ne impediscono l’apertura e la lettura; sono sette ostacoli che devono essere tolti prima che il Regno di Dio possa manifestarsi.

 

 

Il quinto ostacolo, per esempio, è la mancanza di martiri, la mancanza di persone che hanno dato la loro vita per Gesù a mo’ di libazione (Apoc. 6:9-11).

 

Il settimo suggello, l’ultimo ostacolo, è la mancanza di preghiera e di adorazione (Apoc. 3:1-4). 

 

 

Il Regno di Dio non si manifesterà fino a quando la chiesa non avrà terminato il suo compito di adorazione.

 

Solo quelli che fanno parte del tempio di Dio e vi ADORANO non saranno calpestati dai Gentili durante la grande tribolazione (Apoc. 11:1-2).

 

La nostra paura per il tempo della fine deve mu-tarsi in gioia per il fatto che Dio finalmente si glo-rificherà in questo mondo, anche per mezzo dei Suoi giudizi (Is. 26:8)

 

La preoccupazione per la nostra sorte durante il tempo della fine deve cambiarsi in una preoccupa-zione per la gloria di Dio (Atti 20:22-24; Filipp. 1:20). 

 

Solo allora saremo capaci di adorare Iddio anche e specialmente nei tempo orribile della fine.

 

 

Sarà totale il fallimento di quei credenti che, in fin dei conti, hanno sempre messo loro stessi al centro dei loro pensieri e non Dio; quelli che, nonostante tutte le belle parole, Lo hanno cercato per quello che dà e non per quello che è.