CAPITOLO 3

UN MONDO SOMMERSO DALL’ACQUA

 

«Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato» (Marco 16:15,16).

 

Per molti di noi la forma di questa seconda parte della frase è come una sorpresa. Gesù non dice che chi crede ed è salvato sarà battezzato. No, Egli lo dispone in ordine contrario; dice: «chi crede ed è battezzato sarà salvato».

 

È soltanto a nostro rischio che possiamo cambiare qualcosa che il Signore ha detto in qualcosa che Egli non dice.

 

Ogni cosa che Egli dice è importante, ed Egli intende proprio ogni parola. Ma se è così, allora deve essere vero che soltanto avendo fede in Lui e battezzandoci siamo salvati!

 

Alcuni resteranno perplessi nel sentire questo. Che cosa vuoi dire? protesteranno. Ma non essere perplesso e non biasimarmi! Non l’ho detto io questo; l’ha detto il mio Signore. È Lui che ha elencato l’ordine: fede prima, poi battesimo, poi salvezza.

 

Noi non dobbiamo capovolgerlo in fede, salvezza e battesimo, anche se lo desidereremmo in questo modo. Ciò che il Signore disse deve rimanere; noi dobbiamo soltanto ubbidire.

 

Non mi discolpo per aver preso queste parole di Marco 16:16 per autentiche parole di Gesù, sebbene mi renda conto che alcuni critici le mettono in dubbio.

 

Una volta, in un piccolo villaggio di campagna, incontrai un sarto chiamato Chen. Egli aveva preso in mano un Vangelo di Marco e, quando arrivò a questo brano che tutti i critici affermano non appartenere al Vangelo, egli credette ed ebbe fiducia nel Signore. Non c’erano altri cristiani nel paese, quindi nessuno che poteva battezzarlo. Cosa doveva fare?

Allora lesse il verso 20. Dio Stesso avrebbe confermato la Sua Parola: bastava questo. Così nella sua semplicità decise di vedere se era vera una delle promesse del verso 18.

In base ad essa visitò alcuni vicini che erano malati. Dopo aver pregato, pose le mani su di loro nel nome di Gesù e poi tomò a casa. Regolarmente e senza nessuna eccezione, mi disse, essi guarirono. Questo lo soddisfece.

Avendo avuto conferma della sua fede, egli andò avanti modestamente con la sua sartoria, dove, quando lo incontrai, stava testimoniando fedelmente del suo Signore.

 

Se egli poteva prendere sul serio le parole di Dio, perché non devo farlo anche io?

 

Ripeto quindi, «chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato».

 

Vuoi farmi intendere, dirai ora, che tu credi nella rigenerazione per mezzo del battesimo?

No, non lo credo, davvero!

 

Il Signore non ha detto: “Credi e sii battezzato e nascerai di nuovo”; e, siccome non ha detto questo, non ho bisogno di crederlo.

Le Sue parole sono: «chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato». Dunque, ciò in cui credo è la salvezza per mezzo del battesimo.

 

Sorgerà spontanea la domanda: Che cosa significa quest’affermazione? E che cosa vuol dire Luca quando ci dice che, in risposta all’esortazione di Pietro: «salvatevi da questa perversa generazione», quelli che accettarono la sua parola furono battezzati?

 

Per rispondere dobbiamo chiederci innanzitutto che cosa vogliamo dire con la parola “salvato”. Temo che abbiamo un’idea sbagliata della salvezza.

 

Tutto quello che la maggior parte di noi sa sulla salvezza è che saremo salvati dall’inferno e portati in cielo; oppure, che siamo salvati dai nostri peccati per vivere da ora innanzi una vita santa.

 

Ma sbagliamo.

 

Nella Scrittura troviamo che la salvezza va oltre tutto questo, poiché essa non ha tanto da fare con il peccato e l’inferno, la santità ed il cielo, ma con qualcos’altro.

 

Sappiamo che ogni buon dono che Dio ci offre ci è dato per combattere un male contrastante.

 

  • Egli ci giustifica perché c’è la condanna.
  • Egli ci dà la vita eterna perché c’è la morte.
  • Egli ci offre il perdono perché ci sono i peccati.
  • Egli ci dona la salvezza … perché?

 

- Giustificazione è in termini di condanna;

- cielo e in termini di inferno;

- perdono è in relazione al peccato,

- e la salvezza in relazione a che cosa è?

 

La salvezza è, vedremo, in relazione al kosmos, il mondo!

 

Satana e il nemico personale di Cristo.

Egli opera tramite la carne dell’uomo per produrre questo sistema di cose sulla terra nel quale siamo coinvolti tutti; nessuno di noi e escluso.

 

E quest’intero sistema cosmico è particolarmente in disaccordo con Dio Padre.

 

Penso che tutti sappiamo che le tre forze delle tenebre (il mondo, la carne e il diavolo) sono in opposizione alle tre Persone divine.

 

  • La carne è schierata contro lo Spirito Santo come Paracleto
  • Satana stesso contro Cristo Gesù come Signore,
  • e il mondo contro il Padre come Creatore.

 

Tutto ciò di cui stiamo parlando come kosmos è sempre in opposizione a Dio come Padre e Creatore.

 

Era Suo il piano eterno accennato nelle parole «Questo era buono» alla creazione, un piano sul quale Egli non ha mai cessato di lavorare.

 

Prima della fondazione del mondo Egli aveva deciso in cuor Suo di avere sulla terra un ordine del quale il genere umano sarebbe stato il pinnacolo e che avrebbe apertamente mostrato il carattere del Suo Figliuolo.

Ma intervenne Satana: usando questa terra come trampolino di lancio e l’uomo come suo strumento, egli usurpò la creazione di Dio per farla a sua propria immagine.

 

Cosi questo sistema di cose era una sfida diretta al piano divino.

 

Oggi ci troviamo di fronte due mondi, due sfere di autorità aventi due caratteri totalmente diversi e opposti fra loro.

 

Per me ora non è più una semplice questione di un futuro cielo o inferno; ma è una questione di questi due mondi:

  • appartenere ad un ordine di cose di cui Cristo è il Signore sovrano,
  • oppure ad un ordine di cose contrario avente Satana come capo effettivo.

 

La salvezza, dunque, non è tanto una questione personale di peccati perdonati o di inferno scampato. Deve essere vista piuttosto in termini di un sistema dal quale veniamo fuori.

 

Quando sono salvato, esco da un mondo ed entro in un altro.

  • Sono salvato ora dall’intero regno organizzato che Satana ha costruito a dispetto dello scopo di Dio.

 

Questo regno, questo kosmos che abbraccia ogni cosa, ha degli aspetti molto strani.

  • Il peccato e le concupiscenze mondane, naturalmente, hanno la priorità qui; nondimeno d’esso fanno parte anche i nostri stimabili valori umani e i nostri modi di fare le cose.
  • La mente umana, la sua cultura e la sua filosofia, sono tutte incluse qui, insieme al meglio delle ideologie sociali e politiche dell’umanità.
  • Accanto a questi senza dubbio dovremmo mettere anche le religioni del mondo, e fra esse quegli uccelli screziati che sono il cristianesimo mondanizzato e la sua “Chiesa mondiale”.

 

Dovunque domina la potenza dell’uomo naturale c’è un elemento che è sotto la diretta ispirazione di Satana.

 

Se questo è il mondo, allora che cosa è la salvezza?

  • Salvezza vuol dire che io fuggo da questo mondo, esco fuori, faccio un’uscita da questo kosmos che abbraccia tutto.
  • Non appartengo più al sistema delle cose di Satana. Ho a cuore quello che ha a cuore Dio. Ho come scopo il Suo scopo eterno in Cristo.
  • Entro nell’uno e sono liberato dall’altro.

 

Colui che crede ed è battezzato, sarà salvato.

 

Ciò che Gesù disse, evidentemente intendeva dirlo. Io compio quel passo di fede: credo e sono battezzato, e ne esco un uomo salvato. Questa è la salvezza.

 

Cosi, non consideriamo mai il battesimo come cosa di poco conto. Da esso dipendono delle cose molto importanti.

 

È una questione, niente meno, che di due mondi violentemente in opposizione fra di loro e del nostro passaggio dall’uno all’altro.

 

C’è un altro passo nella Scrittura dove salvezza e battesimo sono citati insieme per illustrare questo tema. Alludo al capitolo 3 di 1a Pietro.

Qui l’apostolo ci dice che «la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate tra mezzo all’acqua» (verso 20).

 

L’acqua, dice, è una figura o somiglianza, «alla qual figura corrisponde il battesimo» (verso 21). Così il battesimo, dice, ci salva ora.

 

Chiaramente Pietro credeva nella nostra salvezza per mezzo del battesimo così come credeva nella salvezza di Noè per mezzo dell’acqua.

 

Ricordate, per favore, che non sto parlando della rigenerazione, e non sto dicendo liberazione dall’inferno o dal peccato.

 

Capite bene che stiamo parlando qui della salvezza. Non è soltanto una questione di termini; riguarda la nostra separazione fondamentale dal sistema del mondo di oggi.

 

Per capire meglio ciò che Pietro vuol dire, dobbiamo riferirci alla sua fonte, cioè ai capitoli da 6 a 8 della Genesi. L’illustrazione è istruttiva.

Qui ai giorni di Noè troviamo un mondo completamente corrotto. Creata da Dio, la terra era stata corrotta dall’azione dell’uomo nel giorno in cui pose se stesso sotto il dominio di Satana.

 

Il peccato, una volta introdotto, si era sviluppato e aveva abbandonato ogni ritegno, fin quando perfino lo Spirito Santo di Dio gridò: “Basta!”

 

Le cose avevano raggiunto uno stato dove non c’era più niente da fare; esse potevano solo essere giudicate e rimosse.

Così Dio ordinò a Noè di costruire un’arca e farvi entrare la sua famiglia e gli animali, poi venne il diluvio. Da esso fu «levata in alto d’in sulla terra» sulle acque che coprirono «tutte le alte montagne che erano sotto tutti i cieli» (Genesi 7:17, 19).

 

Ogni cosa vivente, uomo e bestia, perì e soltanto coloro che furono sollevati dalle acque nell’arca furono salvati.

 

La cosa significativa qui non è che essi evitarono di morire annegati; non è questo il punto.

 

La verità per noi è che essi furono le uniche persone che uscirono fuori da quel sistema corrotto, quel mondo sommerso dalle acque.

  • La vita personale è una conseguenza inevitabile dell’uscire, la perdizione personale è una conseguenza inevitabile del rimanere dentro, ma la salvezza è l’uscita stessa, non l’effetto di essa.

Notate questa differenza perché è grande.

 

La salvezza essenzialmente è un’uscita presente da un ordine votato alla distruzione che appartiene a Satana.

 

Lode a Dio, essi uscirono fuori! Come? Attraverso le acque!

 

Così oggi, quando i credenti sono battezzati, passano simbolicamente attraverso l’acqua, proprio come Noè passò nell’arca attraverso le acque del diluvio.

 

E questo passaggio attraverso l’acqua significa la loro fuga dal mondo, il loro esodo dal sistema di cose che, con il suo principe, è sotto il giudizio di Dio.

 

Posso dire questo specialmente a coloro che si battezzano oggi (questo messaggio fu dato in occasione di un servizio battesimale a Londra nel mese di maggio del I939): Ricorda, non sei l’unico ad entrare nell’acqua. Mentre scendi nell’acqua, un intero mondo scende con te. Quando esci, esci in Cristo, nell’arca che solca le onde, ma il tuo mondo rimane laggiù.

 

Per te, quel mondo è sommerso, affogato come quello di Noè, messo a morte nella morte di Cristo e non sarà mai risuscitato”.

 

È per mezzo del battesimo che dichiari: "Signore, lascio il mio mondo indietro. La Tua croce mi separa da esso per sempre!" 

 

Parlando in modo figurato, perciò, quando passi attraverso le acque battesimali ogni cosa appartenente al precedente sistema di cose è tagliato fuori da quelle acque per non tornare piùSolo tu emergi.

 

Per te è un passaggio in un altro mondo, un mondo dove troverai una colomba e un ramoscello di olivo.

 

Esci fuori dal mondo che è sotto giudizio, ed entri in un mondo che si distingue per una novità di vita divina.

 

Voglio sottolineare di nuovo il fatto che non sei l'unico che è sceso nell'acqua; il tuo mondo è sceso con te, ed è rimasto là.

  • Dal punto di vista della tua nuova situazione troverai che l’acqua copre sempre il mondo al quale appartenevi prima. Lo stesso diluvio che salvò Noè e la sua famiglia inondò il mondo nel quale erano vissuti: lo stesso diluvio.
  • La stessa acqua, da una parte, pone te e me su un terreno di salvezza in Cristo, e dall’altra, seppellisce l’intero sistema di cose di Satana.
  • Non solo la tua storia come figlio di Adamo finisce col battesimo; anche il tuo mondo finisce. In entrambi i casi è una morte e un seppellimento dal quale non risuscita nulla.
  • È la fine d’ogni cosa. Questo vuol dire che non potrai portare fuori niente dal mondo precedente nel nuovo. Ciò che apparteneva al precedente regno di cose in Adamo rimane là e non può mai più essere richiamato.

 

Nel passato forse eri un commesso, o un servo, oppure eri il padrone, o il manager o il direttore di una ditta. Anche oggi puoi essere un padrone o un servo, ma scoprirai che, quando arrivi nella sfera delle cose divine, o nella Chiesa di Dio e al servizio di Dio, non c’è né schiavo né libero, né dipendente né padrone.

Oppure potrai essere un Ebreo o un Gentile, o qualunque delle cento-e-uno cose che erano di buona reputazione o cattiva reputazione - in Adamo.

 

Quando passi attraverso quest’acqua, tutto quel sistema di cose passa, per non tornare mai più. Invece vedi te stesso in Cristo, dove non c’è né Giudeo né Greco, barbaro o Scita né alcun altro, ma un unico uomo nuovo.

 

Sei entrato in un ordine di cose caratterizzato dall’albero d’olivo e dal ramoscello d’olivo, il cui segreto è la vita divina.

 

L’espressione «mediante la resurrezione di Gesù Cristo» colora l’intero futuro (1a Pietro 3:21).

Esso implica che sei passato in qualcosa di completamente nuovo che Dio sta creando.

 

Secondo alcuni commentatori (Robert Young, Analytical Concordance of the Holy Bible), il nome Ararat vuol dire “Terra Santa”.

Comunque sia questo, noi lodiamo Dio che l’arca che si fermò su quella terra rinnovata era piena di animali, rappresentanti una nuova creazione.

 

Mediante la morte di Cristo, Dio genera un’intera nuova creazione e v’introduce gli uomini che sono in unione col Cristo risorto. In Cristo tu ed io siamo là!

 

Mi chiederete allora se ha importanza se non siamo battezzati? L’unica risposta è che il Signore stesso l’ordinò (Matteo 28:19), ed era un passo dal quale Egli stesso rifiutò di essere esentato (Matteo 3:13-15).

Pietro descrive il battesimo come «l’appello, o la testimonianza, di una buona coscienza fatta a Dio» (1a Pietro 3:21).

 

Una testimonianza è una dichiarazione. Con questa dichiarazione dici qualcosa, dichiari dove sei; forse senza usare parole, ma certamente per mezzo di quello che compi.

 

Passando attraverso l’acqua, proclami all’intero universo che hai lasciato il tuo mondo dietro di te e sei entrato in qualcosa di totalmente nuovo.

 

Questa è la salvezza: prendi una posizione pubblica là dove Dio ti ha posto in Cristo.

 

Questo ci aiuta a capire perché nella Scrittura troviamo passi che riguardano la salvezza i quali sono difficili da interpretare se mettiamo la salvezza in relazione soltanto con l’inferno o il peccato.

 

Per esempio, getta la luce sulle parole apparentemente difficili di Paolo e Sila al carceriere di Filippi. L’uomo chiese:

  • «Che cosa devo fare per essere salvato?»

Quale sarebbe stata la tua risposta? Se sei un predicatore evangelico di oggi avresti affermato con convinzione:

  • «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato»

Ma Paolo in effetti aggiunse:

  • «Tu e la casa tua»

Vuoi veramente dire, esclamerai, che se credo nel Signore Gesù, sia io che la mia famiglia saremo salvati? Ancora una volta dobbiamo stare molto attenti.

 

Paolo non disse: “Credi nel Signore Gesù Cristo e tu e la tua casa avrete la vita eterna.

Egli disse: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua».

 

Ricorda, egli si riferisce ad uri sistema di cose, e il carceriere rifiuta quel sistema uscendone fuori.

 

Quando, come capofamiglia, quest’uomo dichiara che da quel giorno in poi egli e la sua casa serviranno il Signore, e la dichiarazione diviene di pubblico dominio, anche la gente che passerà per la strada punterà il dito verso la porta e dirà: “Quelli sono cristiani”.

 

Ecco che cosa vuol dire essere salvati. Dichiari di appartenere ad un altro sistema di cose. La gente ti addita dicendo: “Oh sì, quella è una famiglia cristiana; quelli appartengono al Signore!”.

 

Questa è la salvezza che il Signore desidera per te, che con la tua testimonianza pubblica dichiari davanti a Dio: “Il mio mondo è passato; sto entrando in un altro mondo”.

 

Che il Signore possa darci questo tipo di salvezza, per trovarci completamente sradicati dal vecchio e condannato ordine di cose e saldamente piantati nel nuovo, divino.

 

Lode a Dio, c’è un glorioso lato positivo in tutto questo.

 

Pietro dice: «Noi siamo salvati mediante la resurrezione di Gesù Cristo che, essendo andato in cielo, è alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti» (v. 22).

 

Dio ha posto il Suo Figliuolo sopra tutte le cose, e gli ha sottoposto tutte le autorità. Un Dio che può fare questo è ben capace di portarmi, anima e corpo, in quell’altro regno.

 

Cosi, ricapitolando, abbiamo due mondi.

 

Da una parte c’è il mondo di Adamo tenuto saldamente in schiavitù da Satana; e dall’altra parte c’è una nuova creazione in Cristo, la sfera d’attività dello Spirito Santo di Dio.

 

Come usciamo fuori da una sfera ( Adamo), per entrare nell’altra (Cristo)?

 

Se non sei certo della risposta, posso farti un’altra domanda?

 

In che modo sei entrato nella prima: in Adamo?  Perché il modo in cui si è entrati in quella sfera indicherà anche la via per uscirne.

 

Sei entrato nella sfera di Adamo nascendo nella razza di Adamo. Come puoi uscirne, allora? Ovviamente, con la morte.

 

E come, al contrario, entri nella sfera di Cristo? La risposta è la stessa: con la nascita.

 

L’unico modo per entrare a far parte della famiglia di Dio è con una nuova nascita a una speranza vivente, mediante la resurrezione di Gesù Cristo dalla morte (1a Pietro 1:3).

 

Essendo divenuti «una stessa cosa con Lui per una morte somigliante alla Sua, lo saremo anche per una resurrezione simile alla Sua» (Romani 6:5).

 

La morte mette fine alla tua relazione col vecchio mondo, e la resurrezione ti porta in un contatto vivente col nuovo.

 

Infine, che cosa occupa il vuoto esistente fra i due mondi? Che cosa c’è fra i due mondi?

 

Non è il seppellimento, forse? «Noi siamo dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella Sua morte!» (Romani 6:4).

 

Da un lato queste parole: « seppelliti nella Sua morte», hanno una finalità molto severa.

  • La mia storia in Adamo si è già conclusa nella morte di Cristo, così, quando mi allontano da quella sepoltura, posso dire che sono un “uomo finito”

 

Ma posso dire di più, perché, lode a Dio, c’è anche l’altro lato.

  • Siccome «Cristo è risuscitato dai morti», quando esco dall’acqua e mi allontano, posso camminare «in novità di vita» (Romani 6:4).

 

Questo duplice risultato della croce è implicito anche nelle parole precedenti di Romani 6:3: «O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella Sua morte?»

 

Qui, in un’unica frase, si vedono di nuovo i due aspetti del battesimo.

 

Il battesimo ci introduce in due cose: prima, noi che crediamo siamo stati «battezzati nella Sua morte».

Questo è un fatto straordinario, ma è tutto?

 

No, perché in secondo luogo lo stesso verso dice che siamo stati «battezzati in Gesù Cristo».

  • Un battesimo nella morte di Cristo mette fine alla mia relazione con questo mondo,
  • ma il battesimo in Cristo Gesù come persona vivente, capostipite di una nuova razza, mi apre un mondo di cose completamente nuovo.

 

Scendendo nell’acqua dò una dimostrazione pratica dell’intero processo, affermando pubblicamente che «il giudizio di questo mondo» diventa reale per me dal giorno che l’«innalzato» Figlio dell’uomo m’ha attirato a Sé.

 

Che Vangelo da predicare all’intera creazione!