COSA ACCADDE, DUNQUE, VERAMENTE QUEL GIORNO AL CALVARIO?

Cosa accadde dunque, veramente, quel giorno al Calvario?

Apparentemente che fu semplicemente eseguita una condanna ingiusta dopo uno dei tanti processi ingiusti della storia, ma in realtà si consumò l’atto più importante e decisivo di tutta la Storia dell’umanità.

Quell’Uomo che moriva sulla croce tra due malfattori era l’Uomo-Dio che dava la Sua vita immacolata come prezzo di riscatto per ogni essere umano che l’avesse accettata per sé.

Ogni parola pronunciata quel giorno, ogni particolare di quell’avvenimento, ogni gesto era stato preconosciuto e reso noto da Dio mediante i Suoi profeti già da moltissimi secoli.

Per i lettori non avvezzi allo studio della Bibbia riportiamo un passo dell’Antico Testamento scritto più di 700 anni prima dal profeta Isaia affinché possiate rendervi conto di come ogni minimo dettaglio di ciò che accadde al Golgota era sotto il completo dominio e la perfetta conoscenza di Dio.

Così aveva scritto il profeta Isaia:

Questo vivido resoconto, quasi giornalistico, di quegli avvenimenti era stato scritto più di 700 anni prima!!

Gesù, quindi, era lì, su quella croce, non per una sfortunata circostanza del destino, ma per adempiere quanto avevano già detto le Scritture; Egli era lì perché sapeva che il vituperio della croce era l'unica via per la nostra salvezza.

Quel giorno il Figlio di Dio gustava l’amaro calice della morte, Egli che non aveva mai peccato, ma che ora indossava l’abito dell’essere umano lordato dal peccato.

Scese negli Inferi ed ora sembrava tutto finito. Così pensavano anche i Suoi più intimi amici, gli apostoli, che si smarrirono di fronte a quegli avvenimenti che sembravano definitivi e conclusivi della storia di Gesù.

Non avevano ancora capito cosa stava VERAMENTE avvenendo quel giorno!

Ma quando Egli rese lo spirito emettendo un gran grido «la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo» (Marco 11:38).

Per coloro che non conoscono gli usi, i costumi e i simbolismi della Bibbia, affinché possano comprendere quale fosse il significato di questo squarcio, dobbiamo dare qualche breve spiegazione.

Il maestoso Tempio di Gerusalemme era il luogo in cui venivano offerti i sacrifici al Signore.

  • Era diviso in varie zone, la più esclusiva e santa delle quali era costituita dal Tabernacolo.
  • Questa stanza era divisa in due parti per mezzo di una massiccia tenda: il Luogo Santo e il Luogo Santissimo.
 

Nel Luogo Santo c’erano un candeliere d'oro a sette bracci e una tavola rivestita d'oro sulla quale venivano posti i pani della presentazione.

Nel Luogo santo potevano entrare solo i sacerdoti per svolgere “gli atti del culto”.

 
 

Nel Luogo Santissimo, invece, c’era «un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga d'Aronne che era fiorita e le Tavole del Patto» (Ebrei 9:4).

In esso poteva entrare solo «il Sommo Sacerdote, una volta all'anno, non senza sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati del popolo» (Ebrei 9:7).

Quella cortina, dunque, che nascondeva l’Arca del Patto sulla quale si manifestava la Presenza di Dio, anche agli occhi dei sacerdoti che entravano nel Luogo santo, rompendosi rendeva visibile la gloria di Dio.

Infatti la morte non poteva trattenere Gesù perché Egli era Giusto e senza peccato, così dopo tre giorni, Gesù risuscitò e la Sua resurrezione fu tra l’altro, la conferma che Dio Padre aveva accettato il Suo sacrificio a favore dell’umanità.
  • Ora una strada, UNICA, era stata aperta per congiungere l’uomo a Dio e quella strada era Gesù stesso che, infatti, aveva già detto, in vita, «Io sono la Via...» (Giov. 14:6).

  • Ora Gesù era entrato non nel Santuario del Tempio (che ormai non aveva più ragion d’essere), ma in quello del cielo, alla Presenza stessa di Dio Padre per intercedere come nostro Sommo Sacerdote ogni giorno della nostra vita.

Per realizzare questo glorioso progetto Gesù stesso aveva scelto di deporre la Sua vita e sempre per lo stesso motivo non aveva usato la Sua potenza per scendere dalla croce. Fu l'amore; sì, fu il Suo infinito amore per noi che spinse Gesù a dare la Sua vita per noi.

La Bibbia afferma: «Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici» (Giov. 15:13)

E ancora:

 

Dio ci ama di un amore eterno, perfetto; il Suo amore è così grande che va al di là di ogni logica umana. Infatti, nonostante le derisioni, le percosse e tutto il dolore che provava in quel momento, nulla ha impedito a Gesù di continuare ad intercedere per noi. 

In Luca 23:34 leggiamo: «Gesù diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno"».

L'Agnello di Dio era silenzioso davanti agli uomini, ma non davanti al Padre.
Egli non ha pronunciato una sola parola in Sua difesa davanti all'uomo, ma ha continuato a gridare nel Suo cuore al Padre dicendo "perdona loro". Quale meraviglioso amore!

Ora, per quel Suo sacrificio, tutti coloro che Lo avessero seguito, sarebbero stati rappresentati da Lui come da un secondo Adamo.

Come il primo Adamo rappresenta la razza umana caduta nel peccato, così Gesù avrebbe rappresentato tutti quelli che avessero accettato l’offerta della Sua vita per purificare i loro peccati e liberarli dalla schiavitù che li teneva legati al peccato.

Gesù visse come noi, soffrì come noi, fu tentato come noi, ma non peccò, quindi non poteva essere costretto a sottoporsi alla morte, perché era senza peccato.

Ma Egli volontariamente si sottopose al giudizio e alla condanna dell’uomo per salvare l’uomo. Accettò di essere giustiziato e di portare sulla croce tutti i nostri peccati.

Ecco cosa scrisse Oswald Smith:

Quando il Figlio di Dio venne appeso alla croce del Calvario, nessuno poté prendere il Suo posto; Egli mori per me, per te, per tutti i peccatori. Ecco la base, la vera base della nostra salvezza!

Possiamo essere salvati e siamo salvati perché Cristo ha preso il nostro posto, perché è morto sulla croce per noi; solo questo è il vero fondamento della nostra salvezza. Egli ci ha salvati e redenti con la Sua morte sulla Croce.

La salvezza si ha solo per mezzo di Cristo; solo per mezzo Suo possiamo entrare nella Patria celeste. Ogni altra via è stata scelta dall’uomo e si mostrerà sicuramente inutile e pericolosa.

Se il Calvario insegna qualche cosa si tratta certamente della sostituzione.

Barabba vide con i propri occhi che Cristo prendeva il suo posto e moriva per lui. Chi avrebbe potuto convincerlo che non si trattava di una vera sostituzione? Sapeva di essere condannato a morte per i suoi delitti; aspettava con terrore il giorno dell’esecuzione capitale. Da un momento all’altro la porta della sua prigione si sarebbe aperta e sarebbe apparso chi lo avrebbe trascinato al luogo del supplizio.

Sì, fratelli e sorelle carissimi: quel giorno Gesù morì per Barabba; ma morì anche per me, per voi, per tutti i peccatori. Morì perché Dio potesse perdonare i nostri peccati, le nostre colpe; perché il Cielo potesse essere la nostra Patria. Cristo è stato il nostro sostituto.

Fu il peccato dell’uomo che appese Cristo alla croce; fu il peccato che lacerò il Suo costato; fu il peccato che Gli fece emettere quel grido angoscioso. Cristo è stato il mio e il tuo sostituto.

«Tutte è compiuto!», gridò Cristo al termine della Sua Opera.

La redenzione dell’uomo era stata portata a termine; era compiuta. Nulla restava da fare: la salvezza era pronta per tutti. Ad un’opera compiuta e perfetta nulla potrebbe aggiungersi. L'uomo non potrebbe neppure pensare di aggiungere qualche cosa a ciò che il Figliuolo di Dio ha compiuto.

Dio è stato completamente soddisfatto; il prezzo del riscatto è stato pagato per intero. Ora la riconciliazione è possibile.

«Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto essere peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui» (2° Corinzi 5:21).

Si darebbe onore a Dio se si volesse aggiungere qualche cosa all’Opera compiuta da Cristo?

 NO! Si deve accettare quel che ha offerto Cristo ed essere fiduciosi nell’efficacia della Sua opera redentrice.

Pensa: Dio, l’Eterno, l’Onnipotente Iddio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo stesso Unigenito alla morte della croce perché fosse ristabilita nuovamente la comunione tra Lui e l’uomo caduto. Dio ama il peccatore, sebbene abbia in abominio il peccato che questi commette.

Dio non ci ama quando siamo buoni e ci odia quando siamo cattivi. Cosi, purtroppo, insegnano alcuni genitori ai propri figliuoli. Dio ci ama sempre, sebbene detesti il peccato che ci tiene lontano da Lui. Anche un padre terreno ama il suo figliuolo, sebbene disapprovi tutto ciò che glielo tiene lontano.

Non hai chiesto tu l’amore: Dio ti ha amato spontaneamente; Egli ti ha amato fin da tutta l’eternità. Pensa, Dio ti ama; non importa quel che hai potuto fare nella tua vita; Egli ti ama!

Potresti essere anche il peggior peccatore, potresti essere il più miserabile degli uomini, Dio ti ama! Potresti aver calpestato mille e mille volte il sangue di Cristo, ti assicuro che Dio ti ama ancora.

Oh, possa persuaderti che Dio ti ama infinitamente e le Sue braccia sono aperte per accoglierti! Fratello e sorella carissimi, possiamo disprezzare un così grande amore?