PRIMO QUESITO

PRIMO QUESITO: SONO IO GIÀ CRISTIANO?

 

Forse ti meraviglierai per una domanda simile perché, in special modo nella nostra Nazione, tutti riteniamo di "essere già cristiani" o, addirittura, di "essere già nati cristiani", tant’è che, di fronte ad una domanda del genere, ci si sente inevitabilmente rispondere: “Che sono forse un animale, io?” assimilando, così la condizione di “cristiano” a quella di “essere umano”.

Ma questo non è assolutamente vero; infatti, vi sono tanti esseri umani che non hanno alcun rapporto col Cristianesimo: atei, Mussulmani, Buddisti, Induisti, Animisti, …

È evidente che alla nascita si entra a far parte del genere umano, non della schiera dei cristiani e che è necessario un atto volontario successivo per realizzare questa condizione con una scelta determinata della volontà. 

Si sente dire tante volte: "Siamo tutti figli di Dio", ma è una menzogna diabolica per anestetizzare i cuori.

Diventare cristiani significa, tra l'altro, diventare "figli di Dio"; alla nascita si diventa "creature" di Dio, non "figli" di Dio.

Quindi la domanda è lecita, plausibile e richiede una risposta sicura: Sei certo di essere cristiano?

È evidente che, affinché il discorso possa essere chiaro, occorre stabilire, innanzitutto, che significa “essere cristiano”; infatti, gli equivoci nascono perché circolano false idee su cosa significhi essere cristiano ed esse sono estremamente pericolose perché allontanano molte anime dalle ricerca della salvezza, procurando un falso senso di sicurezza nel determinare una bugiarda e mortale illusione di essere già nella verità.

Ora te ne voglio proporre qualcuna.

 

FALSI PRESUPPOSTI DI SALVEZZA

 

Sono cristiano perché sono nato in una famiglia, oppure in una Nazione cristiana.

L’essere nato in un ambiente cristiano non determina per niente il nostro ”essere cristiano” più di quanto essere nati in una reggia non significa che si debba appartenere necessariamente alla famiglia reale. Anche i figli dei servitori e degli stallieri nascono all’interno della reggia, eppure non fanno parte della famiglia reale.

Viceversa, si potrebbe nascere in una stalla ed essere re. Gesù ne è l’esempio più eclatante.

È chiaro, quindi, che non è l’ambiente di provenienza a determinare se siamo o meno cristiani.

 

 

Sono cristiano perché frequento regolarmente la chiesa.

Frequentare una chiesa è sicuramente un’ottima scelta, ma neppure questo ci garantisce di essere cristiani. Innanzitutto è necessario chiarire che cos’è la Chiesa!

Molti la confondono con i locali di culto più o meno ricchi, o belli, o grandi, o piccoli, … ma quelli non sono la “Chiesa” (osserva l’uso della maiuscola).

Gesù disse: «Il regno di Dio è nei vostri cuori» «Lo Spirito Santo è intorno a voi e sarà dento di voi». E Paolo: «Voi siete il Tempio di Dio».

Non vogliamo dilungarci su questo argomento del quale potremo parlare un’altra volta, ma è chiaro che la Chiesa è l’insieme dei credenti, è una famiglia spirituale, è formata da esseri viventi che sono come “pietre vive”.

Quindi, frequentare un locale di culto, non significa affatto far parte della Chiesa.

Infatti anche un cane potrebbe vivere all’interno di una chiesa eppure rimanere cane.

O, per fare un esempio meno iperbolico, basta pensare ad un ateo che, magari per ragioni di lavoro, sia costretto a stare in chiesa, eppure non è cristiano.

Mi si potrebbe contestare dicendo: “Io non sono né un cane, né un ateo, né un buddista, … e vado in chiesa per assolvere a dei precisi doveri religiosi”.

Appunto, si può andare in chiesa per consuetudine sociale o perché lo vuole la famiglia, o anche perché incoraggiati da qualche prete o pastore.

Però, anche se le persone vanno in chiesa e vi prendono parte attiva, non è questo che le rende cristiane.

Ripeto, andare in chiesa è, in sé, una cosa lodevole, ma “essere cristiano” è un’altra cosa e frequentare una chiesa o una denominazione religiosa acquista valore solo dopo essere diventato cristiano e non prima.

Io potrei conoscere una persona che ammiro moltissimo e della quale sarei onorato di essere figlio e saperla in difficoltà. Il mio affetto per lei, allora, potrebbe spingermi a prodigarmi per soccorrerla anche oltre i miei doveri. Tutto questo sarebbe ammirevole, ma non mi farebbe diventare figlio di quella persona.

Come estraneo sarei da ammirare per il mio impegno, pur rimanendo sempre un estraneo, se fossi figlio, invece, sarei obbligato a prodigarmi per quella persona, proprio perché già sono suo figlio, e se non lo facessi sarei da biasimare.

Così pure, un non cristiano può andare in chiesa anche tutti i giorni e non diventare mai cristiano, pur facendo una cosa lodevole, mentre un cristiano che non frequentasse regolarmente la chiesa, manifesterebbe qualche serio problema spirituale.

 
 

Sono cristiano perché leggo la Bibbia

È una delle menzogne più sottili che il diavolo usa.

Io posso leggere e studiare la Bibbia tutta la vita senza che essa produca alcun frutto positivo in me. 

Avete mai osservato quei ragazzi che stanno ore sui libri e a fine giornata non hanno imparato assolutamente nulla? Ebbene può capitare così anche con la lettura della Bibbia.

Vi dico di più: sicuramente capiterà questo se il nostro spirito non è alla ricerca vera di Dio. Quante volte abbiamo ascoltato per televisione di criminali che, scoperti, sono stati trovati in possesso della Bibbia.

Vedete, la Bibbia è il "Libro di Dio", è la “Rivelazione” di Dio all’uomo. 

Se lo Spirito Santo, quindi, non ci rivela (cioè non ci apre gli occhi e il cuore a ricevere la verità delle parola che leggiamo), la Bibbia resterà un libro oscuro. 

Ne sono testimonianza i tanti studiosi e teologi che conoscono la Bibbia a memoria, ma non ne hanno capito assolutamente il messaggio e la verità profonda che vuole rivelare.

Perché la Bibbia diventi una realtà vivente al nostro spirito, è necessario che esso sia già vivo, ovvero già risvegliato

La Bibbia, quindi, è lo strumento principale del quale si serve il Signore per parlare al cuore dei credenti ed è anche una spada affilata per esaminare l’anima e provocare quei movimenti interiori nel cuore dell’inconvertito per condurlo alla salvezza.

Vale lo stesso discorso dell'ipotesi precedente. 

Lo studio della Bibbia è sicuramente un’attività eccellente e che, con l’andare del tempo, può anche produrre un miglioramento della nostra vita, ma non ci può salvare. 

Chi ci può salvare è solo ed esclusivamente Gesù.

Anche in questo caso, l’amore per la Parola di Dio è una conseguenza obbligatoria dell’”essere cristiano”, ma non la causa che determina la salvezza.

Quante persone leggono e studiano la Bibbia per contestarla e per diffamarla e, anche se la si leggesse con intenzioni lodevoli, questo non implicherebbe che siamo cristiani.

Come si può vedere, quindi, la Bibbia è uno strumento mirabile, divino che agisce in ogni caso sul cuore dell’uomo 

  • o per parlargli, per educarlo alla giustizia, se è credente, 
  • o per indicargli la via della salvezza, se non è credente; 

ma non è lo strumento scelto da Dio per la salvezza delle anime.

 
 

Sono cristiano perché credo in Dio.

Be’, mi dirai, se anche questo non ti sta bene, stai proprio esagerando. 

Credi?

Allora ti faccio rispondere dalla Bibbia stessa: «Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano. Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?» (Giac. 2:9).

Qui Giacomo sta sviluppando il discorso sul valore delle opere coerenti con la fede, però, come hai potuto osservare, fa notare nel corso del discorso che anche i demoni credono in un solo Dio … e non si può dire certo che sono salvati.

Credere nell’esistenza di Dio non significa essere salvato, così come credere che l’attività fisica faccia bene ma non praticarla, non comporta nessun beneficio all’organismo.

Potremmo continuare con la lista di valori falsi nei quali si ripone la propria fiducia di essere stati salvati come: aver praticato dei sacramenti, fare opere buone, addirittura predicare l’Evangelo!

C’è un passo nella Bibbia che dovrebbe far tremare tutti noi, credenti e non credenti; eccolo: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato i demoni e fatto in nome tuo opere potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da me, malfattori”» (Matteo 9:22).

Vedete qui Gesù non sta contestando loro se hanno veramente fatto le cose che dicono o meno, anzi sembra accettarle come vere, ma la motivazione e l’essere in sintonia con la volontà di Dio.

Ma allora, se tutto queste cose, intrinsecamente ottime, non ci assicurano la salvezza, cosa si deve fare per essere salvati?

Semplice; è necessario fare la volontà di Dio!

Anche qui bisogna scoprire quale sia la volontà di Dio e non pensare subito, come verrebbe normale di fare, ai Dieci Comandamenti. 

Anche quelli sono molto importanti, ma non costituiscono la “volontà di Dio” per quanto riguarda la nostra salvezza.

Questo discorso lo affronteremo nel prossimo articolo, per ora vi dico solo che è interessante il verso della Bibbia che troviamo in Giovanni 6:29.