ABIGAIL: “LA DONNA DAL GRANDE SENNO”

ABIGAIL: “LA DONNA DAL GRANDE SENNO”

(1° SAMUELE  25)

 

 

Abigail – Significati del nome

 

  • Dio è la mia gioia; gioia del Padre
  • Altro significato più propriamente ebraico è "porta".

 

Considerata nel Talmud degli ebrei una delle 7 profetesse dell’A.T., viene ricordata come una donna coraggiosa, intraprendente, ma soprattutto “SAGGIA” ovvero “DI BUON SENNO”.

 

 

Soggetto di preghiera: comunità locale e rapporti fraterni.

 

Nella Bibbia troviamo 2 persone con questo nome:

 

- Una è sorella di Davide ed è ricordata associata a Seruia, madre di Amasa (1° Cron. 2:17)

 

- L’altra è Abigail moglie di Nabal, poi moglie di Davide insieme ad Ainoam d’Izrel.

 

 

 

CONTESTO STORICO:

 

Questa donna è citata 15 volte nel libro di Samuele e si affaccia sulla scena in un momento di particolare tensione: nel periodo dei giudici, un periodo in cui «Ognuno faceva quel che gli pareva meglio» (Giudici 17:6).

 

Dio aveva suscitato un uomo, Samuele, per riportare la calma nel paese; la sua morte, però, apre lo scenario per una guerra tra il re attuale, Saul, con il cuore ostinato e dal quale Dio si è ormai ritirato, e Davide, già consacrato da Samuele re d’Israele in segreto, e ora in attesa di essere ufficializzato tale, ma intanto, costretto a scappare da Saul.

 

Questo episodio si svolge proprio nella zona compresa tra En-Ghedi (spelonca dove Davide aveva risparmiato Saul la prima volta) e Achila (vicino al deserto di Zif dove lo aveva risparmiato la seconda volta).

Nella sua fuga verso il deserto di Paran si trova a Maon, dove incontra Nabal (che significa vile, di poco valore, degenerato di mente e di costumi) ed è qui che entra in gioco Abigail, la moglie di Nabal.

Ella sembra trovarsi quasi per caso sul cammino del re Davide, invece si rivela una figura preziosissima che risulta essere strumento efficace per proteggere:

  • Davide, impedendogli di abbandonare la volontà di Dio spargendo sangue innocente,
  • ed anche il marito che si era avviato a commettere un gesto che gli sarebbe costata la vita.

 

Ecco perché preferisco utilizzare in questo studio il significato di “porta” per il nome di Abigail, perché ella si manifesta come:

 

-       La porta che Davide attraversa per ottenere ciò di cui aveva bisogno senza dispiacere a Dio, nonché

 

-       La porta mediante la quale, attraverso la Sua saggezza, Dio offre la possibilità a Nabal di ravvedersi della sua vita vissuta nel lusso e nella lascivia.

 

Diventa, così, figura di Cristo il Quale dichiarò: «IO SONO LA PORTA!» (Giov. 10:7-9)

 

Abigail, poi, una volta vedova, fu presa in sposa da Davide; fatta prigioniera dagli Amalechiti a Siclag e liberata da Davide, ebbe con lui un figlio di nome Kileab o Daniel.

 

 

APPLICAZIONE SPIRITUALE

 

Abigail, donna dalla grande saggezza, stasera ci spinge a pregare il Signore affinchè ci faccia essere degli intermediari tra i fratelli, perché si possano ricucire le spaccature, riportare la pace e la tranquillità, calmare gli animi ed essere pronti ad affrontare le situazioni più difficili in loro favore.

 

Inoltre ci porta a considerare quale grande efficacia abbia la saggezza quando è accompagnata dall’amore.

Abigail seppe agire con saggezza, ma anche con grande amore e fu per questa sua virtù che seppe operare con rapidità e poté salvare la sua gente, la sua famiglia e provò a salvare il marito stesso, purtroppo senza riuscirci, ma non per colpa sua, ma a causa del cuore ostinato di quest’ultimo.

 

Per questa sua mediazione tra il giudice e il colpevole ella diventa, come già detto, una bella figura di Cristo il Quale è il Mediatore del patto di pace tra Dio e noi; tuttavia resta sempre a noi la scelta, in totale libertà, di accettarLo come personale Salvatore, oppure no. Se lo faremo, saremo risparmiati, altrimenti inevitabilmente periremo.

 

Il comportamento di Abigail è un chiaro insegnamento a non aderire a quell’atteggiamento, talvolta assunto da alcuni fratelli (e col quale io NON sono d’accordo) i quali, nel costatare che un altro fratello si trova difficoltà, sentenziano: “Se la veda col Signore!”.

 

Non è così che c’insegna la Bibbia (Giac. 2:14-16).

(Si potrebbe obiettare che si tratti di un contesto diverso, ma pure lì si parla della disponibilità da avere nei confronti di un fratello nel bisogno (che può essere materiale, ma anche spirituale); disponibilità lì dettata dalla fede, qui dall’amore).

 

Al contrario, invece, noi dobbiamo essere uno sprone per i nostri fratelli. Pronti a difendere la causa dei nostri familiari, ma anche della nostra famiglia spirituale e intervenire, laddove è possibile, con la guida dello Spirito Santo per la difesa dei fratelli.

 

 

ANALISI DI DAVIDE

 

Davide si presenta con garbo e gentilezza (v.6). Era un guerriero che disponeva di molti uomini e avrebbe potuto facilmente pretendere ciò di cui aveva bisogno; egli, invece

 

ü  Ricorda che in passato ha difeso gli uomini di Nabal prendendo cura di loro e del bestiame (v. 7)

 

ü  Ricorda che le cose avvenute hanno un riscontro effettivo e ora chiede a quest’uomo di ricambiare il favore, giacché sta scappando da Saul con 600 uomini e il bestiame.

 

Se pensiamo alla sacralità dell’ospitalità in Israele, ci rendiamo conto doppiamente del grave errore di Nabal (Rom. 12:13, 1° Tim 5:10; Ebrei 13:2)

 

Pensate: “Davide, colui che avrebbe potuto fare grandi cose per il suo Paese, ora era lì, buttato come un vaso scartato, come un fuggiasco, come un malfattore”, mentre il suo cuore era intimamente fermo nelle Vie del Signore.

Davide era un uomo “incompreso e sofferente”, addolorato dal fatto che il suo amore per il Re non era stato “capito”, né “apprezzato”; era afflitto perché la sua grande generosità verso i suoi fratelli era stata interpretata come “opportunismo”.

 

Il suo “eroismo”, per gli altri era divenuto “tradimento” e “chissà, a corte, quanti nobili e principi lo avranno odiato per gelosia; così – lui, che poteva fare tanto per Israele e gioire per questo, – era costretto a piangere e a nascondersi fra le     rocce ardenti del deser­to insieme alle serpi e agli animali feroci”.

 

Quante incomprensioni possono sorgere anche nella Chiesa!

 

Talvolta basta un atteggiamento o un comportamento mal compreso per far sorgere delle liti o delle fratture che, agli occhi del Signore non hanno alcun valore, o potrebbero essere sanate in breve tempo, mentre per la nostra carnalità si permette loro di marcire e incancrenirsi. Dia il Signore maturità spirituale e discernimento, ma soprattutto grande saggezza, a tutti noi come la diede ad Abigail affinché i fratelli e le sorelle possano sempre esperimentare l’Amore eterno di Dio attraverso di noi. Amen.

 

 

ANALISI DI NABAL

 

Uomo egoista, risponde con asprezza, con durezza; pur sapendo che Davide di lì a poco sarebbe diventato re d’Israele obietta che:

 

-       Non lo conosce (v.10)

 

-       Non vuole sapere nulla di Lui (v.10)

 

-       Lo accusa di essere un servo scellerato in fuga (v.10), mentre ormai era noto a tutto Israele che egli era stato già unto da Dio per mezzo di Samuele.

 

Nabal discendeva da Caleb e, per questo motivo, era stato grandemente benedetto, non solo perché possedeva molte ricchezze, ma anche perché “aveva una moglie timorata di Dio”.

(Ricordiamoci che Giosuè e Caleb, nei tempi passati, erano riusciti a sopravvivere per la loro grande fede e per la loro ubbidienza verso il Signore, il Quale permise loro di vincere i giganti e di prendere possesso della “Terra Promessa”; fu proprio Caleb che chiese a Giosuè di permettergli di combattere contro Anak, il gigante più grande).

 

Nabal, dunque, era della “casata” di Caleb, ma, a differenza del suo avo, si mostra un uomo poco virtuoso, irascibile, scorbutico e anche cinico.

Dio lo aveva benedetto, ma egli non ha il senso dell’onore e dell’onestà; non si studia di piacere al Signore, né di poterLo servire in qualche modo; è solo, e sempre di cattivo umore, e il Signore non ama questo genere di carattere.

 

-       Accusa Davide di essere un separatista, un poco di buono perché si era distaccato da Saul, Re d’Israele.

 

Sicuramente Nabal conosceva la situazione di Davide e di Saul, sapeva che in realtà Davide era stato costretto a fuggire dal cospetto di suo suocero perché questi lo voleva uccidere, ma ora usa la menzogna e il giudizio per giustificare il suo atto di avidità nei suoi confronti.

 

Dice ancora: «Io dovrei prendere il mio pane, la mia carne e la carne che ho macellata per i miei tosatori, per darli a gente che non so da dove venga?» (v.11).

Questa è una risposta dura e senza riconoscenza né verso Dio, che gli aveva provveduto ogni cosa, né verso Davide, suo fratello (ecco un ragionamento da “uomo privo di senno”).

 

Il suo comportamento merita certamente la condanna di Davide ma, grazie a Dio, c’è Abigail.

 

Dalla descrizione e dal comportamento di questi due personaggi in questa circostanza, possiamo assumere Nabal come tipo dell’uomo peccatore e Davide, invece, come una bella tipologica di DIO stesso.

 

Come Nabal, l’uomo dimentica presto Dio e i Suoi benefici, la Sua protezione… e, quando è il momento di aprirGli il cuore e offrirGli la consacrazione, Lo rinnega. 

Meno male che Gesù è interceduto per noi e mediante il Suo sangue si è presentato non a Davide, ma a Dio rimediando ai nostri errori, abbassandosi e umiliandosi al posto nostro, offrendo non capre e cibo, ma la Sua giovane vita, si è preso la nostra colpa (v. 24) ed è morto per noi.

 

 

ANALISI DI ABIGAIL

 

È figura di quei credenti che amano l’Opera di Dio, la chiesa locale, i fratelli, e sono pronti a rimediare anche ai loro errori, a perdonare le loro offese, a superare i momenti in cui il loro comportamento non è cristallino semplicemente perché stanchi di tante situazioni, e disposti a capire i caratteri e le mentalità.

 

Noi credenti siamo chiamati nella chiesa locale ad essere come Abigail, ad avere grande saggezza per proteggere i nostri fratelli e far prosperare l’Opera nella comunità.

 

Quante volte ci siamo trovati in situazioni particolarmente delicate in cui il nostro agire ha potuto precludere o determinare delle reazioni positive o negative come fu per Davide o per Nabal.

Beh, in quelle situazioni Dio ci dia la grazia di avere al nostro fianco e in nostra difesa sempre un ABIGAIL e di essere noi stessi ABIGAIL, ricordando che Gesù è stato ed è sempre la nostra difesa!

 

Ogni fratello e ogni sorella ha un potere all'interno della famiglia spirituale o della società:

 

- Può essere positivo se sottomesso agli insegnamenti della Parola di Dio.

 

- Può essere negativo se è la nostra personalità carnale a farlo agire.

 

Anche di fronte alle promesse di Dio, così come alle prove, tu puoi scegliere di essere un Nabal o un Abigail; e, se ti accorgi che qualcuno è Nabal, non accusarlo!

 

Abigail “non offende Nabal”, lo “rispetta finanche quando lo ritrova ebbro”.

Lo “difende”, ha a cuore la sua vita. Sa che Dio è pronto a perdonare e dare una seconda opportunità; sa che in quel momento egli non è in grado di assumere una saggia posizione e di prendere una decisione avveduta, ma non lo lascia al suo destino, bensì decide di intervenire “CON SAGGEZZA” per preservarlo.

 

·         Preghiamo che DIO ci doni la saggezza di Abigail, che seppe discernere anche il momento giusto per parlare con Nabal!

Leggiamo, infatti: «Abigail giunse da Nabal mentre egli faceva un banchetto in casa sua, un banchetto da re. Nabal aveva il cuore allegro, perché era completamente ubriaco; perciò lei non gli parlò di nulla, fino allo spuntar del giorno. Ma la mattina, quando gli fu passata l’ubriachezza, la moglie raccontò a Nabal queste cose» (1° Sam. 36-37).

 

La saggezza di Abigail sta nel fatto di comprendere che la morte del marito sarebbe costata la morte di tutta la famiglia! (Confrontare con 1° Corinzi 12:12-27 dove si parla dell’unità del corpo).

Dal verso 34 si evince, infatti, che Abigail, pur essendo intervenuta in favore di Nabal, in realtà aveva scampato anche la sua vita. Ovvero il bene della tua vita e della comunità dipende dal benessere dei tuoi fratelli e sorelle.

 

 

LE CARATTERISTICHE DI UNA DONNA SAGGIA.

 

Vediamo, attraverso la Parola di Dio, le caratteristiche di una donna saggia ed intelligente e che è un esempio per noi ancora oggi.

 

ABIGAIL era:

 

- Intelligente e saggia, riconosciuta come tale ed amata anche dai suoi servi che corrono da lei per far fermare la furia di Davide (1° Samuele 25:17).

 

- Continua a fare del bene a suo marito, anche se non lo merita (Proverbi 12:4).

 

- Sorveglia personalmente l’andamento della sua casa (Proverbi 31:27)

 

- Per il bene della famiglia si addossa le colpe degli altri (1° Samuele 25:24).

 

- Prende il miglior cibo che aveva in casa e lo porta a Davide per placare la sua ira (Proverbi 21:14).

 

- Sa usare le parole giuste per far ritornare Davide in sé. (Proverbi 16:24 e Proverbi 15:1,4,23; 25:11)

 

- Si sa umiliare anche non avendo colpe (Efesini 4:1-2).

 

- È una donna generosa e forte disposta a lottare con tutte le sue forze per il bene della famiglia (Proverbi 14:1)

 

- Sa aspettare la liberazione che viene da Dio (Proverbi 20:22).

 

 

I passi della saggezza

 

Riesaminiamo i passi che fa Abigail (la porta) per ripercorrerli noi sul suo esempio e che ci condurranno alla porta della misericordia di Dio e al bene per la comunità:

 

  • UMILTÀ (v. 23)
  • INTERCESSIONE (v. 24)
  • SINCERITÀ SENZA CONDANNA (v. 25)
  • RICONOSCERE IL PIANO DI DIO (v. 26)
  • DISPONIBILITà AD OFFRIRE (v. 27)
  • PERDONO (v. 28)
  • INVOCA LA PROTEZIONE E LA BENEDIZIONE DI DIO (v. 28-29)
  • IL RICORDO (v. 30)

 

Davide non solo ascolta la voce di Abigail, ma ha anche riguardo per Lei (1° Sam. 25:35).

 

LA SAGGEZZA di questa donna, quindi, viene lodata! (v.33)

 

Dobbiamo sempre fare la nostra parte sapendo che i giudizi di Dio si compiranno lo stesso se i cuori non si ravvedono! (vv. 36-38).

Quanto a noi vogliamo essere saggi e saper intervenire quando è necessario, ma anche tacere quando occorre (v. 36).

 

“È inutile cercare di far ragionare un fratello ferito… dobbiamo amarlo e non riprenderlo  … incoraggiarlo e non giudicarlo …  quando sarà rispuntata l’alba nella sua vita, il giorno, la luce, allora potremo metterlo in guardia su quello che è accaduto”.

 

 

È più facile perdonare o farsi perdonare?

 

LA SAGGEZZA ci invita a perdonare e a chiedere perdono!

 

«Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: “A Me la vendetta; Io darò la retribuzione, dice il Signore”» (Romani 12:19), anzi, «Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo» (Romani 12:20).

 

Non dire: «Renderò il male» (Proverbi 20:22), spera nel SIGNORE, ed egli ti salverà.

 

 

CONCLUSIONE

 

Come Abigail, permettiamo al Signore di fare di noi delle porte, dei canali per la benedizione dei nostri fratelli ricordandoci che un giorno Cristo ha aperto per noi la porta per entrare nel suo Regno di misericordia e saremo ricordati anche noi come Abigail: “UOMINI E DONNE DAL GRANDE SENNO!”

 

DIO CI BENEDICA